Giovani e futuro tra paura e speranza. Dall’Istituto Nicolò Rezzara un questionario tra gli studenti delle superiori e una due-giorni di confronto l’8 e 9 novembre.

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A Palazzo Nievo, ospiti della Provincia di Vicenza, l'Istituto Socio Culturale Nicolòl Rezzara e gli altri promotori della ricerca hanno presentato "Giovani e futuro tra paura e speranza"

Non solo la città, ma l’intera Provincia di Vicenza sempre più attente alle esigenze e alle aspettative dei giovani. Perché, se le nuove generazioni sono il futuro, come lo vedono loro il proprio futuro? È la domanda, per nulla scontata, che si è posto l’Istituto Socio Culturale Nicolò Rezzara, che l’ha declinata a sua volta in una ventina di domande rivolte ai diretti interessati, per la ricerca Giovani e futuro. Tra paura e speranza.

L’iniziativa, unica nel suo genere in Italia, ormai agli sgoccioli con gli ultimi questionari in distribuzione nelle scuole, ma propedeutica a un convegno dedicato in programma nel capoluogo l’8 e 9 novembre, ha subito raccolto l’entusiasmo e la collaborazione dell’Ufficio Scolastico Provinciale di Vicenza, della Provincia di Vicenza -che stamane ha ospitato la presentazione alla stampa, a Palazzo Nievo-, Confartigianato Vicenza, Centro Studi Cisl e di importanti sponsor, come Banca delle Terre Venete e Bisson Auto che molto credono nei giovani.

“In un contesto generale di grandi preoccupazioni -ha affermato Vincenzo Riboni, presidente dell’Istituto Socio Culturale Nicolò Rezzara- non solo per la congiuntura internazionale, ma anche e soprattutto per i propri scenari individuali, è indispensabile, per poter trasmettere speranza, indagare le vere paure dei nostri giovani”. “È singolare, e alla base del nostro aver voluto fortemente questa ricerca -gli ha fatto eco la vicepresidente Nicoletta Martelletto-, scoprire che i giovani di oggi temono il futuro non tanto per fattori economici, quanto per un senso paralizzante di incertezza. Dobbiamo indagare perché nel loro immaginario c’è una macchia grigia al posto dell’entusiasmo che dovrebbero avere alla loro età”.

Si dice spesso che le nuove generazioni non sono propense a generarne altre, per la paura di non poter economicamente mantenere la prole. Ed ecco la più clamorosa delle rivelazioni di questo questionario, i cui risultati provvisori l’Istituto Socio Culturale Nicolò Rezzara ha voluto anticipare questa mattina: alla domanda Hai intenzione di fare figli? Ben il 79,3% ha risposto un inatteso SI. Che non significa che sovrappopoleranno il pianeta: molti davanti alle difficoltà oggettive rinunceranno, ma le intenzioni rivelano che a fare paura non è la scarsa disponibilità economica.

“In fondo -è intervenuto il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin, padrone di casa e grande sostenitore dell’iniziativa- il dato non dovrebbe sorprendere: che aumento demografico e situazione economica non siano collegati tra loro lo ha dimostrato già il dopoguerra, tra i periodi più difficili a livello di sostentamento eppure tra i più prolifici della storia. E invece, e questo deve far riflettere, la risposta dei nostri giovani sorprende eccome. Riflettiamo su una società che, ricca o povera, ha perso il senso di condivisione e socialità per un approccio individualista, che non è certo rassicurante quanto il senso di appartenenza a una comunità”. Anche per Nardin, dunque, la ricerca dell’Istituto Socio Culturale Nicolò Rezzara è importante, perché l’insicurezza che aleggia attorno alle giovani generazioni è certamente alimentata da famiglia e società, che non solo non ascoltano ma trasmettono ansia.  La consapevolezza della percezione del domani da parte dei giovani, che sono il nostro futuro ma anche il nostro presente, non può che fornire spunti interessanti a chi è chiamato ad amministrare i territori. “Occorre un nuovo approccio -ha concluso il presidente della Provincia- perché benessere non significa solo soldi e successo, ma ascolto, tempo e condivisione”.

Il segretario generale di CISL Vicenza Raffaele Consiglio annuisce alle riflessioni del presidente della Provincia Andrea Nardin sulla necessità di un nuovo approccio ai giovani

Perfettamente d’accordo Raffaele Consiglio, segretario generale di CISL Vicenza: “Il sindacato non può non guardare al futuro -ha detto- e quindi non potevamo non sostenere questa iniziativa, perché non si può non ascoltare la voce dei giovani, il cui universo è invece poco considerato. I risultati del questionario hanno rivelato quanto poco li conosciamo e apprendere le loro perplessità rispetto al futuro mi ha ferito e colpito”.

Il questionario, come detto ancora in distribuzione e aperto fino al 26 ottobre, grazie all’adesione di 23 istituti scolastici di Vicenza e Provincia (oltre il 50% del totale) e alla collaborazione degli insegnanti che non solo lo hanno veicolato ma in alcuni casi anche reso oggetto di discussione in classe, ha raggiunto i ragazzi di quarta e quinta, per una fascia di età di 16-18 anni, quella appunto che si appresta a programmare il proprio futuro.

Ed ecco i punti salienti della sintesi delle risposte fin qui raccolte, su un campione di 1250 studenti delle scuole superiori beriche (ma i questionari raccolti nel frattempo sono già saliti a 1500 e si auspica di arrivare a 2000), presentata dal ricercatore Stefano Dal Prà Caputo. Alla domanda Che lavoro vorresti fare? Il 24% dichiara di non saperlo ancora e tra le professioni proposte vince quella di imprenditore con il 23%, mentre perdono via via popolarità il medico, l’insegnante, l’avvocato e il designer. Interrogato sul tipo di struttura in cui preferirebbe lavorare, uno schiacciante 52,8% ha scelto la multinazionale.

Interessante notare che, sondando l’età in cui i giovani immaginano il proprio ingresso nel mondo del lavoro, il 60% dichiara di voler prima laurearsi. Solo per il 23,8% dei giovani, come già intuito con l’anticipata domanda sull’intenzione di diventare genitori, a contare sono i soldi, mentre il 55,2% ambisce alla soddisfazione personale sul lavoro. A spaventarli di più all’idea di un impiego, però, è l’eventualità di essere sottopagati (64%). Infine, alla faccia dell’antico stigma sociale e sulla scia della rivoluzione Covid, rispetto alla disponibilità nelle scuole di un supporto psicologico il 37% lo reputa molto utile, il 35% abbastanza utile e solo il 6,9% inutile.

Anche Gianfranco Sasso, presidente di Banca delle Terre Venete, e Vittorino Bisson di Bisson Auto, in qualità di sponsor convinti, hanno ribadito che quello dei giovani e delle loro aspettative è IL tema di oggi, un tema a cui lavorare con impegno perché la loro forza ed energia possa fare da sveglia a una società e un’imprenditoria assopita.

L’occasione per approfondire è offerta dalla due giorni, aperta a tutti, di convegno/confronto in calendario nelle mattinate di venerdì 8 e sabato 9 novembre presso Confartigianato Vicenza, in via Fermi 134. www.istitutorezzara.it/it

Qui il comunicato della Provincia di Vicenza