Istituzione Giornata dell’autonomia del Veneto il 22 ottobre: un’occasione di celebrazione e polemica in Aula e nelle singole posizioni

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Giornata dell'autonomia del Veneto votata in Consiglio regionale (foto di archivio)
Giornata dell'autonomia del Veneto votata in Consiglio regionale (foto di archivio)

Il Consiglio Regionale del Veneto ha approvato l’istituzione della Giornata dell’Autonomia, da celebrarsi il 22 ottobre in ricordo del referendum del 2017. Questa data è stata scelta per commemorare la volontà espressa da 2 milioni e 273 mila veneti di perseguire l’autonomia differenziata. Il presidente della Regione, Luca Zaia, ha sottolineato l’importanza di questa giornata come momento per riflettere sui benefici dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione, e come occasione per approfondire tematiche amministrative, culturali e identitarie.

Il sostegno della maggioranza

La maggioranza, rappresentata in larga misura dalla Lega, ha accolto con favore l’istituzione della Giornata dell’Autonomia. Marco Zecchinato, primo firmatario del progetto di legge, ha dichiarato che questa giornata rappresenta un riconoscimento della storia del Veneto e delle sue radici nella gestione decentrata della Serenissima. Zecchinato ha inoltre evidenziato l’importanza di giornate di studio per confrontare diverse forme di autonomia e federalismo in Europa, sostenendo che l’autonomia cambierà la storia del Veneto e dell’Italia.

Giuseppe Pan, un altro esponente della Lega, ha descritto la Giornata dell’Autonomia come un nuovo traguardo e ha criticato le opposizioni per la loro incoerenza e resistenza all’autonomia, accusando il governo di favorire il Mezzogiorno a discapito del Veneto nelle ripartizioni del PNRR e altri fondi nazionali. Pan ha dichiarato: “Il Veneto non ha mai ricevuto, né ha mai avuto bisogno, dei soldi che invece sono sempre stati dati al Mezzogiorno”.

Le critiche delle opposizioni

Le opposizioni hanno espresso un netto dissenso, definendo la Giornata dell’Autonomia come una mossa propagandistica. Vanessa Camani (PD), Elena Ostanel (Il Veneto che Vogliamo), Erika Baldin (M5S), Enzo Masolo (Europa Verde) e il portavoce Arturo Lorenzoni hanno criticato l’iniziativa come una celebrazione vuota, priva di sostanza, e hanno accusato la maggioranza di utilizzare il tema dell’autonomia per fini elettorali senza portare reali benefici ai cittadini veneti.

Secondo Camani, l’autonomia promessa non è stata mantenuta e la legge Calderoli non garantisce l’attribuzione immediata e integrale delle competenze regionali. De Pasquale di Sinistra Italiana ha rincarato la dose, accusando Zaia di seguire un iter fumoso e privo di risorse chiare per l’attuazione dei Livelli Essenziali di Prestazione (LEP), e ha evidenziato come i tagli ai Comuni previsti dalla Legge di Bilancio andranno a ridurre i servizi essenziali per i cittadini.

Il dibattito in Aula

Durante il dibattito in Aula, il relatore di minoranza, Vanessa Camani, ha criticato la proposta di legge come un’occasione mancata per discutere seriamente dell’autonomia e ha denunciato l’uso del Consiglio regionale per scopi propagandistici. Alcuni membri della maggioranza, come Elisa Venturini (Forza Italia) e Joe Formaggio (FdI), hanno difeso la proposta sottolineando l’importanza di sostenere le piccole aziende e di mantenere la gestione locale dei servizi.

Dall’altra parte, esponenti delle minoranze come Arturo Lorenzoni e Erika Baldin hanno ribadito che la giornata celebrativa non risolve i problemi concreti della Regione e che l’autonomia, nella sua forma attuale, è stata svuotata del significato originale.

Marzio Favero (Lega-LV) ha giudicato la proposta di Zecchinato popolare nel senso positivo del termine, favorendo la riflessione critica intorno all’opportunità di portare avanti una timida sperimentazione di autonomia. Ha espresso stupore per la posizione della sinistra, storicamente federalista.

