«Materia complessa». La scelta della perizia rappresenta una svolta e costituisce un precedente in una fase in cui anche i giudici trevigiani stanno per decidere su Veneto Banca. Il ricorso al Ctu per l’accertamento dello stato di insolvenza è spiegato nel decreto con «la complessità del medesimo che richiede indagine tecnica. La parola decisiva sullo stato di insolvenza di Bpvi la darà un avvocato e docente universitario milanese, il professor Bruno Inzitari. Lo ha stabilito il tribunale di Vicenza con decreto firmato dal giudice Giuseppe Limitone (notificato ieri alle parti) che ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio (Ctu) per accertare la situazione dell’istituto alla data del 25 giugno 2017, quando il governo ne decise la messa in liquidazione insieme a Veneto Banca.
Il conferimento dell’incarico avverrà nell’udienza fissata per la prossima settimana e le parti, precisa il tribunale berico, potranno nel frattempo depositare memorie utili a integrare il quesito sul quale lavorerà poi il perito. Nel provvedimento vengono invitati Banca d’Italia, l’ex Cda e i commissari liquidatori a presentare proprie memorie con riferimento all’istanza della Procura vicentina che, appunto, ha chiesto venga dichiarato lo stato di insolvenza dell’ex Popolare. Richiesta analoga era stata avanzata precedentemente da un gruppo di risparmiatori che però il tribunale ha ora estromesso ritenendoli non legittimisti.
Il giudice richiama la sentenza della Cassazione 20186 dell’agosto 2017 che indica i presupposti per la sua dichiarazione citando il «venir meno delle condizioni di liquidità e di credito necessarie per l’espletamento della specifica attività imprenditoriale». La peculiarità dell’attività bancaria, rileva la Suprema Corte, fa sì che assuma particolare rilevanza indiziaria sul grado di irreversibilità della crisi, il deficit patrimoniale «che si connota come dato centrale rispetto sia agli inadempimenti che all’eventuale illiquidità». La verifica della sussistenza dell’insolvenza è stata dunque assegnata a un tecnico di alto profilo. Bruno Inzitari è un avvocato e professore universitario di diritto alla Bicocca che lo scorso marzo alla Borsa di Milano ha ricevuto il premio Loy riservato alle eccellenze nell’ambito bancario. È stato alla guida di istituti di credito in crisi: ha seguito l’amministrazione straordinaria della Banca di Ferrara ed è stato commissario straordinario di Banca Marche.
L’incarico al professor Inzitari verrà formalmente assegnato nell’udienza del 24 maggio in tribunale a Vicenza. Il tribunale ha chiesto a Banca d’Italia di produrre un proprio parere in merito all’istanza della Procura. Ha altresì espressamente invitato i liquidatori e l’ex Cda (Gianni Mion, Salvatore Bragantini, Fabrizio Viola, Nicolò Abriani, Luigi Arturo Bianchi, Carlo Carraro, Rosa Cipriotti, Massimo Ferrari e Alessandro Pansa) a essere presenti in udienza o a presentare uno scritto per esprimersi a loro volta sull’esistenza o meno dello stato di insolvenza.
Chi invece non potrà partecipare al processo sono quelli che per primi avevano chiesto la dichiarazione dello stato di insolvenza sia al tribunale di Vicenza che a quello di Treviso per Veneto Banca: i risparmiatori. Un gruppo di ex soci guidati dagli avvocati Luigi Fadalti e Andrea Arman ha aperto infatti il “filone”che potrebbe avere ripercussioni decisive: in caso di dichiarazione di fallimento, la Procura potrà indagare per bancarotta e salvare il processo dal rischio prescrizione. Il collegio presieduto dal giudice Limitone ne ha stabilito però l’estromissione in quanto «soggetti non legittimati». Questa anche la linea di Treviso.
da Il Mattino di Padova