Inverno demografico, a rischio il sistema scolastico

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L’emergenza denatalità è arrivata anche ai piani alti dell’ex Provveditorato agli studi di Vicenza. Quei 1200 bimbi in meno iscritti alla primaria sono un chiaro segnale. Il responsabile Carlo Formaggio si interroga sul futuro della scuola vicentina: «Il sistema va ripensato» dice.

Ha già in mente un incontro con i vari presidi, ne ha già parlato anche con la provincia di Vicenza: «Il problema riguarda anche e soprattutto le amministrazioni pubbliche, le scelte principali le prendono loro, serve sinergia. Dobbiamo ragionare sui bambini nati dal 2018 al 2015 che sono appena entrati alla materna» sottolinea.

Sul tavolo c’è la questione dei comprensivi sottodimensionati e di quelli a rischio.

Ad oggi la situazione di sottodimensionamento (il limite sono 400 iscritti per gli Ic di montagna e 600 per gli altri), tocca il plesso di Lusiana e quello di Santorso che – su decisione dei rispettivi comuni – non subiranno modifiche, ma da settembre non avranno più un preside dedicato, ma un dirigente reggente. È sottodimensionato anche l’Istituto comprensivo di Brendola che, con il nuovo anno scolastico, si unirà a quello di Santorso. Troppo pochi iscritti anche al liceo artistico di Nove e al liceo Zanella di Schio che diventerà parte del liceo Tron. A Lisiera per il primo anno, la primaria del paese non avrà la prima. «Non verranno chiuse strutture, – assicura Formaggio – rientreranno nel perimetro di un altro comprensivo e gli spazi potranno essere utilizzati in maniera diversa». «Ci sono altri plessi che sfiorano il limite del sottodimensionamento e, in proiezione, con una diminuzione demografia ad onda, il rischio è che nel giro di qualche anno la situazione “peggiori”».

L’unica soluzione per Formaggio è l’organizzazione scolastica pensata in base alle esigenze dei vari territori.

«Queste scelte non devono avere una priorità campanilistica, ma un’utilità per la crescita dei ragazzi. Noi dobbiamo puntare a una scuola efficace, efficiente. Questo può avvenire solo dove ci sono offerte formative valide e mirate».

Con questa logica alcuni plessi si stanno “rinvigorendo”, ad esempio, dove è presente il tempo pieno: «A settembre avremo 20 classi di tempo pieno in più – spiega il dirigente -, abbiamo accontentato tutte le richieste delle prime elementari arrivate dalle scuole per rispondere alle esigenze delle famiglie. La nostra provincia ha la percentuale più bassa di classi a tempo pieno rispetto alla media regionale. Nel Vicentino siamo al 26%, il Veneziano supera il 50%.

«La priorità è rivedere il piano di dimensionamento provinciale. La scelta reale, alla fine, è del Comitato d’ambito, dove si riuniscono i sindaci delle comunità interessate. Si procede a “distretti”, ad esempio l’anno scorso c’è stata un’operazione tra Arzignano e Montecchio e sono stati chiamati tutti i comuni della Val Chiampo fino alla prima periferia di Vicenza».

«Non dobbiamo allarmarci – conclude Formaggio -. Questo fenomeno non è la fine di qualcosa, può essere invece un momento di ripensamento e di grande novità all’interno della scuola». Il futuro sono le pluriclassi (bambini di età diverse nella stessa classe) «progetti didattici che esistono da anni e validi per alcune zone» e il ripensamento del concetto di aula: «Sono per l’evoluzione interna della scuola, dove le attività didattiche non hanno necessariamente bisogno di un’aula».

Se non si fanno più figli serve aprire la mente e rompere gli schemi.