Il senatore vicentino Zanettin, autore lampo di un’interrogazione su un presunto insulto razzista in tv su Eleven Sport nei confronti di un giocatore di colore del Vicenza, Freddi, per un attimo indicato come “negro” in telecronaca, è stato ringraziato subito su Twitter da Lorenzo Greco, il padre dell’atleta, “per aver difeso la dignità di mio figlio di fronte a queste gravissime dichiarazioni“.
Molto probabilmente si è trattata di una, sia pur vituperabile, gaffe del telecronista quella finita in Parlamento, che può essere così ricostruita procedendo con ordine.
Ieri, giovedì 1º dicembre a Trento, si è giocata la partita di Serie C tra i padroni di casa e il Lane (leggi qui). Nel corso della telecronaca trasmessa in streaming una nota piattaforma sportiva, il telecronista si sarebbe lasciato sfuggire un “negro” all’indirizzo di un calciatore degli ospiti biancorossi, ovvero Joan Freddi Greco.
Quest’ultimo, al dodicesimo minuto del match sistema il pallone ed è pronto a calciare una punizione dal limite dell’area verso la porta avversaria. Date le sue doti balistiche, ben note nella categoria, il commentatore richiama l’attenzione e – stando ad alcune fonti online – commette una gaffe all’indirizzo del calciatore di origini malgasce.
Ecco allora che “Greco” diventa “Negro” per quel che appare come un errore clamoroso sul cognome del giocatore, seguito immediatamente – è giusto evidenziarlo -, da una pronta rettifica con tanto di scuse: il telecronista afferma di aver detto “Negro” al posto, appunto, di “Greco”.
Tutto finito? No, perché l’episodio finisce all’attenzione del senatore vicentino di Forza Italia Pierantonio Zanettin che ha parlato di episodio di razzismo, pur riconoscendo la possibile gaffe e citando egli stesso le pronte scuse del telecronista.
In una nota, a proposito del presunto insulto razzista, il senatore, infatti, dice: “È vero che poi si è scusato in diretta, ma la gaffe è comunque imperdonabile.
Ho presentato immediatamente un’interrogazione ai ministri dello Sport e dello Sviluppo economico perché valutino l’opportunità di adottare sanzioni nei confronti del telecronista ed eventualmente anche dell’emittente televisiva. In materia di razzismo non si scherza e non sono ammesse indulgenze”.
Ed ecco il perché del ringraziamento del papà del giocatore che ha anticipato di sicuro le risposte dei ministri “interrogati” ma che, in loro attesa, potrebbe riconsiderare il fallo del telecronista e giudicarlo sanzionabile severamente ma senza cartellini.
Questo sarà possibile se per lui varranno qualcosa le scuse immediate del collega che non può essere definito tout court “razzista” (e già sospeso, pur con mille distinguo, dalla dua emittente) solo per un aggettivo, sbagliato ed esecrabile, pronunciato, con immediate scuse, nella frenesia di una diretta.
Al telecronista il papà di Freddi conceda di poter commettere gli stessi errori dei calciatori, magari anche di suo figlio, che nella foga della partita possono colpire involontariamente un avversario ma che, solo per un calcio, per quanto duro e condannabile, non possono essere definiti automaticamente dei killer…