«La crescente mancanza di medici di base e di pediatri è un altro degli effetti negativi di una inadeguata programmazione acuita del numero chiuso nelle facoltà di medicina e dell’appetibilità sempre minore della professione di medico “pubblico”», ci dice, in apertura del nostro incontro sul tema con lui, Riccardo Crocetta, ministro della Sanità, Ricerca e Formazione per Meritocrazia Italia.
Per “tamponare”, al solito, l’esplosione di questo problema è stato recentemente approvato un provvedimento legislativo per innalzare l’età di pensionamento a 72 anni per medici di famiglia, pediatri ed ex guardia medica. Qual è la sua opinione, Crocetta?
«La decisione del Governo è apprezzabile e consentirà a migliaia di cittadini italiani di non perdere il proprio medico di fiducia e di non interrompere il proprio percorso assistenziale. La misura, però, non è sufficiente e non mancano delle criticità».
Come bisogna affrontarle Crocetta?
«Occorre che vengano presto sottoscritti nuovi Accordi Collettivi Nazionali che prevedano almeno la possibilità per le Regioni di aumentare, laddove necessario, il numero massimo di pazienti per i medici di famiglia cosiddetti “massimalisti” e pediatri di libera scelta. Al momento e a breve termine non vedo altre strade da percorrere».
Ma questo allargamento del numero di assistiti non potrebbe portare a un abbassamento medio del livello qualitativo di assistenza caricando medici di base e pediatri di libera scelta di un eccesso di pazienti da seguire con la dovuta cura?
«Certo ma per sgravarli di questo carico di lavoro, che è provato come sia composto per un terzo da adempimenti burocratici, per un altro terzo da prestazioni che potrebbero essere fornite da infermieri e solo per il restante terzo da attività tipicamente mediche, andrebbe facilitata, con una giusta retribuzione aggiuntiva e specifica, la possibilità per tutti i medici e pediatri di famiglia di poter assumere personale infermieristico e di studio».
Questa strada passa, di certo, per nuovi accordi.
«Sì e serve, infatti, un incontro tra la SISAC (Struttura Interregionale Sanitari Convenzionati) e i sindacati maggiormente rappresentativi della Medicina generale e della Pediatria di libera scelta per sottoscrivere, in tempi brevissimi, un accordo nazionale che disciplini le modalità di esercizio di tale diritto nell’interesse della cittadinanza e dei lavoratori, dei più giovani e dei più esperti».
Ci paiono tutte osservazioni condivisibili quelle che ci ha espresso Riccardo Crocetta ma, lo abbiamo detto in premessa, se quelle esaminate sono soluzioni dovute ma urgenti, ancora più urgente è aprire un tavolo di confronto fra tutti gli interessati, tra cui le Università e le scuole di formazione del personale sanitario.
«Questo tavolo – conclude Crocetta – in tempi ragionevolmente brevi deve portare a programmare le nuove linee guida della sanità pubblica, bene primario di questo Paese, anche quando supportata da quella privata, e in quelle linee, che devono prevedere anche sburocratizzazione e informatizzazione delle attività, vanno inquadrate e soddisfatte le esigenze quantitative e qualitative dei medici del prossimo futuro».
Inutile dire che di sicuro è pronto a dare un contributo intorno a quel tavolo il ministro della Sanità, Ricerca e Formazione per Meritocrazia Italia, l’associazione, che il presidente Walter Mauriello sta sempre di più portando ad incidere su vari e importanti temi, evidenziando una crescita esponenziale dei suoi iscritti e simpatizzanti, che, a loro volta, aumentano per l’accresciuta condivisione delle soluzioni targate Meritocrazia e per il contributo che ognuno può dare alla formazione di quelle soluzioni sia sui social di MI sia negli incontri regionali e nazionali.