Italia, Primo Mastrantoni (Aduc): un Paese di creduloni

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Due anni fa, l’Agcom, l’Autorità per la concorrenza e il mercato (Antitrust), pubblicò gli esiti di una indagine sulla “credulità” degli italiani. Dall’analisi emergeva che circa il 60% degli italiani risultava avere «una falsa percezione in relazione a fenomeni misurabili in senso oggettivo, che riguardano una serie di tipologie di contenuti: dalle informazioni sull’economia a quelle di tipo scientifico-ambientale, dai temi importanti dell’agenda politica, quali la situazione economica, l’immigrazione, la criminalità, il lavoro”.

Insomma, siamo un popolo di creduloni.

L’indagine riportava come “il livello di istruzione e condizione socioeconomica siano in grado di influire sulle percezioni e sul riconoscimento di notizie false.”
In sintesi, più una persona è istruita, maggiore saprà difendersi dalle bufale, avendo gli strumenti culturali per analizzare le notizie che circolano.

Abbiamo qualche dubbio su questa ultima affermazione dell’Agcom, e ne abbiamo avuta la prova in questi giorni quando, intorno a un tavolo, si è parlato di approvvigionamenti energetici. Ben inteso, i commensali erano tutti professionisti con tanto di laurea. Ebbene, si deridevano le missioni dei nostri governanti in Angola alla ricerca di fonti energetiche suppletive, in particolare di gas, stante la situazione dei rapporti tra Italia e Russia. Si partiva dall’assunto, registrato in una di quelle trasmissioni televisive che classifichiamo come trash, che in Angola non c’è gas e che la missione dei nostri governanti era ridicola e l’insensatezza era avvalorata dalla finta malattia covidiana del presidente Draghi, che così si era sottratto a una brutta figura.

E’ appena il caso di ricordare che in Angola, nel 2020, l’Eni ha estratto 33 milioni di barili di petrolio e 600 mila metri cubi di gas. Tra l’altro, l’Angola è tra i maggiori Paesi produttori di petrolio dell’Africa.

Il campione dei commensali esaminato è certamente limitato, rispetto alla indagine condotta dall’Agcom, ma è un segnale che induce a riflettere sulla qualità del nostro sistema informativo, spesso basato su trasmissioni spettacolo dove l’importante è riprodurre le scene del Colosseo, con i contendenti che si azzuffano, sicchè aumenta l’audience, quindi la pubblicità e, di conseguenza, gli introiti per i gestori.
Attivare i neuroni è sempre più necessario.

 

Primo Mastrantoni, Aduc