Sarà un nutrito gruppo di studiosi italiani, sloveni, croati e montenegrini quello che, tra venerdì 27 ottobre pomeriggio e sabato mattina 28 ottobre, si confronterà sulla storia dei rapporti tra Venezia e la Dalmazia, nella sede della Fondazione di Storia, in contrà San Franceso, 41 a Vicenza.
L’obiettivo è quello di fare il punto sulla storiografia esistente, per comprendere in modo più articolato e aggiornato il governo della Dalmazia veneta come territorio di frontiera, grazie ad un lavoro di ricerca effettuato negli archivi di Venezia, Capodistria, Zara, Spalato, Pisino e Cattaro, nonché nelle biblioteche e nei musei, che darà quale esito la pubblicazione di un volume nel quale saranno raccolti i contributi dei diversi studiosi chiamati a raccolta dalla Fondazione di Storia.
Un risultato reso possibile grazie al contributo della Regione del Veneto (ai sensi della L.R. n. 39/2019), che consentirà di approfondire diverse aree e tematiche: la geografia, le istituzioni e gli sviluppi politici della Dalmazia veneta dal 1409 al 1797; i confini con i territori Ottomani; i comuni e le comunità a Spalato nel ‘400; la nobilità di Zara; la milizia da Mar, i Morlacchi della Dalmazia, ma anche la letteratura, l’architettura e le arti nella Dalmazia Veneta.
L’aperura dei lavori è prevista venerdì 27 ottobre alle ore 16 sotto la presidenza di Vincenzo Milanesi (Università di Padova), presidente del Consiglio scientifico della Fondazione di Storia. Quattro gli interventi che si svilupperanno nel pomeriggio a partire da quello di Giorgetta Bonfiglio-Dosio (Università di Padova), al quale faranno seguito Matija Drandic (Università di Pola), Stefania Malavasi (Università di Padova) e Darko Darovec (Istituto IRRIS di ricerca, sviluppo, strategia delle società, cultura, ambiente; Capodistria).
La sessione di sabato, presieduta da Giovanni Silvano (Università di Padova), inizierà alle 9.30 e prevede gli interventi di Kristjan Knez, (Società Studi Storici e Geografici di Pirano, Centro Italiano “Carlo Combi” di Capodistria), Rino Cigui (Centro di Ricerche Storiche Rovigno)e Josip Banic (Università di Pola).