Avete visto come il presidente russo, Vladimir Putin, ha messo nel sacco l’Italia, imponendo il pagamento delle forniture di gas in rubli e aggirando le sanzioni per cui con la vendita del gas si sostiene la Russia? – si legge nella nota che pubblichiamo dell’Aduc (qui altre note dell’Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –
E’ la notizia è apparsa sui media nei giorni scorsi.
E’ così? No.
L’Eni paga il gas russo in euro o dollari, come da contratto e, una volta arrivato a buon fine il pagamento, quei soldi vengono posti sotto sequestro a causa delle sanzioni imposte alla Russia. Tra l’altro, Gazprombank, la banca ricevente, non li può riversare alla Banca centrale russa che è sanzionata, né può usarli per pagamenti per conto di altre società sanzionate, né per pagare l’importazioni di armi che è soggetta a embargo.
L’ENI ha aperto anche un conto in rubli in via precauzionale e temporanea, in attesa di ulteriori chiarimenti, ma non c’è nessun pagamento in rubli che potrebbero essere rimessi in circolazione nel mercato interno russo.
Riepilogando, l’ENI paga il gas russo in euro o in dollari che sono congelati dalle sanzioni, quindi non utilizzabili.
Eppure, abbiamo sentito raccontare la fiaba del gas pagato dall’Italia che serve a riarmare la Russia.
I media dovrebbero informare. Dovrebbero.
Primo Mastrantoni, Aduc