Kim conta primi morti in Ucraina, iniziata la battaglia con soldati di Kiev

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Kim Jong-un conta i primi morti tra i suoi soldati in Ucraina nel primo scontro diretto tra l’esercito di Kiev e i militari nordcoreani inviati al fronte in supporto alla Russia nella guerra in corso da oltre 1000 giorni.

Le truppe inviate da Pyongyang, secondo news fornite da Kiev, sarebbero state schierate nella regione russa di Kursk, invasa dagli ucraini all’inizio di agosto. Ad essere ucciso, ha spiegato una fonte americana al New York Times, “un numero significativo” di militari nordcoreani.

La conferma ufficiale del primo combattimento tra esercito ucraino e nordcoreano è arrivata nella serata di ieri dal leader di Kiev Volodymyr Zelensky, secondo cui “le prime battaglie con i soldati nordcoreani aprono una nuova pagina di instabilità nel mondo”. “Voglio ringraziare tutti coloro che nel mondo hanno reagito allo spiegamento di soldati nordcoreani in Russia. E che hanno reagito non solo con le parole, ma anche preparando azioni appropriate per sostenere la nostra difesa qui in Ucraina”, ha detto. “Insieme al resto del mondo, dobbiamo fare di tutto affinché questo passo della Russia per espandere la guerra sia un fallimento. Sia per loro che per la Corea del Nord“, le parole di Zelensky.

L’Ucraina si aspetta possano essere fino a 15.000 le truppe nordcoreane schierate sulla linea del fronte. Pyongyang ha inviato i propri uomini in Russia: i soldati sono stati smistati tra diversi centri di addestramento e, quindi, inviati nella regione del Kursk. L’impiego dei reparti asiatici consente alle forze di Mosca di mantenere una pressione costante sul fronte nel Donetsk: la Russia non deve riportare nel Kursk reparti che conducono l’offensiva nell’Ucraina orientale. In un’intervista alla sudcoreana Kbs il ministro ucraino della Difesa, Rustem Umerov, ha parlato del primo confronto tra truppe ucraine e nordcoreane, riferendo di uno scontro “su scala ridotta”, ma rispondendo “sì” alla domanda se possa essere considerato l’inizio della partecipazione di Pyongyang al conflitto, innescato dall’invasione russa su vasta scala dell’Ucraina, avviata il 24 febbraio di due anni fa.

Secondo il ministro, i soldati nordcoreani sono tra le truppe russe. E Umerov ha detto di aspettarsi che cinque unità, ognuna composta da 3.000 soldati, vengano dispiegate nel nordest, nell’est e nel sudest lungo un fronte di circa 1.500 chilometri. Secondo il ministero della Difesa sudcoreano, invece, oltre 10.000 truppe nordcoreane sono schierate in Russia, con un numero “considerevole” inviato al fronte”.

Intanto il G7, ma non solo, esprime i timori legati agli ultimi sviluppi sullo spiegamento delle truppe di Pyongyang sul fronte ucraino. I ministri degli Esteri di Australia, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Repubblica di Corea, Nuova Zelanda, Regno Unito, Stati Uniti e l’Alto Rappresentante dell’Unione Europea hanno infatti espresso “gravi preoccupazioni in merito allo spiegamento di truppe della RPDC in Russia, per il potenziale utilizzo sul campo di battaglia contro l’Ucraina”. “Diverse migliaia di truppe della RPDC – si legge in una dichiarazione della giornata di ieri – sono state dispiegate in Russia.

Il sostegno diretto della RPDC alla guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, oltre a dimostrare gli sforzi disperati della Russia per compensare le sue perdite, segnerebbe una pericolosa espansione del conflitto, con gravi conseguenze per la pace e la sicurezza europea e dell’Indo-Pacifico. Sarebbe un’ulteriore violazione del diritto internazionale, inclusi i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite”.

“Condanniamo con la massima fermezza possibile – prosegue – la crescente cooperazione militare tra la RPDC e la Russia, tra cui le esportazioni da parte della RPDC e l’illecita acquisizione da parte della Russia di missili balistici della RPDC in violazione di molteplici risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR), nonché l’uso da parte della Russia di questi missili e munizioni contro l’Ucraina”. “I soldati della RPDC – si legge ancora – che ricevono o forniscono qualsiasi addestramento o altra assistenza relativa all’uso di missili balistici o armi è una violazione diretta delle risoluzioni 1718, 1874 e 2270 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Siamo inoltre profondamente preoccupati per le potenziali conseguenze di qualsiasi trasferimento di tecnologia nucleare o relativa ai missili balistici dalla Russia alla RPDC in violazione delle pertinenti UNSCR. Esortiamo la RPDC a cessare di fornire assistenza alla guerra di aggressione della Russia”. “Riaffermiamo il nostro incrollabile impegno a sostenere l’Ucraina nella difesa della sua libertà, sovranità, indipendenza e integrità territoriale. Stiamo lavorando con i nostri partner internazionali per una risposta coordinata a questo nuovo sviluppo”, conclude la dichiarazione.

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