Intesa Sanpaolo, Il Sole 24 Ore: “4,8 miliardi di utili in sei mesi”

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Intesa Sanpaolo, sede centrale di Torino
Intesa Sanpaolo, sede centrale di Torino

Intesa Sanpaolo ha chiuso il suo miglior primo semestre di sempre, mettendo a segno un utile a quota 4,76 miliardi di euro (+13% rispetto a giugno 2023). Ne scrive Luca Davi oggi per Il Sole 24 Ore.

Merito di commissioni e interessi che continuano a crescere – scrive –, e ben oltre le aspettative. Ma il risultato, oltre che di ricavi in crescita, è frutto anche di un controllo dei costi che, nonostante gli investimenti in tecnologia, continua ad essere rigoroso. E di un bacino di Npl che non dà segnali di peggioramento. Tutto ciò consente al colosso bancario di alzare la guidance sul risultato netto che sale a «oltre 8,5 miliardi» sia per il 2024 che per il 2025, rispetto alla stima precedente che parlava di «oltre 8 miliardi». E nel contempo si apre la porta a un’ulteriore tranche di buyback”.

Ieri, martedì 30 luglio 2024, il Ceo di Intesa Sanpaolo Carlo Messina, ha comunicato questi dati “che – ha detto – confermano la sostenibilità del modello di business del gruppo”. L’utile del secondo trimestre ha toccato i 2,47 miliardi di euro. Il margine di interesse è arrivato nel semestre a 7,9 miliardi, in rialzo del 16,2% su giugno 2023.

Il trend rialzista del margine di interesse potrebbe essere oramai ai massimi («questo trimestre potrebbe essere stato il momento di picco degli interessi netti», ammette il banchiere in call) – scrive ancora Davi – ma le prospettive su questo fronte sono comunque positive, grazie ai risultati generati dagli strumenti di copertura messi in piedi negli scorsi trimestri. «Avremo buone soddisfazioni anche per il 2024 e 2025» visto il contributo della hedging facility che porta a vedere rosa anche con una guidance dell’Euribor al 2,6% a fine 2025, spiega il banchiere”.

Inoltre, come riporta il quotidiano economico, numeri positivi arrivano anche dal fronte commissionale, con le fees nette cresciute nel semestre a 4,6 miliardi (+6,9%), voce che spinge i proventi operativi netti del 9,6% a 13,6 miliardi. “Ed è qua che Intesa Sanpaolo punta ad estrarre valore in prospettiva, tanto da aver identificato 100 miliardi di euro della clientela che dal risparmio amministrato possono essere travasati nel gestito. A ciò si aggiunge il supporto dei prodotti assicurativi che, seppure deboli in questo trimestre data la stagionalità, sono destinati a diventare una voce significativa una volta che andranno a scadenza i prodotti di risparmio della clientela. Ca’ de Sass – e Messina lo ribadisce – punta poi a fare leva sulle sinergie dall’accorpamento in un presidio unitario delle attività di wealth management così da «accelerarne la crescita e favorire una maggiore integrazione delle fabbriche prodotto»”.

Cautela e attenzione viene comunque riposta nei confronti dell’andamento del costo del rischio del credito ipotizzato tra i 30 e 40 punti.

Per gli azionisti, intanto –  si legge ancora su Il Sole –, ci sono buone notizie. Una redditività organica oltre le attese – che consente di accantonare dividendi per 3,3 miliardi di euro – , porta infatti il capitale a «ben oltre» il 14% dopo Basilea 4 nel 2025 (rispetto al precedente 13,5%). E ciò lascia spazio a una maggiore distribuzione che sarà valutata nel tempo. Di certo l’aumento della guidance sull’utile netto per il 2024 implica un dividend yield di oltre il 10%, al top del mercato. E ora si apre lo spazio per un’ulteriore tranche di buyback, che si aggiunge all’attuale da 1,7 miliardi. Se ne parlerà «a fine anno». Fuori dai radar, invece, il tema del risiko, in Italia come «in Europa perché i target non sono nella posizione di creare valore per i nostri azionisti»”.

Fonte: Il Sole 24 Ore