Nella relazione al suo Bilancio semestrale abbreviato al 30 Giugno 2022 pubblicato sul sito della Banca Popolare di Bari al paragrafo 10.06 denominato “Fondi per rischi ed oneri – altri fondi“, pagina 177, si trova la seguente informativa (che alleghiamo completamente in fondo e relativa ad Amco):
“ Sempre in riferimento alle operazioni di cessione pro-soluto di crediti NPLs, in data 4 maggio 2022 Amco SpA ha inviato alla Banca una richiesta di indennizzo ai sensi del contratto di cessione concluso con quest’ultima in data 29 giugno 2020 avente a oggetto la cessione in blocco e pro-soluto, ai sensi dell’art 58 del Decreto legislativo n. 385/1993 di un portafoglio di crediti deteriorati (per il contratto di cessione si veda la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Anno 161 Numero 82 di Martedì 14 luglio 2020 Pag. 8 Foglio delle inserzioni, allegato in fondo).
Per chi non lo sapesse Amco spa (Assett Management Company) è l‘ex Sga spa (Società per la Gestione Attività), la bad bank creata dal Banco di Napoli per gestire i suo crediti in sofferenza e acquisita insieme all’Istituto napoletano da Sanpaolo Imi, poi diventato Intesa Sanpaolo, da cui nel 2016 la acquista il Mef a corollario della cessione per un euro delle “parti buone” di Banca Popolare di Vicenza e Veneto Banca, poste entrambe in Lca e i cui crediti in sofferenza furono affidati alla società appena comprata e la cui denominazione fu poi trasformata, il 18 settembre 2019, in Amco, che estese la sua operatività a tutto il mercato degli NPL.
Tornando alla richiesta di indennizzo, di cui alla premessa, Amco SpA ha eccepito l’assenza di documentazione costitutiva e probatoria di un numero significativo di rapporti creditizi ceduti ed elencati (circa 20 mila posizioni) con conseguente asserita violazione della dichiarazione resa dalla Banca ai sensi del contratto di cessione.
Amco SpA ha, altresì, eccepito che la mancata consegna della documentazione a supporto dei rapporti ceduti ha precluso alla stessa l’esercizio dei diritti di credito connessi alla titolarità di tali posizioni con conseguente impossibilità di procedere al recupero delle medesime, richiedendo per l’effetto un indennizzo pari, in aggregato, a euro 132,8 milioni, calcolato come somma del prezzo di acquisto individuale di ciascuna posizione oggetto di violazione oltre agli interessi, come previsto nel citato contratto di cessione.
Se da una prima analisi, effettuata con il supporto di uno specifico consulente legale, sarebbe emerso che, “sebbene non si possa escludere un rischio per la Banca, stante anche lo stato preliminare della controversia alla data di redazione del Bilancio semestrale non sussistono elementi che possano, allo stato, consentire la quantificazione di tale rischio“, la cosa non poteva passare inosservata al Medio Credito Centrale, che possiede la maggioranza delle azioni ordinarie della Banca Popolare di Bari, al punto che in un suo comunicato stampa del 16 maggio 2022 (allegato in fondo) il Mediocredito è costretto per esigenze di corretta esposizione del bilancio a scrivere:
”Roma, 16 maggio 2022 – Il Consiglio di Amministrazione di Mediocredito Centrale ha riapprovato in data odierna il bilancio consolidato di Gruppo, già approvato in data 14 aprile 2022...
In particolare, l’informativa di bilancio è stata aggiornata per rappresentare che, in data 4 maggio 2022, la controllata Banca Popolare di Bari ha ricevuto una richiesta di indennizzo, relativa alla gestione di quota parte del portafoglio creditizio.
Al fine di garantire l’unitarietà dell’approvazione dei documenti che costituiscono la Relazione Finanziaria Annuale 2021 è stato inoltre riapprovato il Progetto di bilancio di esercizio al 31 dicembre 2021 di Mediocredito Centrale, che non presenta variazioni rispetto alla versione approvata in data 29 marzo 2022“, questo reputando, evidentemente, non produttiva la richiesta di indennizzo.
Ma, a prescindere dal merito e dalla ragioni delle contendenti, la cosa che appare molto singolare è che Amco è partecipata dal MEF al 97,433%, mentre Banca Popolare di Bari Spa è di proprietà del Mediocredito Centrale per una quota composta da 15.221.605.414 azioni ordinarie, praticamente la maggioranza, e a sua volta Mediocredito Centrale è di proprietà al 100% dell’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo delle imprese S.p.a (o Invitalia S.p.A.).
Invitalia Spa ha come azionista unico il Ministero dell’Economia e delle Finanze.
Sentiti gli addetti stampa di Amco e Banca Popolare di Bari, che in sostanza nulla aggiungono rispetto ai dati che emergono dalle comunicazioni ufficiali in merito alla vicenda, in buona sostanza due società di fatto controllate dal MEF si trovano su fronti contrapposti perché una delle due non avrebbe fornito all’altra tutta la documentazione necessaria a ricostruire delle poste creditorie e, si osservi, non per cifre di modesto rilievo, bensì per circa 20 mila posizioni ed un valore di indennizzo pari, in aggregato, per Amco a euro 132,8 milioni.
Ora non è che si pretenda che lo Stato o l’Amministrazione finanziaria siano una lucida macchina robotica onnisciente, però è anche vero che sono trascorsi all’incirca tre anni e mezzo dalla cessione dei crediti e che il fatto è noto ad entrambe le parti quanto meno dal maggio di quest’anno, data a cui risale la contestazione di Amco.
Forse la politica potrebbe fare di più in quest’ambito, per cui ricordiamo a tal proposito che il senatore Pierantonio Zanettin di Forza Italia ha presentato il 27 Ottobre 2022 un disegno di legge dal titolo “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema bancario, finanziario e assicurativo”, di fatto per proseguire il lavoro non completato dalla precedente omonima commissione, sciolta anzitempo causa dello scioglimento anticipato delle Camere.
Fra i compiti da assegnare alla futura (si spera) Commissione banche figura quello di “analizzare la normativa sui crediti deteriorati, le modalità di gestione di tali posizioni da parte dei soggetti vigilati ivi compresi l’esposizione e i possibili impatti sul debito sovrano conseguenti al rilascio delle garanzie pubbliche sulla cartolarizzazione delle sofferenze bancarie (GACS), nonché gli effetti che la normativa in materia di prevenzione e contrasto del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo e in materia di adeguata verifica della clientela producono sui debitori”.
Anche se il nuovo Governo del presidente del Consiglio Giorgia Meloni è in carica da poco più di un mese e nel giro di pochissimo tempo è riuscito a presentare la nuova legge di Bilancio 2023, resta, però, molto da fare.
I problemi e le priorità sono tante, ma fra queste la nuova Commissione Banche a tutela del risparmio degli italiani non può avere l’ultimo posto.
Per chi volesse approfondire si allegano, oltre alla relazione al Bilancio semestrale abbreviato al 30 Giugno 2022 della Banca Popolare di Bari Spa (pagina 117) e alla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana Anno 161 Numero 82 di Martedì 14 luglio 2020 Pag. 8 Foglio delle inserzioni, comunicato stampa del 16 maggio 2022 di Mediocredito Centrale, le visure camerali di Amco spa, Banca Popolare di Bari Spa (pagina 20) Mediocredito Centrale (Pag. 17), Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo delle imprese S.p.a. – Invitalia spa (Pag. 16).