È stata confermata la volontà di chiudere la Italgelato di Camisano Vicentino: i lavoratori che rischiano il licenziamento fanno muro. “Vogliamo rimanere qui, in questo territorio al quale apparteniamo e in questa azienda che per noi è diventata una famiglia”, dicono dal presidio h24 costituito di fronte allo stabile vicentino.
Non c’è soddisfazione dopo l’incontro chiarificatore svolto ieri, mercoledì 4 settembre 2024, tra la dirigenza di Italpizza Spa e i sindacati. “I conti non tornano”, ci ha detto Giacomo Parolo, il sindacalista della Flai Cgil Vicenza delegato alla vertenza.
Di contro, la società predica calma e la volontà di “non lasciare indietro nessuno dei dipendenti direttamente coinvolti nel provvedimento“, ha fatto sapere in una nota sul vertice di ieri. La capogruppo sostiene che lo stabilimento produttivo Italgelato Srl di Camisano Vicentino, nonostante gli investimenti dello scorso anno, “si è rivelata una struttura produttiva sovradimensionata rispetto ai volumi di vendita, non più adeguata per gli standard richiesti dal mercato e dai clienti della marca privata e tecnologicamente limitata rispetto ad altro stabilimento del Gruppo, situato nel Mantovano”.
Dunque, ha ritenuto inevitabile la decisione di “chiudere lo stabilimento di Camisano Vicentino“, per salvaguardare la continuità aziendale: la Italgelato sarà trasformata in una commerciale e l’intera produzione del gelato finirà presso la sede mantovana del gruppo, “dove sarà possibile allargare la gamma a prodotti come dessert e confezioni, non solo a barattolo, ma anche a bicchiere”, è stato detto nell’incontro.
Nessuno sarà lasciato indietro, è stato poi aggiunto sulla sorte delle maestranze, 18 lavoratrici e lavoratori: “Quanto alla gestione degli esuberi – la posizione del Gruppo Italpizza -, dei 18 lavoratori coinvolti, sono solo 8 gli operai che necessiterebbero di essere ricollocati”.
Il management ha dunque prospettato una “doppia via” per questi esuberi: o passare ad altre aziende del territorio, che avrebbero manifestato a Italpizza l’interesse a eventuali assunzioni, o il ricollocamento presso altre aziende del Gruppo dislocate nelle province di Mantova, Pavia e Modena.
La posizione dei lavoratori Italgelato di Camisano Vicentino
La posizione dei lavoratori in presidio – espressa per il tramite dei sindacati – non aderisce alla visione del privato. Praticamente, su ogni aspetto: dalla decisione di chiudere lo stabilimento alle proposte di riassorbimento.
Parolo della Flai Cgil ci ha detto: “Non lasciano indietro nessuno? È da vedere. Intanto proprio ieri un contratto è scaduto e il prossimo scadrà ad ottobre. In estate questi stessi lavoratori – ha aggiunto il sindacalista – avevano ricevuto rassicurazioni, tanto da rinunciare in alcuni casi ad altre opportunità.
Ora, le soluzioni paventate loro sono degli ipotetici assorbimenti da altre aziende con chissà quali condizioni contrattuali oppure lo sradicamento dal territorio, a spese loro, con le facilmente immaginabili ripercussioni sulla vita delle loro famiglie.
I lavoratori meritano risposte concrete e rispetto – ha aggiunto -. Loro vogliono mantenere questo posto di lavoro, perché qui hanno famiglie e considerano una famiglia la stessa azienda. Essere trattati come pacchi postali genera rabbia e rancore. Non siamo assolutamente d’accordo – afferma Parolo con fermezza -: questo è altro rispetto al non lasciare indietro nessuno“.
Il sindacato, inoltre, contesta i presupposti della chiusura dello stabilimento Italgelato di Camisano Vicentino: secondo una ricerca commissionata dalla Cgil ci sarebbero tutte le condizioni per continuare a stare sul mercato ed essere competitivi. “Secondo i numeri recentemente citati dal segretario regionale del Veneto della Flai, Giosué Mattei – ancora Parolo – le previsioni sull’andamento del mercato del gelato industriale parlerebbero di crescita nei prossimi anni, fino al 30% in più”.
Un nuovo incontro all’orizzonte
Le parti si aggiorneranno martedì 10 settembre 2024, quando è previsto un nuovo incontro sulla vertenza. A quel tavolo “chiederemo soprattutto chiarimenti sul numero di lavoratori effettivamente coinvolti, perché a noi i conti non tornano“, ha detto Parolo.
Dal canto suo, Italpizza, confermando l’appuntamento di martedì prossimo, ha manifestato la propria “disponibilità ad incontrare le istituzioni al fine di illustrare in modo adeguatamente informato le motivazioni oggettive che stanno dietro a questa sofferta decisione“.