Questo è un disperato appello dei veneti che amano la propria patria e il suo patrimonio artistico e culturale: inizia così la nota a firma del Coordinatore di Indipendenza Veneta Vicenza Città Michele Tittonel che pubblichiamo e che aggiunge: Ci rivolgiamo al mondo politico, economico e agli ambienti culturali veneti perché si mobilitino tutti insieme per salvare dalla dispersione le opere d’arte venete oggi in proprietà di due grandi banche internazionali.
Queste banche, continua Indipendenza Veneta, hanno incorporato il considerevole patrimonio artistico che con i risparmi dei veneti le Casse di Risparmio e Popolari avevano raccolto in tanti anni.
Si tratta di immobili di grande pregio storico artistico, di mobili, di grandi raccolte di opere d’arte e altri beni artistici che i veneti pensavano fossero ben custodite nelle loro banche territoriali di cui avevano una incondizionata fiducia e che, invece, sono andate perdute insieme alle banche .
Dopo la perdita dei risparmi dei veneti e di tutto il sistema bancario veneto nell’indifferenza o impotenza di chi doveva chiamare il popolo veneto a raccolta per scongiurare “l’esproprio” come è avvenuto per il Monte dei Paschi di Siena, non sarà tollerabile ora perdere anche i palazzi storici e le centinaia di beni mobili artistici e di opere d’arte accolte e acquistate nei secoli dai nostri avi.
L’operazione di vendita è già cominciata nell’indifferenza generale di chi dovrebbe tutelare gli interessi dei Veneti. E non ci venga detto che non ci sono le risorse quando continuiamo a lasciare ogni anno un residuo fiscale di quasi 20 Miliardi di Euro (poco meno di 40.000.000.000.000 di vecchie Lire)
Sul Sole24ore del 22 febbraio 2019 Unicredit ha annunciato la vendita di 60.000 opere facenti parte delle raccolte delle banche aggregate in tutta Europa e quindi anche delle nostre Casse di Risparmio di Treviso (Cassamarca) e della Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno (Cariverona). Parliamo di Arturo Martini, Bernardo Bellotto, Emilio Vedova e molti altri grandi artisti Veneti.
Le grandi case d’aste sono già in fermento per accaparrarsi la vendita sui mercati mondiali dell’arte.
Banca Intesa Sanpaolo ha invece affermato di voler conservare e valorizzare il patrimonio artistico incorporato da Veneto Banca e da Banca Popolare di Vicenza. Ma fino a quando? In fondo sono soggetti finanziari le cui priorità sono i risultati economico patrimoniali e non le collezioni artistiche!
Solo un grande progetto regionale – sottolinea Indipendenza Veneta – che chiami a sé tutte le forze economiche disponibili potrà condizionare giuste scelte di permanenza nel nostro Veneto e di valorizzazione. I grandi palazzi storici come ad esempio Palazzo Thiene di Vicenza non possono essere perduti con i Tiepolo, i Tintoretto, i Bassano e Palma il Giovane ivi contenuti.
Unicredit lascia intendere nell’articolo giornalistico del 22 febbraio “Avvieremo un graduale processo di vendita …, donando alcune opere ai musei locali e investendo sui giovani artisti”, lasciando intendere a nostro avviso di essere in attesa che “qualcuno” si muova, si faccia avanti per salvare questo patrimonio che ogni veneto sente profondamente appartenere al proprio popolo .
I veneti rimangono in fiduciosa attesa .
Indipendenza Veneta