“La ciliegia politica”: con Franco Conte e Anla Tiziano Treu e Luigi Francavilla per ritorno alla politica e al lavoro per … il bene comune

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La ciliegia politica
La ciliegia politica

Nel pomeriggio di domenica 2 giugno, a celebrazioni della Festa della Repubblica di fatto concluse, a Mestre (Venezia) in uno stupendo parco-giardino, popolato anche di bambini e animali per riconnettersi col mondo dei semplici e della natura, altrove, per non dire ovunque, martoriata, ha avuto luogo l’originale evento della ciliegia “politica” che nasce quasi trent’anni fa, in pieno clima di tangentopoli quando i partiti tradizionali erano al collasso.

Anche allora la parola ” politica” era sgradita, una parolaccia, come ha esordino Franco Conte, il padrone di casa nel suo saluto di benvenuto, da cui ho avuto l’onore di essere invitato dopo averlo conosciuto e affiancato spesso durante le lotte, non concluse, per gli indennizzi ai risparmiatori-soci delle banche messe in LCA (qui un suo intervento, ndr).

L’avvocato, come i più ligi alla forma e al rispetto del suo mondo di lungo volontariato associativo con Codacons lo chiamano, ha ricordato come la fuga della gente “per bene” aggravò il pregiudizio contro la politica… nasce l’antipolitica, anzi rinasce… già alla fine degli anni ‘40 un partito anomalo “L’uomo qualunque” arrivava a percentuali significative…”

Conte ha sottolineato che “è un’emergenza restituire dignità alla parola politica” richiamando Pio XI che, nell’Udienza ai dirigenti della Federazione Universitaria Cattolica nel lontano 1927, sollecitava: “Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio”, in contesto storico di omologazione ed illiberale.

“Ognuno si deve sentire impegnato a contrastare questa deriva dell’antipolitica. È il volontariato la foresta positiva che cresce senza far rumore!”

Il Presidente ANLA sen. Edoardo Patriarca ha sviluppato il tema “Radici laiche e di fede del volontariato” ha sottolineato che il volontariato non è “optional” ma ha radici profonde nella nostra Costituzione…art. 4 “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Ha concluso: “Ma il compito più prezioso dell’azione volontaria non è una prestazione di servizi pur decisivi nella cura della vita della comunità, ma più di tutto è la tessitura di legami sociali solidi e duraturi nel tempo.

Nella libertà, perché il dono e la gratuità vivono solo in una scelta libera e responsabile.

E nell’esercizio della fraternità (la sorella minore di Libertà e Uguaglianza) tra gli uomini che nel condividere un comune destino vivono la diversità e la pluralità delle azioni solidali come una ricchezza irrinunciabile.”

Presidente ANLA, sen. Edoardo Patriarca, comsegna Pergamena al cavaliere del lavoro Luigi Francavilla
Presidente ANLA, sen. Edoardo Patriarca, comsegna Pergamena al cavaliere del lavoro Luigi Francavilla

Sono state consegnate una pergamena per ricordare i 75 anni dell’ANLA con motivazione veramente partecipata a due protagonisti di eccezione:

  • al cav. del Lavoro Luigi Francavillail lavoro come missione, l’esperienza per il bene comune e ponte tra le generazioni” Da operaio a presidente onorario di Luxottica e importante azionista.
  • al sen. Tiziano Treuprotagonista di agire politico per il bene comune, di dialogo tra generazioni valorizzando l’esperienza degli anziani come patrimonio sociale”
    Presidente ANLA, sen. Edoardo Patriarca, consegna Pergamena al ministro e prof. Tiziano Treu.
    Presidente ANLA, sen. Edoardo Patriarca, consegna Pergamena al ministro e prof. Tiziano Treu.

Erano presenti personaggi della società civile che hanno dato un contributo.

