È notizia di questi giorni che l’AIFA, l’Agenzia Italiana del Farmaco, ha approvato due terapie basate su anticorpi monoclonali in grado di combattere efficacemente il Covid-19 e le sue varianti. Questa vittoria scientifica si aggiunge all’annuncio della Commissione europea che ad ottobre 2021 saranno autorizzate altre terapie contro il Coronavirus. Alla luce di ciò, ho ritenuto opportuno interrogare la stessa Commissione sull’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata dei vaccini contro la Sars-Cov-2 avvenuta tramite la c.d. procedura “Fast Track”, i cui requisiti per l’avvio sono la presenza di un forte impatto in termini di mortalità sulla popolazione e la totale assenza di cure contro la malattia. In virtù della decadenza di uno dei due requisiti, ho chiesto alla Commissione se non sia opportuno riprendere la procedura ordinaria di autorizzazione e nel contempo promuovere l’utilizzo di farmaci che sono in grado di curare il Coronavirus. Che senso ha il “ricatto vaccinale” in Europa se esistono terapie approvate in grado di curare il Covid-19? Ricevere una risposta celere ed esaustiva da parte delle Istituzioni è un diritto di tutti i cittadini europei.
Deputato italiano al Parlamento europeo MEP
Parlamentare europeo del Gruppo dei Conservatori e Riformisti Europei
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