Involuzione Polonia e Ungheria in Europa, Aduc: “sospendere diritto di voto in Consiglio”

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involuzione Polonia e Ungheria

L’Unione europea a 27 Stati:
a) rappresenta il 5,5% della popolazione mondiale;
b) produce il 21% della ricchezza mondiale;
c) spende mediamente il 50% in benessere (pensioni, sanità, assistenza).
Non esistono altre aree nel Mondo, con queste caratteristiche, che possano paragonarsi all’Unione europea: né negli Stati Uniti, né in la Cina.

In particolare – afferma nel comunicato che pubblichiamo Primo Mastrantoni dell’associazione  Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. l’Italia spende il 56% dell’intera spesa statale (anno 2019) in benessere, smentendo il mito diffuso che il nostro Paese spenda poco per le prestazioni sociali. Tradotto in cifre si tratta di 488 miliardi di euro. L’ammontare è tale che ci pone ai vertici mondiali di spesa in questo settore. Certo è che occorre razionalizzare e che è necessario rendere equa la distribuzione di servizi in tutta la Penisola.

La costruzione dell’Unione europea è stata un processo lungo, non facile, ma sostenuto dalla memoria degli orrori della Prima e Seconda guerra mondiale (70 milioni di morti).

Un passo ulteriore è stato fatto dall’Unione europea che ha promosso la Conferenza sul futuro dell’Europa (1).
Un’iniziativa comune di Parlamento, Consiglio e Commissione per ascoltare la voce degli europei e consentire loro di esprimersi sul futuro dell’Europa, attraverso una serie di discussioni e dibattiti guidati dai cittadini.
Non esistono iniziative del genere al Mondo: né negli Stati Uniti, né in Cina.

Eppure, ci sono alcuni Paesi comunitari (es. Polonia, Ungheria) che, dopo essere stati sotto il tallone sovietico per oltre 40 anni, e aver visto nascere la democrazia, avviano processi involutivi verso forme di autocrazia, incompatibili con la presenza nell’Unione europea: mettono in discussione lo Stato di diritto e rinnegano patti sottoscritti di comune accordo decenni fa, pur continuando a beneficiare di fondi europei che hanno contribuito a farli emergere economicamente.

Occorre combattere queste derive autocratiche e illiberali.

E’ indispensabile attivare le procedure previste dall’articolo 7 del trattato sull’Unione europea, il quale prevede la possibilità di sospendere i diritti di adesione all’Unione europea (ad esempio il diritto di voto in sede di Consiglio), in caso di violazione grave e persistente, da parte di un paese membro, dei principi sui quali poggia l’Unione (libertà, democrazia, rispetto dei diritti dell’uomo, delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto).

Non è l’espulsione dalla Ue, che non è prevista dall’ordinamento comunitario, né il veto alle sanzioni, sulle quali giocano in alternanza e a copertura Polonia e Ungheria, ma è più che un segnale per definire chi vuole far parte di un sistema democratico e di benessere e chi vuole sprofondare nell’autarchia e nella povertà.

(1) Conferenza sul futuro dell’Europa – Consilium: https://avvertenze.aduc.it/statiunitideuropa/conferenza+sull+europa+partecipare+proponendo+come_33610.php

 

Primo Mastrantoni, Aduc