  • l’avv. Fulvio Cavallari coordinatore regionale di ADUSBEF, anche lui conosciuto per la triste storia del default delle banche e ora anche collaboratore delle nsotre testate, online e cartacea, che ha dato, proprio, le ultime notizie in merito al Fondo indennizzi per i risparmiatori traditi di Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca e non solo;
  • Todesca Tommaso del Codacons che ha richiamato le problematiche degli anziani fragili per l’onerosità insostenibile delle rette nelle RSA a fronte della carenza ed inadeguatezza dei servizi;
  • la vicepresidente di ANLA Adriana Maglica ed il presidente del Veneto Fabio Zennaro hanno illustrato la mission ANLA: per mettere a disposizione un progetto associativo che vuole valorizzare l’esperienza, di competenze e di vita, nella prospettiva di mantenere vive reti di relazioni per scongiurare la solitudine, la vera piaga del nostro secolo.

Prima di passare a gustare ottime ciliegia, quanto mai preziose viste le piogge pervicaci, il presidente di Codacons Veneto, avv. Franco Conte, ha invitato “… tutti a stringere forte forte la persona che amate e più in generale a voler bene, perché se non siamo capaci di amare… non si avrà coraggio di sfidare i venti e trovare quelli favorevoli per il bene comune”.

Che dire soprattutto a Franco, che, pur minato nella voce, non lo è, come sapevo e domenica ho ancora di più ho notato, nei suoi… attributi? Noi ci proveremo anche con chi alimenta i venti distruttivi della società, termine e significato sempre più dimenticato, se non a parole.


Intervento del sen. Edoardo Patriarca “Radici laiche e di fede del volontariato”

La solidarietà è nella Costituzione, ed è proposta nell’art.2 come “dovere di solidarietà” che letto frettolosamente sembra più l’affermazione di un obbligo piuttosto che la prospettiva verso il quale la comunità nazionale tende nel suo determinarsi giorno dopo giorno nella costruzione della Repubblica.

A ben vedere l’art. 2 racchiude tutta la Costituzione, parla della persona nella comunità, dei diritti inviolabili da riconoscere e garantire e del dovere inderogabile di solidarietà politica, economica e sociale. Diritti inviolabili e doveri inderogabili di solidarietà solo le due facce della stessa medaglia ed esprimono il “carattere” della Costituzione: se si riconoscono i diritti non possono non essere contemplati anche i doveri (e viceversa) in coerenza con la visione personalista e comunitaria che impregna tutta la Carta, e dentro la quale vivono la cultura del dono e della gratuità, eccedente rispetto alla visione meramente contrattualistica delle relazioni sociali ed economiche regolate dal solo scambio degli equivalenti.

Il dovere di solidarietà è riproposto in altro modo anche nell’art. 4 laddove dichiara che “ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Non ultimo l’art.118 che, con l’introduzione del principio di sussidiarietà, conferisce al “dovere di solidarietà”, alle associazioni e ai singoli cittadini, la libertà e l’autonomia di operare per il bene comune: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”.

Tre articoli – ma potremmo citarne altri – che esprimono una concezione della vita comunitaria e della persona avvincente e generativa, un cantiere aperto alla solidarietà e alla libertà responsabile, un invito rivolto ad ogni cittadino per “fare Repubblica”. Per questo il dovere di solidarietà e di advocacy a tutela dei diritti dei più fragili trovano nell’attività di volontariato e della cittadinanza attiva una espressione fulgida dello spirito costituzionale. E un contributo al quel progresso spirituale della società evocato nell’art. 4 che rammenta il vincolo di fraternità e il comune destino che unisce ( o dovrebbe unire) l’intera comunità umana.

Ma qual è lo stile del cittadino solidale? Come si esprime il “dovere di solidarietà”?

La parabola del buon samaritano, per credenti e non, racchiude nei suoi passaggi il profilo di coloro che si fanno prossimi. Non è filantropia pelosa o semplice beneficenza, e neppure assistenzialismo, ma un invito all’altro ad essere cittadino a tutto tondo, e ad abitare la città. Il Samaritano, uno straniero, non si volta dall’altra parte, non opera dall’alto della sua posizione ma si abbassa nel servizio di aiuto, opera nella gratuità e nel dono, ascolta e si prende il tempo giusto, cura le ferite e progetta anche il dopo coinvolgendo l’albergatore a cui promette di ritornare se necessario.

