La carica dei “mille” con “Ci sto? Affare fatica”

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Più di mille ragazzi, quasi 30 mila ore di lavoro e 18 Comuni coinvolti nella provincia di Vicenza. Sono i numeri di “Ci Sto? Affare fatica”, progetto rivolto ai ragazzi dai 14 ai 19 anni che da inizio giugno a fine luglio sono stati impegnati in attività di volontariato, cittadinanza attiva e cura del bene comune. Organizzati in gruppi, sempre affiancati da un tutor, si sono cimentati nella pulizia di parchi, strade, sentieri, si sono occupati della piccola manutenzione di scuole, edifici comunali, sedi di quartiere e parrocchie e hanno prestato servizio nelle realtà associative e del Terzo Settore del territorio.

Nel Bassanese, da dove il progetto è partito nel 2016, sono state 140 le squadre di giovani che si sono messe all’opera utilizzando 900 pennelli, 300 litri di vernice e 400 di impregnante per ridipingere staccionate e panchine, ma anche usando 280 scope per ripulire piazze, viali, cortili e 250 metri di carta abrasiva consumata. L’esercito delle magliette rosse, poi, è entrato in azione anche nell’Alto Vicentino nei Comuni di Breganze e Sarcedo. E, per il primo anno, il progetto è arrivato a Vicenza. Quasi cento i giovani del capoluogo che hanno “fatto fatica” nell’azienda agricola “Corte Bertesina”, alla scuola materna “Piccoli”, all’Istituto San Gaetano, nelle attività del progetto Jonathan, e negli spazi della Casa per la Pace e del parco dell’Astichello. Ad ogni giovane partecipante, per il suo servizio, è stato consegnato un “buono fatica” settimanale del valore di 50 euro da spendere in abbigliamento, spese alimentari, libri scolastici, cartoleria o libri di lettura. «L’iniziativa merita di essere ripetuta coinvolgendo un numero di ragazzi sempre maggiore poiché raggiunge più obiettivi – ha detto Valeria Porelli, assessore con delega alle pari opportunitàdi Vicenza dove l’iniziativa

è promossa dalla Coop Tangram e dal Comune e rientra all’interno del più ampio progetto “S_Carpe Diem” finanziato dalla impresa sociale “Con i Bambini” attraverso il fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile -. Invita a prendersi cura della città, avvicina i ragazzi alle attività manuali, che molti di loro non hanno la possibilità di sperimentare, in particolare in una realtà in cui l’uso della tecnologia è particolarmente diffuso. Infine, funge da sostegno alla genitorialità coinvolgendo i ragazzi che sono grandi per partecipare ai centri estivi, ma ancora troppo piccoli per essere avviati ad un’attività lavorativa».

Dello stesso parere anche Mariano Scotton, assessore alle politiche giovanili di Bassano. Nella città del Ponte Vecchio e in tutto il comprensorio bassanese il progetto oltre al supporto degli assessorati dei 15 Comuni può contare sul coordinamento della cooperativa Adelante, sul sostegno di Fondazione Cariverona e della Regione Veneto, main sponsor assieme a Costenaro Assicurazione Farmacasa. Nell’Alto Vicentino, invece, oltre ai Comuni coinvolti il progetto ha preso il via grazie anche al supporto della coop Radicà.