Dal 26 giugno al 31 agosto il salone della Basilica palladiana di Vicenza ospita Infernus, una mostra dedicata a Dante del giovane artista asiaghese Leonardo Frigo. Una mostra che, come è emerso dalla presentazione avvenuta questa mattina alla presenza del sindaco Rucco, dell’assessore alla Cultura Siotto, del curatore Gianfranco Ferlisi, dell’amministratore delegato di Tecnè Michela Morizzo, del vicepresidente di Agsm Aim (main sponsor) Gianfranco Vivian e del medesimo artista Frigo, è densa di significati. Innanzitutto si tratta della prima mostra post-restrizioni Covid (in attesa di uscirne del tutto), periodo che, ha spiegato il sindaco Rucco “ha penalizzato tanto dal punto di vista economico il settore della cultura”.
Poi rende omaggio ai 700 anni dalla morte del sommo poeta Dante Alighieri, le cui opere sono entrate nell’immaginario collettivo di diverse generazioni non solo italiane, e che quindi ben rappresenta il nostro Paese, e infine dà spazio a un artista emergente che pur vivendo a Londra è rimasto legato alla sua vicentinità.
Una mostra di un violoncello e 33 violini su cui Frigo ha disegnato con china e inchiostro scene tratte dai canti infernali. Una mostra innovativa, che porta per la prima volta in Basilica un nuovo tipo di illuminazione, che parla della Divina Commedia in maniera alternativa attraverso uno strumento musicale e dei disegni, con un video in cui una voce legge i versi dell’opera mentre lo schermo proietta le immagini di Frigo che disegna con l’inchiostro le scene dei diversi canti sui violini.
“Porteremo qui alcune serate del Vicenza jazz e di Notti al museo” ha detto l’assessore Siotto, spiegando che ci saranno quindi eventi collaterali per far conoscere la mostra, che dopo Vicenza sarà in altre città italiane e all’estero. “Il mio auspicio è che questa mostra possa anche invogliare le persone a rileggersi la Divina Commedia”.
“A sei anni mia mamma mi ha regalato un libro illustrato della Divina Commedia” ha spiegato Frigo. “A 12 ho capito che Dante non era veramente stato all’inferno, in purgatorio e in paradiso. Quattro anni fa ho pensato a questo progetto con l’intenzione di realizzarlo in occasione dei 700 anni, appunto nel 2021. Non parlavo una parola d’inglese, ma ho pensato che Londra fossa perfetta per portare Dante e la cultura italiana nel mondo. A Londra si sta bene, ma io sono rimasto legato alle mie radici, che sono ad Asiago”.