Israele-Hamas, domenica a Roma vertice con Cia e Mossad per ostaggi e tregua

130

(Adnkronos) – E' atteso per domenica un vertice a Roma tra il direttore della Cia Bill Burns, il capo del Mossad Dedi Barnea, il primo ministro del Qatar, Mohammed bin Abdel Rahman al-Thani, e il capo dell'intelligence egiziana, Abbas Kamal, per cercare di chiudere l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza e far tornare gli ostaggi israeliani a casa. E' quanto rivelano Axios e Walla citando fonti israeliane e americane.  Il nuovo round di negoziati avviene in un momento cruciale, sottolinea Axios, ricordando che ieri Benjamin Netanyahu ha incontrato Joe Biden che considera l'accordo fondamentale per la sua "legacy". Alle famiglie degli ostaggi incontrate ieri ha infatti ribadito che continuerà a spingere verso questo obiettivo fino alla fine del suo mandato, e queste, dopo l'incontro, a cui ha partecipato anche Bibi, si sono dette più ottimiste. L'incontro di ieri è stata anche l'occasione per discutere le nuove richieste, più severe, di Netanyahu, l'istituzione di un meccanismo di monitoraggio di armi e militanti dal sud al nord di Gaza e il mantenimento del controllo israeliano del confine tra Gaza e l'Egitto. Bibi si è impegnato a far avere entro due giorni una proposta aggiornata ai mediatori degli Usa, Qatar e Egitto per passarla ad Hamas. Le fonti di Axios, però, sottolineano come, anche dopo 3 ore di colloqui, Biden e i suoi consiglieri non sanno ancora se Bibi voglia veramente l'accordo o stia solo guadagnando tempo per evitare il collasso del suo governo. Riguardo all'incontro di Roma, fonti informate spiegano che non si ritiene che vi saranno negoziati dettagliati sui punti ancora aperti, ma si concentrerà a individuare una strategia per procedere. Negoziatori israeliani non sperano quindi che a Roma si possa arrivare ad una svolta, dubitando che la pressione di Biden abbia convinto il premier ad alleggerire alcune delle sue nuove, severe richieste. "Netanyahu vuole un accordo impossibile, al momento non è disposto a muoversi e quindi potremo andare incontro ad una crisi dei negoziati piuttosto che ad un accordo", conclude una fonte israeliana di Axios. Intanto oggi – dopo il discorso al Congresso, i colloqui separati alla Casa Bianca con Joe Biden e Kamala Harris – Benjamin Netanyahu oggi è in Florida per incontrare Donald Trump a Mar a Lago. Si tratta del primo incontro tra i due da quando il tycoon ha lasciato la Casa Bianca, cosa che colpisce vista la stretta relazione personale con il premier israeliano che Trump vantava quando era presidente. Le cose sarebbero però cambiate quando Netanyahu inviò un messaggio di congratulazioni a Joe Biden per la vittoria nel 2020, facendo infuriare Trump che continuava a denunciare presunte elezioni rubate. In tempi più recenti, dopo il 7 ottobre, il tycoon non ha esitato a criticare il modo in cui Netanyahu sta gestendo la guerra, accusandolo di essersi fatto cogliere "impreparato" dall'attacco di Hamas. Secondo fonti citate da Times of Israel, i due non solo non si sono visti in questi anni, ma non si sono neanche parlati al telefono. Il primo colloquio tra i due dal gennaio 2021 è avvenuto questo mese, quando Bibi ha chiamato Trump per fargli gli auguri del 4 luglio. Fonti dell'ex amministrazione Trump parlano di "relazione di odio e amore tra i due". "È tempo che questa guerra finisca", ha detto la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris in quello che ha definito un colloquio "franco e costruttivo" con Netanyahu. Usando un tono più duro rispetto al presidente Biden, Harris ha affermato di aver espresso chiaramente le sue "serie preoccupazioni" in merito alle vittime di Gaza, sottolineando con Netanyahu quanto sia importante il modo in cui Israele si difende. Harris ha inoltre sottolineato la necessità di trovare un percorso verso una soluzione a due Stati. Le parole della vicepresidente americana Harris non possono essere ignorate, potrebbero ritardare un accordo sugli ostaggi, ha affermato un funzionario israeliano. "Spero che le cose che la vicepresidente ha detto in una conferenza stampa non vengano interpretate da Hamas come una frattura in via di sviluppo tra Israele e gli Stati Uniti, che ritarderebbe un accordo", ha detto il funzionario.  "Non possiamo permetterci di restare insensibili di fronte alla sofferenza e non resterò in silenzio", aveva dichiarato la Harris in una conferenza stampa dopo l'incontro con il primo ministro israeliano.  —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)