Infermieri sospesi perché senza Pec, Nursing Up: “Con carenza personale, non possiamo permettercelo”. Citato il caso Veneto

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infermieri senza pec

Alcuni infermieri sono stati sospesi dal servizio perché non si sono dotati di un indirizzo di posta elettronica certificata (Pec), come invece previsto dal decreto semplificazioni che impone l’obbligo, per tutti i professionisti iscritti in un albo, di comunicare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata.

In merito interviene il Nursing Up, sindacato della categoria degli infermieri, che cita il caso di 190 professionisti sospesi per questo motivo dall’ordine di Taranto.

“Proviamo a ragionare serenamente – dice Antonio De Palma, presidente nazionale del Nursing Up – su una norma che, seppur legittima, in questo particolare momento storico, a nostro avviso, andrebbe urgentemente ripensata. Non possiamo permetterci di lasciare a casa 190 professionisti con una carenza di 80mila infermieri da Nord a Sud.

Vorremmo invitare il nuovo Governo ad intervenire proponendo modifiche alle attuali disposizioni, per rendere meno drastica questa normativa. Non dimentichiamo che ci sono ancora centinaia di infermieri sospesi dal lavoro per questioni legate al Covid, che per ora non saranno reintegrati.

Bisognerebbe modificare le norme attuali e prevenirne i pericolosi effetti: con una voragine di infermieri così ampia, con i bandi concorsuali che vanno deserti perché gli infermieri non ritengono idonee le proposte che vengono loro offerte, con l’emorragia  di professionisti dalla sanità pubblica che si dimettono, con la fuga di infermieri all’estero, dobbiamo cercare, gioco forza, ed il nuovo Governo ha gli strumenti per farlo, una soluzione per evitare il tracollo del nostro sistema.

Paradosso dei paradossi, poi, da una parte sospendiamo i nostri infermieri perché non sono dotati di una PEC, ma dall’altra, per sopperire alla mancanza di personale, come accade con l’Ulss 3 Serenissima, reclutiamo addirittura professionisti dal Venezuela.

Ora, qui nessuno discute le leggi, che vanno applicate, ma non sarebbe opportuno agire con un pizzico di elasticità in più, ad esempio attivando una campagna informativa di massa, per mettere tutti gli infermieri (e gli altri professionisti sanitari) nella condizione di regolarizzarsi?

Potrà sembrare assurdo, ma se molti OPI offrono addirittura le PEC a titolo gratuito e alcuni infermieri ancora non si regolarizzano, forse questo accade per carente informazione, qui serve un atteggiamento sereno e collaborativo.

Concediamo inoltre il giusto tempo per regolarizzarsi, 30 giorni potrebbero non bastare e potrebbe essere necessario concedere una ulteriore deroga”, chiosa De Palma.