Senza un massiccio piano di assunzioni di infermieri di famiglia la Sanità territoriale rischia il tracollo. Lo sostiene con forza il Nursing Up, sindacato nazionale di categoria.
E per far comprendere quanto questa sia una esigenza per molte famiglie italiane, vengono esposti due esempi, due storie italiane provenienti dal Lazio. “Queste storie – racconta Antonio De Palma, presidente Nazionale del Nursing Up – ci arrivano attraverso il coraggioso racconto dei cronisti locali.
Da una parte la vicenda di alcuni infermieri di famiglia che, nel Viterbese, pur avendo convenzioni dirette con l’Asl locale, da tempo non ricevono più gratuitamente quei presidi e materiali che per loro sono fondamentali per curare i pazienti allettati, affetti da gravi patologie.
Dall’altra la storia di una bambina di 11 anni, Gaia, che, nel territorio di Fiumicino, ha una tracheostomia e necessita di un’assistenza costante. Fino a due anni fa, con la presenza degli infermieri specializzati su cui contare, Gaia poteva recarsi ogni giorno a scuola e ricevere l’assistenza di cui ha bisogno.
Da mesi, la piccola non può più permettersi nemmeno alcun tipo di istruzione obbligatoria ed è stata abbandonata a se stessa, finanche dalle istituzioni locali. Gaia ha perso la mamma, e di lei si occupano la nonna e la sorella maggiore, che per garantirle le cure necessarie per la sua malattia, si sono trasferite a Fiumicino, dal napoletano, nei pressi del Bambin Gesù di Palidoro.
Nel suo caso la presenza degli infermieri è indispensabile: gli infermieri sono gli unici che, attraverso la loro competenza, possono garantire la gestione in sicurezza di ausili invasivi e salvavita come la tracheostomia, che necessita di assistenza continua, giorno e notte.
Si occupano di medicazioni, somministrazione di pasti e farmaci attraverso la gastrostomia. Ma gli infermieri scarseggiano, in Italia ne mancano 80mila: e per tutta risposta ai familiari, incredibile ma vero, sarebbe stato proposto di accettare il supporto di operatori socio-sanitari al posto degli infermieri.
Una paradosso, una beffa, dal momento che queste figure per legge non possono gestire la tracheostomia a scuola, e perché nemmeno con loro, addirittura, sarebbe garantita, come prima, per la piccola, una copertura completa dei turni.
Da Roma alla Tuscia. Nella provincia di Viterbo, i cronisti locali ci raccontano che la stabilità dell’assistenza domiciliare di alcune cooperative convenzionate direttamente con l’Asl, vacilla pericolosamente.
Se durante il Covid, infatti, gli infermieri domiciliari ricevevano regolarmente e gratuitamente, come da convenzione, materiale sanitario dalle Asl locali, adesso, viste le contingenze economiche, ci giunge notizia che da mesi sono i parenti dei pazienti allettati a dover addirittura acquistare cerotti, garze e altri presidi di medicamento, in particolare per malati affetti da ulcere croniche.Sono direttamente i parenti dei pazienti a scrivere ai giornali locali.
Storie che devono farci riflettere, che devono farci indignare”, conclude Antonio De Palma.