La parabola non fa cenno al povero malcapitato, non racconta alcuna forma di restituzione da parte sua perché tutto avviene sotto la cifra della reciprocità fondata sul circolo virtuoso, oso dire repubblicano, del dare – ricevere- ricambiare… e poi ancora dare-ricevere- ricambiare. La logica dello scambio degli equivalenti che oggi si vorrebbe agita persino nelle relazioni amicali e sociali non entra e non corrompe la relazione tra il Samaritano e l’uomo che ha subito la violenza.

È questa l’esperienza del volontariato e di tutti coloro che praticano il dovere di solidarietà nel dono e nella gratuità per fare bene al prossimo e fare quindi bene a se stessi. La circolarità del “reciprocare” anima l’interdipendenza tra diritti e doveri, moltiplica l’amicizia sociale, dà corpo a quanto prevede la Costituzione nell’art.3: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

Ma il compito più prezioso dell’azione volontaria non è una prestazione di servizi pur decisivi nella cura della vita della comunità, ma più di tutto è la tessitura di legami sociali solidi e duraturi nel tempo.

Nella libertà, perché il dono e la gratuità vivono solo in una scelta libera e responsabile.

E nell’esercizio della fraternità (la sorella minore di Libertà e Uguaglianza) tra gli uomini che nel condividere un comune destino vivono la diversità e la pluralità delle azioni solidali come una ricchezza irrinunciabile.


Note curricolari Cav. Lavoro Luigi Francavilla

È presidente Luxottica Srl e vice presidente di Luxottica Group SpA. Le tappe della sua carriera vanno di pari passo con la storia del piccolo laboratorio meccanico avviato nel 1961 e diventato negli anni leader globale nella progettazione, produzione, commercializzazione e distribuzione di montature per occhiali. È entrato in Luxottica nel 1968, chiamato da Leonardo Del Vecchio. Si trovava allora a Uzwil, nel cantone svizzero di San Gallo, dove lavorava dal 1956 come operaio specializzato presso la ditta G.B. Büller e dove in quegli anni costituì la Colonia Libera Italiana (CLI), l’Associazione degli emigranti italiani, di cui diventò presidente, per promuovere il collegamento e il coordinamento tra i lavoratori emigrati. Al suo arrivo ad Agordo fu assunto in prova per un mese con il ruolo di capofficina. Da allora è rimasto in Luxottica dimostrando un eccezionale attaccamento all’azienda, ai suoi valori, al suo fondatore e guidandone lo sviluppo delle attività italiane. Dopo appena 4 anni, nel 1972 diventa direttore tecnico con il compito di dirigere l’attività di produzione e nel 1977 direttore generale. Nel 1985 entra nel Consiglio di Amministrazione della società, che in quegli anni consolida la sua espansione commerciale all’estero con la costituzione di filiali proprie per la distribuzione diretta degli occhiali agli ottici e diventa la struttura industriale più importante del Bellunese. Nel 1988 diventa amministratore delegato e nel 1991 vice presidente della società. Nel 2011 il Gruppo Luxottica ha festeggiato i 50 anni di attività, con 65.000 dipendenti in tutto il mondo di cui 4.200 in provincia di Belluno. Il Gruppo Luxottica conta 6 stabilimenti produttivi in Italia, Cina, Brasile e 1 negli Stati Uniti. La sua rete distributiva all’ingrosso copre più di 130 paesi nel mondo e ha sviluppato la sua presenza con l’acquisizione di importanti marchi e reti distributive in Asia, Nord e Sud America. Ha impegnato l’azienda, tra le prime in Italia, in attività di responsabilità sociale e ha introdotto in Luxottica iniziative significative di welfare aziendale finalizzate, in particolare, al mantenimento del potere di acquisto dei salari. A queste iniziative a livello aziendale si sono aggiunti negli anni numerosi interventi a favore del territorio.