Ita/Alitalia polemizza con le low cost, Aduc: “Cencio dice male di straccio”

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In Toscana c’è un proverbio che recita: “Cencio dice male di straccio”, riferito a qualcuno che critica un altro per un difetto o una mancanza che lui stesso mostra di avere – afferma nel comunicato che pubblichiamo l’associazione Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr).

E’ quanto ci ha provocato la lettura di ciò che il presidente di ITA, Alfredo Altavilla, ha detto nei confronti di Wizz Air e Ryanair che hanno detto che la nuova Alitalia sarebbe destinata a fallire:

“In realta’ siamo in due business completamente diversi: io faccio volare aerei e persone, loro polli in batteria. Loro potrebbero aver ragione, sara’ difficile per noi, ma sono molto curioso di vedere un giorno i loro bilanci senza tutti i sussidi che hanno dalle istituzioni locali e dai piccoli aeroporti qui in Italia”. “… Molti non lo sanno ma le low cost qui in Italia volano solo grazie ai sussidi che ottengono dalle istituzioni locali, cioe’ soldi dei contribuenti” (1).

Le low cost (2) volano anche da aeroporti che fino a poco tempo fa in pochi utilizzavano perché il vettore dominante monopolista fino a qualche anno fa, Alitalia, snobbava quegli scali per sua scelta politico-economica. Infatti, come oggi le low cost vengono foraggiate da sussidi pubblici per volare su scali “secondari”, perché altrettanto non ha fatto a suo tempo Alitalia? Nessuno ce lo dirà mai e le ipotesi possono essere di vario tipo… ma sta di fatto che questi aeroporti esistevano, erano utilizzati marginalmente, e la cosiddetta compagnia di bandiera di capitale pubblico (con vocazione, quindi per il pubblico interesse), non aveva ritenuto opportuno sviluppare la mobilità con un suo investimento/interesse in merito. Soldi pubblici che non coprivano una crescente mobilità che, come poi i fatti hanno dimostrato, aveva una domanda insoddisfatta. Le low cost ci si sono buttate trovando gli enti locali, affamati di turismo e colpiti da una marginalità che penalizzava i loro territori, che le hanno foraggiate.

Ora la solita Alitalia (travestita sotto il nome ITA), che è tutta di capitali pubblici e che nasce grazie a capitali pubblici che hanno mantenuto in vita la perenne incapacità imprenditoriale della compagnia di bandiera, se la prende con queste low cost accusandole di godere di alcuni finanziamenti di enti locali che Alitalia (compagnia di “Stato”) avrebbe avuto a disposizione ma che non ha mai deciso di utilizzare. Ci vuole coraggio, delirio di onnipotenza e arroganza per tanta protervia. “Per restare nei proverbi. Riferito ad Alitalia: “Chi è senza peccato scagli la prima pietra”.

Se questa è il biglietto da visita della cosiddetta nuova Alitalia, a noi sembra che sia solo la reiterazione del vecchio e perdente modello di presenza sul mercato… convinti di essere onnipotenti e padroni, impartendo lezioni di mercato quando quest’ultimo non sanno neanche cosa sia.

1 – Ansa

2 – per le quali concordiamo con Ita/Alitalia per il fatto che fanno volare polli in batteria…