La celebrazione dei diritti dei bambini e degli adolescenti, sancita attraverso la ricorrenza dell’adozione, da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, della Dichiarazione dei diritti dell’infanzia, a partire dal lontano 1959, e della Convenzione sui diritti dell’Infanzia, anno 1989, ci hanno posto di fronte alla fondamentale introduzione, all’interno del nostro complesso sistema sanitario, della visione dei pazienti-bambini come soggetti di diritto, e non più come meri passivi soggetti di cura.
Impossibile, in una occasione così importante, dove nell’ambito della tutela della salute della collettività, emergono da un lato gli enormi passi in avanti compiuti dalla ricerca nell’ambito delle patologie infantili più gravi, e anche ahimè le lacune ancora da sanare e gli indispensabili passi in avanti da compiere nell’ambito del fabbisogno e della gestione della salute di soggetti cosi bisognosi di costanti cure, fisiche e psicologiche, non menzionare il ruolo sempre più centrale svolto da professionisti specializzati come gli infermieri pediatrici italiani».
Così Antonio De Palma, Presidente Nazionale del Nursing Up.
“I nostri professionisti della salute, che rappresentano sempre più l’eccellenza della sanità europea, offrono, ai piccoli e giovani malati, un supporto costante, non solo assistenziale, ma mettono a disposizione dei soggetti più fragili anche una carica di umanità che si rivela, spesso, come la chiave di volta, per sostenere non solo i pazienti ma anche loro famiglie nei lunghi e tortuosi tunnel delle cure. Si pensi alle degenze nei tanti reparti oncologici, dove i piccoli trascorrono mesi e mesi delle loro vite.
La sempre più evidente autonomia nella gestione dei pazienti, guadagnata sul campo come legittima e naturale evoluzione di una crescente competenza, necessita di tradursi sempre di più in qualità delle prestazioni sanitarie, al servizio in questo caso di bambini e adolescenti, non solo nelle corsie ospedaliere, ma anche e soprattutto al di fuori delle strutture pubbliche.
Pensiamo ad esempio ai centri specializzati per bambini portatori di handicap, ma anche ad un indispensabile rafforzamento della sanità di prossimità, con il ruolo chiave, nell’ambito della collettività, dell’infermiere di famiglia, che può e deve agire anche come figura guida nella prevenzione, ad esempio nel mondo scolastico.
Ed è per questo, continua De Palma, che la celebrazione di una ricorrenza del genere, non può esimerci dal porre, all’attenzione dell’opinione pubblica, inevitabili riflessioni su quale debba essere, necessariamente, l’impegno delle istituzioni, quali Governo e Regioni, per non disperdere il patrimonio professionale e umano rappresentato dai nostri infermieri, così importante per consentire alla sanità italiana di rispondere sempre di più alle esigenze dei nostri figli, dei nostri ragazzi, con gli infermieri che si rivelano sempre più capaci di offrire strumenti idonei per la guarigione non solo dal punto di vista sanitario, ma anche attraverso le loro capacita’ di comunicazione ed ascolto.
Impossibile, allora, non guardare anche alle necessità delle famiglie degli infermieri stessi, prima di tutto donne e uomini, madri e padri, spesso costretti a sacrificare il benessere dei propri figli, per sostenere sulle proprie spalle il macigno di una realtà sanitaria che, alla luce della crescente carenza di personale e di piaghe strutturali irrisolte, vede gli infermieri, nell’ambito delle loro enormi responsabilità, pagare un notevole dazio a livello personale, sottraendo tempo prezioso alla propria famiglia.
Riprogettare e ricostruire la nostra organizzazione sanitaria, soprattutto in un’ottica di scarsità di risorse, significa ricercare e trovare l’equilibrio tra efficienza ed efficacia del sistema. L’equilibrio si ottiene definendo nuove regole organizzative, mettendo nella condizione gli attori del sistema ad agire nel miglior modo possibile, esaltando al massimo determinate competenze di cui pochi Paesi in Europa, al pari del nostro, possono fregiarsi.
Tutto questo significa implementare una sanità sempre più di qualità ed efficiente, che non solo risponda ai bisogni in questo caso dell’infanzia e dell’adolescenza, ma diventi figlia legittima di un sistema dove chi opera al suo interno possa godere a sua volta di strumenti idonei per vivere la realtà quotidiana dell’essere infermiere con una serenità che possa essere funzionale alla propria vita personale, nella quale ci sono bambini e adolescenti che hanno gli stessi diritti e le stesse necessità degli altri”, conclude De Palma.