INFORMAZIONE TRASPARENTE E RECUPERO DELLE FRAGILITÀ SISTEMICHE

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Per cogliere le occasioni

L’accordo raggiunto sulle concessioni balneari lascia presagire il raggiungimento entro le tempistiche assegnate (30 giugno) degli obiettivi necessari alla erogazione della seconda parte dei fondi europei.

Durante il secondo semestre 2022 sono stati conseguiti i primi 51 obiettivi concordati. Ma ciò che desta preoccupazione sono i traguardi e gli obiettivi intermedi, a carattere interno, che mostrano un tasso di realizzazione più basso (69%).
Nel semestre in corso, l’avanzamento del Piano impone ulteriori 45 obiettivi europei (6 dei quali risultano già conseguiti), ai quali si aggiungono 70 obiettivi intermedi nazionali e ulteriori 55 legati ai progetti finanziati con il Fondo complementare. Purtroppo, ancora preliminari – come emerso dal controllo eseguito dalla Corte dei Conti – sono i passi compiuti nell’avvio di riforme da cui si attendono risultati di rilievo nel prossimo futuro: dalla riforma dell’amministrazione finanziaria e da quella fiscale, per maggiore equità e a un miglioramento della competitività del sistema produttivo; dalla riforma del quadro di revisione della spesa pubblica, per il recupero di margini di risparmio utili a un rientro dai livelli di spesa legati alla fase emergenziale.

«I dati disponibili relativi ai progetti complementari» – ha osservato la Corte dei Conti – «indicano che solo poco più del 50% delle somme stanziate sono state impegnate e pagate. Pur registrandosi segnali positivi, persistono, dunque, lentezze nell’attuazione: il processo di aggiornamento della normativa degli appalti si sta svolgendo nei tempi previsti e sono consistenti anche i progressi maturati nel campo delle misure di semplificazione; è stata rafforzata la capacità amministrativa delle pp.aa. attraverso i piani di assunzione specificamente previsti dal d.l. n. 80/2021, ma resta più lenta di quanto auspicabile l’implementazione – all’interno delle singole amministrazioni responsabili – delle strutture tecniche di coordinamento delle attività del PNRR. Adottati prontamente gli atti regolamentari, non altrettanto tempestivamente si è proceduto nel completare le dotazioni organiche delle strutture, soprattutto in relazione ai profili dirigenziali. Ancora limitata è la disponibilità di strutture tecniche a sostegno delle capacità progettuali delle amministrazioni territoriali. Capacità, quest’ultima, non surrogabile, pena la perdita dei fondi o la necessità di riprogrammare gli interventi, con il ricorso a quote di riserva».
Tali difficoltà mettono in ombra la ventata di ottimismo degli ultimi tempi, ove si consideri che esse «nel caso degli enti territoriali e, in particolare, di quelli del Mezzogiorno, sono accentuate dal grado di concentrazione temporale dei bandi di selezione dei progetti e di assegnazione delle risorse (in particolare a partire da dicembre 2021) con intervalli di partecipazione particolarmente stringenti (in media circa due mesi)» [dalla relazione della Corte dei Conti, sullo stato di attuazione del PNRR del 29 marzo 2022].

Sarà, a riguardo, fondamentale che l’ampia gamma di strumenti di assistenza tecnica e di rafforzamento della capacità tecnico-amministrativa delle realtà territoriali sia prontamente disponibile.
Essenziale è, dunque, avviare un progetto di sistema per le Regioni del Sud Italia, per rafforzarne la capacità amministrativa e ridurre i divari territoriali, con contenimento delle diseguaglianze sociali, economiche e territoriali. Non si può ignorare, infatti, che, con il 40% di enti locali in dissesto e senza dirigenti tecnici, per le amministrazioni sarà difficilissimo riuscire a recuperare le risorse adeguate alla costruzione e l’attuazione di progetti seri e realmente innovativi.

Il rischio che le risorse del Recovery vadano disperse è alto.

Per questo, va accolta con favore la recente istituzione di uno specifico Tavolo tecnico di coordinamento da parte della Ragioneria Generale dello Stato, dedicato alle azioni di assistenza tecnica alle realtà territoriali coinvolte nell’attuazione del Recovery.
In virtù dell’urgenza di predisporre queste forme di supporto, occorre investire le Università, i Politecnici, la Cassa Depositi e Prestiti, i Consorzi Territoriali di Ricerca e l’Agenzia per la Coesione Territoriale del compito di collaborare alla predisposizione di prototipi dei progetti da realizzare a livello locale e di inserire, in una prospettiva di riduzione dei divari territoriali, le ZES in un sistema unico e interconnesso per consentirne il rilancio e incrementarne la produttività anche mediante la sottoposizione ad un regime di esenzione fiscale.

Fondamentale è un’azione programmatoria, non di stretta emergenza, nella certezza che, affinché l’occasione sia massimamente colta, serva intervenire sulle fragilità sistemiche in prospettive di durata, con visione e lungimiranza.

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Fonte: INFORMAZIONE TRASPARENTE E RECUPERO DELLE FRAGILITÀ SISTEMICHE

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