“Otto infermieri che si turnano ogni 100 ospiti, la cui età media è 85 anni, attrezzature sanitarie spesso inadeguate. Sono solo la punta dell’iceberg di una miriade di criticità riscontrate nelle 355 Rsa venete e che la pandemia non ha fatto altro che acuire”.
Lo denuncia Arturo Lorenzoni, Portavoce dell’Opposizione in Consiglio regionale.
“Senza spirito polemico, ma in maniera costruttiva, chiedo la ripresa di un confronto in Regione sulla riforma delle Ipab, ferma addirittura dal 2000 – esordisce lo speaker della minoranza – È prevista da una legge dello Stato di due decenni fa. Il ritardo dell’amministrazione regionale al riguardo è incommensurabile. Peraltro, non basta il mero accreditamento (l’ultimo è giunto per una Casa di riposo da 120 posti in fase di costruzione a Maserà), ma servono iniziative finalizzate a controlli costanti all’interno di queste strutture, cui i famigliari degli assistiti ripongono massima fiducia”.
“Oggi, di fatto, le Rsa ospitano quasi esclusivamente anziani non autosufficienti e con patologie invalidanti – fa presente il Portavoce – Pertanto, sono sensibilmente aumentate le attività e le prestazioni di carattere sanitario. Tale evoluzione non è sempre stata accompagnata da interventi concreti ed efficaci finalizzati a migliorare le procedure, le normative e i servizi. Ecco perché è urgentissima la ripresa di un confronto sulle Ipab”.
“L’attuale contesto ci impone di avere uno sguardo lungimirante – osserva Lorenzoni – A questo riguardo, le Ipab sono destinate a venire trasformate in Centri servizi organicamente inseriti nella filiera dei servizi socio-sanitari e socio-assistenziali a livello territoriale. Fra le misure concrete, ad esempio, dovrebbe essere presente un medico h 24”.
“Nell’ambito della riforma, infine, potrebbero rientrare una serie di interventi relativi all’assistenza domiciliare, reale alternativa alle medesime strutture residenziali – conclude Arturo Lorenzoni – Noi, come gruppi di Opposizione, appoggiamo un dialogo senza pregiudizi”.