La storia è semplice da raccontarsi ma, forse, è un altro sopruso contro i soci azzerati della BPVi, in questo caso gli scavalcati.
Il 5 marzo, alla presenza del presidente di transizione Stefano Dolcetta e dell’Ad Francesco Iorio e in assenza di quasi tutto il cda che (Il Sole 24 Ore) “ha scelto di disertare l’appuntamento per motivi di opportunità, dal momento che la maggioranza dei consiglieri era già in carica durante la gestione Sorato-Zonin, oggetto di inchieste e della censura della Vigilanza…” si svolge a Gambellara una delle ultime, più drammatiche assemblee della Banca Popolare di Vicenza.
Dopo una giornata infuocata con “molti fischi e contestazioni da parte dei quasi 5800 soci presenti (alle fine l’affluenza finale sarà 11mila persone, deleghe comprese) rivolti all’indirizzo dei vecchi vertici…” viene dato il “via libera dei soci alla trasformazione in Spa, all’aumento di capitale e alla Borsa. L’81,9% dei soci ha approvato il primo punto all’ordine del giorno, gli altri due sono passati all’87%. Il voto è arrivato dopo 4 ore di intenso dibattito, in un clima da stadio, tra fischi, applausi e contestazioni agli amministratori attuali (e passati)…“.
In questo scenario il notaio Francesca Boschetti l’8 marzo verbalizza l’avvenuto anche riguardo all’impegno pubblicamente preso da Iorio con gli “scavalcati” (coloro che avevano chiesto di vendere i titoli ma che furono ignorati a favore di soci privilegiati che videro esaudite le richieste di vendita pur avendole presentate dopo gli altri).
Ma Boschetti, le contesterà con una denuncia querela presentata a nome di alcuni soci il 25 maggio 2016 l’avvocato Renato Bertelle, sintetizza i passaggi dell’intervento di Iorio ritenendo di poter omettere la frase impegnativa dell’Ad (“chi è stato scavalcato sarà adeguatamente risarcito…“) pronunciata, come da audio dell’assemblea, come da ripresa anche dagli organi di stampa e come evidenziato da Vicenzapiu.com nel video pubblicato il giorno stesso e di seguito riproposto, dopo avere precisato riguardo alle “attività di ricostruzione dell’ordine cronologico di vendita svolte dalla banca…l’intenzione di aprire in tempi non lunghi tavoli di confronto“, unico passaggio riportato, invece, al riguardo dal notaio nel verbale.
La disamina del caso, affidata alla pm Silvia Golin, nonostante le azioni di Bertelle che, per i ritardi da lui lamentati, presenta un anno dopo una richiesta di avocazione presso al procura generale di Venezia, si chiude con una bocciatura dell’istanza e con un’archiviazione del giudice Massimo Gerace, che accetta le motivazioni della pm che ritiene sufficiente la sintesi del verbale che non riportava l’impegno preciso al risarcimento degli scavalcati.
Ma in questi giorni l’avvocato di Malo, uno dei più battaglieri anche nelle assemblee inneggianti a Zonin, consultando gli atti della Procura per il processo BPVi che, uno dei pochi, sta seguendo assiduamente per le parti civili rappresentate, ha trovato la trascrizione di un’intercettazione ambientale di un colloquio tra l’ex presidente Gianni Zonin e il dirigente Adriano Cauduro ancora in forza alla banca in cui i due danno ragione piena a Bertelle, anche se indicato con un nome errato, sulla omissione nel verbale dell’impegno preso da Iorio: “chi è stato scavalcato sarà adeguatamente risarcito…”.
Cosa ad oggi non più fatta…
Nell’intervista all’avvocato potete conoscere tutti i dettagli della vicenda, e l’amarezza, per l’ennesimo affronto fatto a chi ha subito di tutto e di più, come vedersi negati anche gli impegni post Zonin a favore degli scavalcati.
Ma se i vicentini continueranno a brillare per rassegnazione che senso hanno gli sforzi di Bertelle e, scusatemi, di VicenzaPiu.com a battagliare per la verità e la giustizia se i soldati continuano a fuggire… da se stessi?