Alberto Villanova, capogruppo Lega-LV, ha evidenziato la contraddizione della sinistra, che contesta ciò che ha voluto inserire nella Costituzione: la possibilità di disporre di particolari forme di autonomia in ventitré materie.

Un’opportunità per il Veneto

La Capogruppo di Forza Italia, Elisa Venturini, ha sostenuto l’istituzione della Giornata come occasione utile per approfondire i contenuti relativi all’autonomia, smontando facili strumentalizzazioni. Joe Formaggio (FdI) ha lanciato un appello per mantenere la gestione dei servizi locali, sostenendo che l’autonomia è essenziale per proteggere le piccole aziende locali.

Giuseppe Pan ha sottolineato le tante sovvenzioni date al Sud, che non hanno creato sviluppo, per smontare le critiche all’autonomia che nascondono l’incapacità di gestione delle risorse. Francesca Scatto, presidente della commissione consiliare Cultura, ha ribadito il legame tra autonomia, cultura, decoro e buona amministrazione, sostenendo che l’autonomia implica responsabilità e identiche possibilità per tutte le Regioni.

Enrico Corsi (Lega-LV) ha affermato che l’autonomia fa bene a tutto il sistema Italia, dando alle Regioni capaci la possibilità di disporre di maggiori risorse e responsabilizzando le Regioni più indietro. Filippo Rigo ha ringraziato la Lega e Zaia per il percorso verso l’autonomia e ha auspicato che la legge entri nelle scuole, affinché i ragazzi studino la storia del Veneto, di cui l’autonomia è parte importante.

Roberto Bet (Lega-LV) ha ricordato che esiste una legge nazionale che disciplina la possibilità di trasferire alle Regioni tutte le 23 materie. Alberto Bozza (FI) ha sostenuto l’autonomia differenziata come un’opportunità per il Veneto e per il Paese, che richiede senso di responsabilità e confronto democratico. Fabrizio Boron (FI) ha dichiarato favorevole a ricordare la data del referendum, sottolineando che l’autonomia richiede autorevolezza e forza di decisione.

La posizione delle opposizioni

Arturo Lorenzoni ha espresso dispiacere per l’eccessiva contrapposizione tra destra e sinistra in Aula, proponendo una giornata di studi e approfondimento sull’autonomia invece di una celebrazione. Erika Baldin (M5S) ha sostenuto che ci sono temi più urgenti e ha criticato l’autonomia per essere stata svuotata dell’idea originale di trattenere il residuo fiscale. Elena Ostanel (VcV) ha definito la celebrazione una presa in giro delle istituzioni, sostenendo che il progetto spacca il Paese senza dare maggiori poteri al Veneto.

Renzo Masolo (EV) ha denunciato l’istituzione della Giornata come mera demagogia, rispondendo solo a logiche politiche. Jonatan Montanariello (PD) ha osservato che la celebrazione non risolve i problemi della Regione, essendo celebrativa di qualcosa che ancora non esiste. Anna Maria Bigon (PD) ha denunciato che l’autonomia aumenterà i costi e le disuguaglianze, mentre ci sono altre priorità come la sanità pubblica e il contrasto ai cambiamenti climatici. Chiara Luisetto (PD) ha ridotto l’istituzione della Giornata dell’Autonomia a mera operazione di marketing, chiedendo di tornare a discutere seriamente di autonomia. Andrea Zanoni (PD) ha giudicato il progetto di legge vuoto e inutile, istituendo una giornata celebrativa di qualcosa che ancora non c’è. Francesca Zottis (PD) ha criticato la mancanza di contenuti, chiedendo soluzioni concrete per le imprese e i cittadini veneti.

Conclusioni

L’istituzione della Giornata dell’Autonomia ha polarizzato il Consiglio Regionale del Veneto. Da un lato, la maggioranza vede in essa un riconoscimento della storia e della volontà del popolo veneto; dall’altro, le opposizioni la considerano una mossa propagandistica priva di sostanza e di reali benefici. La giornata si prefigura non solo come un momento di celebrazione, ma anche come un’occasione di confronto e dibattito sul futuro dell’autonomia regionale.