Industria Veneta, Unioncamere: “Primi mesi 2022: produzione ancora positiva, ma rallenta”

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Santocono e Pozza

Nel primo trimestre del 2022 rallenta la crescita dei livelli produttivi dell’industria veneta, registrando un +2,4% rispetto al trimestre precedente. Il confronto su base annua, ora non più falsato dai risultati del 2020 legati alle dinamiche dell’emergenza Covid e dalle forti contrazioni della domanda, fa registrare una variazione tendenziale del +8,9%. Il sentiment degli imprenditori per i primi tre mesi del 2022 risulta inaspettatamente positivo, nonostante gli scenari, grazie all’allungamento del portafoglio ordini. Nel primo trimestre 2019, il comparto manifatturiero aveva, mediamente, 51 giorni di produzione assicurati dal portafoglio ordini, equivalente ad un orizzonte temporale di lavoro di circa tre mesi e mezzo. Oggi l’indicatore è salito a 76 giorni, dilatando di quasi un altro mese i tempi di evasione degli ordini. A dirlo sono i dati dell’indagine VenetoCongiuntura di Unioncamere del Veneto condotta ad aprile 2022 su un campione di più di 1.750 imprese con almeno 10 addetti, cui fa riferimento un’occupazione complessiva di 80.300 addetti (www.venetocongiuntura.it), e presentati oggi nella sede della Camera di Commercio di Padova.

«A due anni dal diffondersi dell’epidemia Covid e a due mesi dell’inizio dell’invasione russa in Ucraina, le prospettive di crescita a livello mondiale sono incerte, con l’interruzione della ripresa e del processo di aggiustamento dell’economia globale che aveva caratterizzato l’ultimo periodo del 2021. L’impennata dell’inflazione ha portato le banche centrali ad una stretta finanziaria con un aumento dei tassi di interesse proprio mentre i valori attesi nella crescita del Pil sono in netto ridimensionamento ovunque. Nonostante la difficile situazione internazionale e il rincaro dei prezzi di materie prime ed energia rappresentano dei fattori di freno per la capacità produttiva, nei primi tre mesi del 2022 le imprese manifatturiere venete hanno fatto segnare un aumento della produzione del +2,4% congiunturale e dell’8,9% tendenziale – spiega Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto. I risultati in crescita sono sostenuti anche dal forte portafoglio ordini, sia estero che nazionale. La lunghezza del portafoglio ordini è forse l’indicatore che permette di capire meglio quale situazione paradossale stiano vivendo le imprese manifatturiere venete. Oggi l’indicatore in Veneto è salito a 76 giorni di produzione assicurata, dilatando di quasi un mese i tempi di evasione degli ordini rispetto al primo trimestre 2019 (51 giorni), che teniamo ancora come termine di confronto “ordinario”. E ci sono settori come i macchinari industriali e i mezzi di trasporto (inclusa componentistica per l’automotive) che vedono passare il loro tempo di evasione degli ordini dai circa 70 giorni del primo trimestre 2019, agli oltre 110 giorni attuali: circa sette mesi di lavoro. Il clima di fiducia positivo manifestato dalle imprese per il secondo trimestre 2022 è da leggere quindi con molta cautela visto che le previsioni fanno riferimento ad una scadenza temporale breve. La sensazione è che le spinte inflazionistiche abbiano ancora un impatto lieve sul sentiment degli imprenditori veneti e che la produzione stia ancora beneficiando della coda di ripresa post-Covid.  Le imprese di fatto hanno già in casa gli ordini, pur con tutte le differenze da settore a settore. Il problema, semmai, è riuscire ad evaderli, non solo per incassare, ma soprattutto per evitare che si deteriorano ulteriormente le condizioni operative (costi aziendali) rispetto ai contratti già stipulati. Questa è a nostro avviso la chiave di lettura per contemplare questi giudizi previsivi, ma se proseguirà sciaguratamente la guerra entreremo in un territorio in cui ancora nessuno sa cosa potrà effettivamente succedere.

A livello settoriale, l’incremento della produzione rispetto al primo trimestre del 2021 è stato più marcato per i comparti tessile e abbigliamento (+15,7%) e metalli e prodotti in metallo (+13,2%). Sopra la media regionale anche i settori macchine elettriche ed elettroniche (+12,5%), legno e mobile (+12,1%), marmo, vetro e ceramica (+11,1%) e carta e stampa (+9,4%). 

Andamento diverso invece per il settore gomma e plastica che ha registrato una diminuzione tendenziale della produzione (-4,5%). 

L’andamento positivo dell’attività produttiva delle imprese venete è sostenuto dall’allungamento del portafoglio ordini che si attesta su un valore medio di 76 giorni (10 giorni in più rispetto a fine 2021 e 25 giorni rispetto al primo trimestre 2019). L’indicatore del grado di utilizzo degli impianti si attesta al 76%, in linea con il dato di fine 2021.

Per quanto riguarda il livello delle giacenze dei prodotti finiti, nel primo trimestre 2022, il 57% delle imprese industriali l’ha ritenuto adeguato, mentre il 10% del campione ha valutato le giacenze scarse e il 5% in esubero. Il 28% delle imprese non tiene giacenze in azienda.

Nel primo trimestre 2022 la variazione su base annua del fatturato totale ha segnato un aumento del +14%. Sulla significativa crescita dell’indicatore pesano gli incrementi di prezzo dei prodotti finiti in atto. A livello settoriale l’aumento del fatturato ha evidenziato l’incremento più marcato nel settore dei metalli e prodotti in metallo (+21%), mentre la gomma e plastica hanno registrato la variazione meno significativa (+6%). Anche gli ordinativi hanno mostrato una performance positiva. Significativo è il contributo proveniente dal mercato estero (+11,8% rispetto allo stesso periodo del 2021). Tengono anche gli ordinativi provenienti dal mercato interno (+11,4% su base annua). 

Nel primo trimestre 2022 le prospettive degli imprenditori per aprile-giugno del 2022 restano positive: in media, il 54% delle imprese scommette sull’aumento della produzione, a fronte di un 12% di pessimisti e di un 34% che fornisce indicazioni di stazionarietà. Il clima di fiducia delle imprese è da leggere con cautela visto che le previsioni fanno riferimento ad una scadenza temporale breve. La sensazione è che le spinte inflazionistiche abbiano ancora un impatto lieve sul sentiment degli imprenditori veneti e che la produzione stia ancora beneficiando della coda di ripresa post-Covid.