Smentendo le più fosche previsioni, la corte inglese ha negato l'estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti come si può leggere sul Guardian.
Vogliamo esprimere la nostra soddisfazione per una decisione giusta. Una sentenza di estradizione avrebbe definitivamente affermato la messa in discussione della libertà di informazione. Un'informazione libera è quella che svela anche fatti scomodi al potere.
Noi ci siamo battuti, con le nostre forze (e la nostra debolezza), perché Julian Assange potesse tornare libero. Siamo sempre stati contro la protervia del governo statunitense che cercava di mettere a tacere non solo la persona Assange, ma qualsiasi informazione contraria alla sua pretesa di essere "padrone del mondo".
Con questa prima sentenza gli USA non sono riusciti a zittire la libera informazione e la verità.
Oggi possiamo affermare che anche noi abbiamo vinto.
La lotta per la libertà, contro tutti i tentativi di oscurare e colpire l'informazione scomoda ai poteri, deve continuare.
Partito Comunista Italiano
ViPiù e le testate del network DeepNews.it, LaltroVeneto, ParlaVeneto e Bakileaks, da sempre attive sul fronte della libertà di stampa anche per i continui attacchi a chi scrive, condividono la nota del PCI osservando anche come possa aver influito sul giudizio della corte londinese il cambio di guida dell'amministrazione USA.
Se Barack Obama, infatti, aveva fatto dei passi avanti verso una considerazione più liberale della questione Assange, Donald Trump l'aveva drammatizzata con una virulenza totale a cui è immaginabile non sia favorevole il neo eletto presidente democratico Joe Biden.
Al di là di queste letture la sentenza della giudice londinese non deve essere considerata solo un successo e un punto di arrivo della lotta mondiale, nazionale e locale per la libertà di stampa ma un incoraggiamento a proseguirla e a intensificarla a tutti i livelli a partire da quello italiano in cui giace ancora nei cassetti del Parlamento il disegno di legge che prevede un freno sostanziale al proliferare di richieste minatorie di danni per chiudere la bocca ai residui giornali e giornalisti indipendenti.
Il direttore di ViPiù
Giovanni Coviello
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