Indennizzo risparmiatori, il decreto non c’è: trappola elettorale di tutti contro il M5S… e i truffati?

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Indennizzo ai risparmiatori, la trappola per topi
Indennizzo ai risparmiatori, la trappola per topi

«Di seguito il testo del primo decreto attuativo del Fondo Indennizzo Risparmiatori istituito, si spera definitivamente, con l’articolo 36 del Decreto Crescita a modifica della legge 145 del 31 dicembre 2018…»: così scrivevamo sabato 11 maggio facendo eco all’annuncio di fonte M5S de Il Sole 24 Ore atteso da centinaia di risparmiatori traditi dalle banche e aggiungevamo al “si spera definitivamente” all’inizio del testo che “lunedì dovrebbe, il condizionale è sempre d’obbligo, diventare atto dello Stato

Speranza, e non certezza, e condizionale, ora certo, spesi purtroppo bene ad oggi, 25 maggio, un giorno prima delle votazioni per le europee, perché del decreto attuativo non c’è traccia sulla Gazzetta ufficiale a undici giorni dalla sua prevista pubblicazione.

Cosa è successo dopo l’annuncio elettorale, a questo punto, di fonte pentastellata e gli alleluia, però, anche del Salvini versione comiziante, dopo i proclami di lotta che, comunque vada, diffondono sempre i gruppi di Arman e Ugone e in attesa dell’ennesimo annuncio che (solo) una parte della associazioni che hanno preso parte alla cabina di regia al Mef il 28 maggio saranno ricevuti da Margrethe Vestager, ottima padrona di casa che tutti riceve e a tutti scrive ma a cui molti attribuiscono stop e ritardi non proprio imputabili sempre alla sia pur severa commissaria alla concorrenza?

È successo, mettendo insieme varie fonti concordati, che, pur sulle ali di un nobile obiettivo, rendere il 100% e non solo il 30% con o senza paletti e tetti ai truffati, ma col rischio di perdere tutto frenando la partenza del Fondo Indennizzo Risparmiatori, si sono di fatto associati con i contestatori di professione alcuni tra gli assenti e alcuni anche dei presenti (brutta cosa la mancata lealtà interna) al prossimo incontro del 28 a Bruxelles per “spingere su un parlamentare della Lega per proporre vari emendamenti e miglioramenti“.

Questa spinta sulla Lega, non certo infelice di poter riprendere in mano il pallino, storicamente pentastellato, dei truffati dal sistema bancario, si è aggiunta a pressioni, a formazioni variabili, su Partito Democratico, Forza ItaliaFratelli d’Italia pronti anche loro ad “emendare” i provvedimenti tanto faticosamente approvati.

L’obiettivo è raccogliere i voti necessari ad approvare gli emendamenti al Fondo Indennizzo Risparmiatori (quali?, sono tutti d’accordo nella “nuova maggioranza” che lascerebbe da solo e in trappola il M5S?): “oggi –  ci si dice – ci mancano ancora un centinaio di voti…“.

Valutare questa alleanza su un tema così delicato toccherà ora ai lettori e domani, 26 giugno anche agli elettori ma soprattutto a chi non vede la luce in fondo al tunnel del sogno e, spesso, della necessità di riavere i propri soldi.

In parte o al 100% fa la differenza, direte.

Ma, a parte che se mai si inizia, mai si arriva (non era così che dicevano molti di quelli che ora fanno melina?), signori che puntate al, sacrosanto, 100% del maltolto forse non avete letto o forse fate finta di non ricordare cosa dice il relativo passaggio istitutivo del FIR per il 30% iniziale per gli azionisti: “La percentuale del 30 per cento, entro tale limite (quello dei 100.00 euro, ndr), può essere incrementata qualora in ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021 le somme complessivamente erogate per l’indennizzo secondo il piano di riparto siano inferiori alla previsione di spesa dell’esercizio finanziario, nel pieno rispetto dei limiti di spesa, della dotazione finanziaria del FIR e fino al suo esaurimento, fermo restando quanto previsto al comma 499…“.

Stessa norma vale per il 95% agli obbligazionisti che può salire.

E il poter salire non è una eventualità se qualcuno si impegnasse a fare seriamente i conti: il miliardo e mezzo previsto per le coperture è di gran lunga superiore alle necessità e non è azzardato calcolare che è almeno tre volte quanto necessario, ergo il 30% diventerà il 100% o qualcosa di molto simile.

Salvo che non si voglia dare tutto a tutti, magari anche agli speculatori e agli investitori milionari, cosa che, questa sì, farebbe saltare il banco, Vestager o non Vestager

Domandiamo, allora, ai “golpisti uniti”: siete sicuri che sia valsa la pena di innescare questa trappola col miraggio del formaggio del 100% facendo scivolare la data di emanazione del decreto dal 13 maggio a dopo le europee col rischio che dopo il 26 maggio i risparmiatori non facciano di nuovo la fine dei topi?

Noi speriamo di sì, che avvenga un miracolo cioè, ma non per voi, presidenti di associazioni troppo ballerini da poterci più convincere, ma per chi pagherebbe il vostro azzardo.