“La città di Vicenza”: dubbi e domande sulla “Rivista a costo zero per il cittadino” di Rucco ma da cui Possamai vuole “uscire”

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La Città di Vicenza
La città di Vicenza

Con avviso esito gara del 20/12/2020 relativo alla determinazione definitiva n. 2492 del 18/12/2020 (qui tutti i relativi atti del 2020) a firma del direttore generale di allora del Comune Vicenza, Gabriele Verza, veniva aggiudicato il «servizio di ideazione, progettazione, realizzazione e diffusione, a titolo gratuito, di un notiziario comunale di comunicazione e informazione istituzionale», poi denominato La città di Vicenza, alla società TviWeb srl con sede legale a Brendola e operativa a Vicenza di cui è socio e consigliere di amministrazione Arrigo Abalti, che ha diviso la sua vita pubblica tra impegni politici col centro destra e attività professionali e imprenditoriali, quasi, sempre collegate con quella matrice.

La bocciatura di Radio Rucco

Il progetto del “servizio” nasceva probabilmente dopo la bocciatura a settembre 2019, su nostra segnalazione all’Ordine dei giornalisti del Veneto, dell’idea di costruirne, su una emittente radiofonica locale, uno analogo, da noi chiamato Radio Rucco (leggi «Radio Rucco, uno scandalo… comico “consono” a questa Vicenza», «Radio Rucco, Ordine dei Giornalisti del Veneto fermo: “Comune di Vicenza, iniziativa sconcertante!” e qui altre note, ndr), e, altra chicca, nei primi 3 numeri, finché non ne dovemmo chiedere con forza e ufficialmente al sindaco Rucco il cambio, la testata La Città di Vicenza era “disegnata” (vedi immagine successiva, ndr) con gli stessi caratteri di VicenzaPiù degli anni 2010, non standard ma di nostra proprietà in quanto ideati per noi dal nostro grafico.

La città di Vicenza di settembre 2021
“La città di Vicenza” di settembre 2021

Nasce La città di Vicenza, esibita come “Rivista a costo zero per il cittadino”

In buona sostanza il servizio fino al 31 dicembre 2022, con possibile proroga di sei mesi, era configurato come uno scambio (leggi dettagli in fondo*, ndr): la società fornitrice del servizio lo avrebbe fornito al Comune, che non avrebbe sostenuto spese, e avrebbe finanziato i costi del servizio, con ovvio utile atteso, con una raccolta pubblicitaria massima di 195.000 euro

Il trimestrale è, quindi, uscito con 4 numeri nel 2021 e altrettanti nel 2022, entrambi a partire dall’aprile dei due anni e con una nona pubblicazione a marzo 2023 tra le polemiche scatenate subito in campagna elettorale dall’allora minoranza, che fin dall’inizio e in primis con Raffaele Colombara, aveva, comunque, osteggiato la rivista “La città di Vicenza” come un “organo di propaganda” della giunta Rucco, che l’aveva ideata, e non di corretta informazione su tutta l’attività amministrativa.

Ma al di là di questi inciampi (nell’Ordine dei Giornalisti e nella copiatura pedissequa e non autorizzata dei nostri caratteri) le critiche delle minoranze di allora su un organo di stampa (pubblico-privato), dopo una iniziale “offerta” a loro rivolta di occuparvi degli spazi, rifiutati per le relative ripartizioni contestate, giravano intorno all’incredulità di base che il servizio fosse gratuito, come ha sempre pomposamente recitato la copertina “Rivista a costo zero per il cittadino“.

Le polemiche per il numero speciale-elettorale del 10 marzo 2023

Dopo l’attacco a febbraio 2023 del centrosinistra oltre che ai contenuti, anche al numero eccessivo delle copie in stampa, 53.000, di oltre tre volte superiore a quelle minime contrattuali di 15.000, per l’uscita annunciata di marzo 2023, a due mesi dal voto di metà maggio, del numero riassuntivo-celebrativo dell’operato della giunta uscente, arrivava l’immediata difesa del vice sindaco Celebron, che se la prendeva ad abundantiam (non ci sta mai male…) col Pd vicentino del passato.

La contesa passava, poi, direttamente nelle mani dei due più gettonati candidati sindaco dopo l’uscita del numero speciale del 10 marzo, le cui copie triplicate a carico di TviWeb si sperava, alludevano ironicamente i rumors degli alleati di Possamai, che fossero finanziate con aumenti tariffari della pubblicità accettati dai clienti per il boom di copie e non con un un suo esborso di denaro aggiuntivo tale da poterlo far apparire come un contributo elettorale all’allora sindaco ricandidato, chissà se, rumoreggiavano nei corridoi, in questo caso dichiarato, .

