La senatrice vicentina della Lega Erika Stefani ha presentato un emendamento al ddl sulle intercettazioni firmato dal senatore di Forza Italia Pierantonio Zanettin, anch’egli vicentino, in discussione in Commissione Giustizia.
La proposta prevede lo stop alle intercettazioni oltre una durata massima di 45 giorni, salvo che nei procedimenti in materia di criminalità organizzata oppure quando l’assoluta indispensabilità delle operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti, oggetto di espressa motivazione.
Critico Il Fatto Quotidiano sulla mossa: “La nuova tagliola – scrive Paolo Frosin – non scatta solo se si procede per associazione per delinquere o per reati ad aggravante mafiosa, oppure se dai nastri emergono “elementi specifici e concreti” per andare avanti. Anche in quest’ultima espressione è nascosta una stretta: al momento, infatti, per ottenere la proroga serve dimostrare l’”assoluta indispensabilità” del mezzo di ricerca della prova, che può essere ritenuta sussistente anche nel caso in cui gli indagati, come spesso accade, per un certo periodo non dicano né facciano nulla di compromettente. Con la nuova norma, invece, il pm dovrà per forza portare al giudice un “risultato” investigativo entro i primi 45 giorni”.
L’emendamento proposto dalla senatrice leghista sostituisce l’articolo 2 del ddl Zanettin, che prevedeva il divieto di concedere proroghe “se nel corso degli ultimi due periodi di intercettazione precedenti” non fossero “emersi elementi investigativi utili alle indagini”.
“Al fattoquotidiano.it il senatore azzurro si esprime positivamente sulla proposta della collega: “Mi pare in linea con gli esiti dell’indagine conoscitiva sulle intercettazioni che abbiamo svolto in Commissione. Non ho ancora avuto tempo di studiarlo nel dettaglio, ma mi sembra una soluzione equilibrata”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano