
ROMA (ITALPRESS) – Jean Claude Juncker, ex premier del Lussemburgo e presidente della Commissione dell’Unione Europea dal 2014 al 2019 analizza, in una intervista al Corriere della Sera, la situazione geopolitica attuale, mentre è in corso a Bruxelles il summit dei premier dell’Unione, e attacca dicendo che “il mondo di oggi non mi piace perché regna il disordine. E sono le mezze verità che prevalgono su ciò che è vero. Soprattutto in tempo di guerra, le bugie sono diventate un’arma”.
Per Juncker l’Unione Europea rimane “l’unico elemento di stabilità”, soprattutto in un momento in cui le “grandi potenze” Stati Uniti, Cina e Russia “stanno creando disordine”. E l’Europa? “L’Unione europea si attiene ai suoi principi e cerca di farli rispettare agli altri… Gli Stati Uniti hanno cambiato il loro comportamento, sono meno fedeli ai loro alleati rispetto al passato, l’Europa non può più considerare gli Usa come un alleato sempre fedele. L’interesse degli Stati Uniti è ora rivolto verso l’Indo-Pacifico. È un lungo processo che va avanti da anni, ma che ha raggiunto il suo culmine con la nuova amministrazione Trump”.
Il Trump2 lascia perplessi: “Vedo che tutto ciò che (il presidente statunitense, ndr) ha preconizzato e tentato nel suo primo mandato è oggi arrivato a un livello che fa dubitare della solidità dell’Alleanza atlantica – afferma Juncker -. Sono molto preoccupato dall’evoluzione della diplomazia americana che trascura i punti di vista dell’Ue. Trump ha detto che considera l’Ue un’invenzione degli europei per danneggiare gli Stati Uniti. Il che non corrisponde ad alcuna verità storica”.
Gli Usa restano il principale alleato dell’Unione? “In Europa abbiamo l’idea che i legami tra gli Stati Uniti e l’Ue debbano rimanere forti e basarsi sulla solidarietà reciproca. Spero che questa non sia una pia speranza. Ma ora dobbiamo immaginare un mondo in cui gli Usa sono un partner meno affidabile rispetto al passato”.
Così l’Europa sta prendendo le giuste contromisure per non trovarsi spiazzata e si ritrova obbligata a “investire di più nella propria difesa, a rafforzare il pilastro europeo dell’Alleanza atlantica e a immaginare un futuro di sicurezza che non può basarsi sul principio che Stati Uniti ed Europa saranno sempre una coppia affiatata”.
Nel frattempo l’Europa non deve stare lì ad elemosinare: “L’Europa non deve comportarsi come un nano, è il più grande mercato interno esistente – sottolinea Juncker -. Dobbiamo avere fiducia in noi stessi, rispettare i nostri valori e fare una campagna per questi valori a livello internazionale. Quando sarà il momento, dovremo essere in grado di difenderci con i nostri mezzi. Non mi piace come suona, ma l’Europa dovrà riarmarsi. Credo che non abbiamo altra soluzione”.
L’ex presidente della Commissione indica le tappe: “Prima di tutto, dobbiamo dotarci di una base industriale militare che non abbiamo in Europa. Questi sforzi sono in corso. Arriverà il giorno in cui, come ho proposto nel 2015, dovremo creare un vero esercito europeo. Questo è un progetto a lungo termine”.
Quindi sarà necessario un riavvicinamento tra Ue e Regno Unito? “Deve esistere una comunità di difesa tra l’Unione europea e il Regno Unito. Ci sono due eserciti in Europa che meritano questo nome: quello francese e quello britannico. Gli altri eserciti sono troppo piccoli per poter rivendicare un ruolo strategico importante in Europa. Serve la maggiore vicinanza possibile tra gli sforzi di difesa britannici e degli altri Paesi Ue”.
Meloni è più vicina all’Ue o agli Stati Uniti? “Meloni ha un rapporto individuale con Trump che non tutti i Paesi Ue hanno, ma il fatto che stia costruendo un rapporto quasi di fiducia con Trump non ostacola l’approccio europeo. Finora l’Italia non si è mai opposta alle decisioni prese dal Consiglio europeo, di cui è membro attivo e fidato”
.L’Ungheria continua a opporsi al sostegno all’Ucraina. Ci sono 26 Paesi contro 1. Che futuro vede per Kiev? “L’Ucraina ha una prospettiva europea. Questo non significa che l’Ucraina potrà diventare membro dell’Ue domani. L’Europa ha sempre sostenuto gli sforzi di difesa dell’Ucraina, con l’inconveniente che l’Ungheria e talvolta la Slovacchia hanno avuto difficoltà a seguire l’esempio. Se non è possibile sostenere l’Ucraina a 27, lo faremo a 26 e troveremo gli strumenti per poterlo fare. L’Ungheria da sola non è in grado di arrestare la marcia dell’Europa verso l’Ucraina quando si tratta di difenderne la sovranità”.
-Foto Ipa/Agency-
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