La Società del Quartetto prosegue nella carrellata di grandi protagonisti della tastiera. Mercoledì 4 maggio al Teatro Olimpico di Vicenza arrivano le sorelle Katia e Marielle Labèque, “il miglior duo pianistico al mondo”. Certamente il più noto e longevo. Metà francesi, metà italiane, le “cattive ragazze” del pianoforte suonano assieme fin dall’infanzia. Semplicemente uniche, possiedono un repertorio che spazia dal barocco al rock. A Vicenza suonano Debussy, Schubert e il minimalismo di Philip Glass.
Dopo i quattro concerti con Sir András Schiff e prima dell’attesissimo appuntamento del 22 maggio con Jan Lisiecki (che eseguirà musiche di Chopin), mercoledì 4 maggio la Società del Quartetto di Vicenza ospita al Teatro Olimpico altre due star del pianoforte: le sorelle Katia e Marielle Labèque.
Considerate dal New York Times e da gran parte della critica “il miglior duo pianistico del panorama internazionale”, Katia e Marielle Labèque suonano assieme da quando avevano rispettivamente 5 e 3 anni grazie agli insegnamenti impartiti da Ada Cecchi, la loro mamma, raffinata pianista originaria di Torre del Lago. Suo padre, convinto antifascista, nei primi anni Trenta aveva portato in Francia tutta la famiglia e lì Ada aveva coltivato il suo talento studiando con la mitica Marguerite Long, pianista alla quale Ravel aveva dedicato il Concerto in Sol maggiore.
Così Katia e Marielle sono cresciute nella cittadina francese di Hendaye, al confine con la Spagna, senza tuttavia perdere mai di vista le loro radici italiane, tant’è che da parecchi anni hanno scelto di vivere nel centro di Roma.
Le sorelle raccontano che da piccole bisticciavano tantissimo, accusandosi reciprocamente di rubarsi spazio sulla tastiera. Ma la mamma non si perse d’animo e le iscrisse al Conservatoire de Paris (in classi separate) quando Katia aveva 14 anni e Marielle 12. Qualche anno più tardi, al concerto di fine corso, la giuria all’unanimità attribuì ad entrambe il primo premio. In 175 anni di storia del prestigioso ateneo musicale francese era la prima volta che due sorelle venivano premiate assieme ex aequo e per lo stesso strumento.
Katia & Marielle lo videro come un segno del destino e da allora decisero di formare un duo pianistico che in 50 anni di attività concertistica si è esibito ovunque esplorando l’intero repertorio per due pianoforti: da Bach agli autori contemporanei. Il segreto di una simbiosi pressoché unica nel panorama musicale internazionale sta forse nel fatto che le due sorelle sono come il giorno e la notte: la maggiore è tutta dinamismo e esuberanza, mentre la più giovane è riflessiva e romantica.
Sta di fatto che le “sorelle terribili”, così diverse ma così simili, non ci misero molto a conquistare fama mondiale fin dalle loro prime uscite discografiche – oggi sono una sessantina – in particolare con la Rhapsody in Blue di Gershwin (Philips, 1980) registrata nella versione originale per due pianoforti che si guadagnò un disco d’oro e l’ammirazione di Ira Gershwin, fratello di George.
Da allora le Labèque sono protagoniste di una sfavillante carriera con esibizioni ospitate regolarmente nei più importanti teatri del mondo, collaborazioni con le più rinomate orchestre del pianeta (dai Berliner alla Gewandhaus, dalla New York Philharmonic alla Concertgebouworkest) e con direttori come Mehta, Dudamel, Ozawa, Pappano, Prêtre e Rattle.
Senza contare il rapporto molto stretto con compositori come Berio, Ligeti, Messiaen, Boulez e con personaggi come Sting, Chick Corea, Miles Davis, Herbie Hancock e Madonna, a dimostrazione che questo duo da leggenda è costantemente impegnato non solo a ricercare nuove modalità per ampliare il raggio d’ascolto del repertorio “classico”, ma anche a scoprire nuovi intrecci con altre culture e generi musicali. Il concerto al Teatro Olimpico – è la prima volta che le Sorelle si esibiscono a Vicenza – ne è un esempio.
La serata si apre infatti sulle note delle Six épigraphes antiques di Claude Debussy, compositore fra i più originali della sua epoca per la concezione armonica e timbrica del suo linguaggio musicale. I sei pezzi dalla sonorità “sospesa” realizzati nel luglio del 1914 sono un adattamento delle musiche che Debussy aveva scritto intorno al 1900 come intermezzi per una recitazione della raccolta poetica Les Chansons de Bilitis del suo amico Pierre Louÿs.
Il secondo brano in programma è la Fantasia in Fa minore Op. 103 di Franz Schubert, capolavoro che appartiene all’ampia produzione per pianoforte a quattro mani del maestro viennese. Composta nell’ultimo anno di vita e pubblicata postuma nel 1829, la Fantasia mette in luce uno Schubert maturo che padroneggia alla perfezione la tecnica contrappuntistica.
Con la seconda parte del loro concerto le Sorelle Labèque ci portano nel mondo di Philip Glass, compositore contemporaneo del filone “minimalista” che Katia e Marielle frequentano da tempo. “Les enfants terribles”, che è anche il titolo dell’ultimo album delle Labèque (Deutsche Grammophon), è una suite per due pianoforti tratta dall’omonimo lavoro che Glass scrisse nel 1996 per il balletto. «Lo studio e la registrazione del lavoro di Philip è stato un regalo bellissimo che ci ha salvato durante pandemia – hanno confessato all’unisono le Sorelle – quando tutti i concerti venivano cancellati. Alla nostra età siamo ancora qui a imparare ogni giorno musiche nuove».
I biglietti, a partire da 20 Euro, sono in vendita presso la sede della Società del Quartetto (0444 543729) e il circuito Vivaticket.