Giacomo Possamai il 15 di quel mese prendeva, quindi, l’impegno pubblico  di mettere fine, se eletto, alle pubblicazioni dell’organo comunale («La Città di Vicenza, Possamai: “In caso di vittoria lo chiuderò. Carta sprecata per fare propaganda”») e Francesco Rucco il giorno successivo, per questo motivo, gli replicava evocando un possibile attentato alla libertà di stampa («La Città di Vicenza, Rucco replica a Possamai: “Domani potrebbe voler chiudere altri giornali”»).

Nella sua accorata difesa della libertà di stampa, per la quale nel 2019 si era dovuto muovere il solitamente pigro Ordine dei Giornalisti del Veneto per non far partire per… lo stesso motivo Radio Rucco, il sindaco uscente dimenticò, evidentemente nella foga della campagna, di dire e puntualizzare una serie di cose, di cui una recente e molte altre a lui ben note all’atto della sottoscrizione del contratto, nel 2020.

Abbiamo provato a ricostruire le “dimenticanze” su base documentale, cosa che, in effetti, la precedente opposizione e ora maggioranza avrebbe potuto fare meglio e prima di noi avendo accesso diretto a tutti gli atti con annesso dovere di controllo.

Le dimenticanze su La città di Vicenza

La prima dimenticanza, doppia, è anche l’ultima, in coppia: Rucco nella replica a Possamai non disse a lui, e ai cittadini, che lui stava già difendendo con forza la libertà di stampa, almeno quella dell’editore di fatto de “La città di Vicenza”, visto che il Comune di Vicenza aveva indetto con determina  N. 3060 del 28/12/2022, questa volta a firma del direttore generale Luca Milani, una nuova gara per la “fornitura” del servizio, in scadenza a dicembre 2022 salvo proroga di sei mesi, per altri due anni, sempre salvo proroga di sei mesi.

Né Rucco, poi, nella dialettica elettorale, tornò sull’argomento della libertà di stampa a cui avrebbe attentato il suo più accreditato avversario, attribuendosi il merito di averla lui stesso assicurata visto che la nuova gara, di fatto con le stesse modalità della prima, sarebbe stata, poi, assegnata, in piena campagna elettorale,  sempre a TviWeb srl che di nuovo se la aggiudicava confrontandosi con la stessa Grafì Comunicazione S.N.C di Resana (TV), che già l’aveva persa al… primo turno: il tutto come da determina di aggiudicazione n. 1038 del 26 aprile 2023, a pochi giorni dal voto, con schema di contratto “rettificato” per mero errore, si legge nella determina successiva n. 1109 del 4 maggio (qui tutti gli atti tra il 2022 e il 2023 per La città di Vicenza, ndr).

Rivista a costo zero per il cittadino?

Un’altra dimenticanza o peccato originale, al di là delle polemiche sulla partigianeria del mezzo comunale per la quale propendiamo ma che lasciamo valutare ai lettori, riguarda la definizione pomposa in copertina del periodico comunale come “Rivista a costo zero per il cittadino“.

Lo è stata veramente a costo zero nell’era Rucco e lo rimarrebbe nel mandato Possamai, se non mantenesse il suo impegno di farne uscire l’amministrazione comunale, quando, presumibilmente non sapeva (ma cosa controllavano i consiglieri comunali di minoranza di allora pur se era difficile immaginarsi un bis della gara?) che il sindaco uscente gli avrebbe lasciato in eredità la gatta da pelare di un contratto rinnovato sul filo di lana della consiliatura?

Il contratto, il precedente e l’attuale, firmato, con dubbio gusto per la sua opportunità non giustificata da alcuna urgenza, dall’ex sindaco Rucco sui gradini che potevano essere, come poi è strato, quelli di uscita dalla sala di comando di palazzo Trissino, il contratto di servizio cosa dice riguardo alla gratuità per i cittadini?

Intanto vi si legge, a conferma delle… intenzioni che «Il servizio è reso (da TviWeb srl in questo doppio caso, ndr) a titolo totalmente gratuito, ossia senza corrispettivo economico e non comporta oneri economico/finanziari, neppure indiretti, a carico dell’amministrazione aggiudicatrice né dei destinatari del servizio medesimo».

Ma… ma per far prestare alla società aggiudicataria il suo servizio, come è specificato nel Capitolato d’appalto alla voce Oneri a carico dell’amministrazione aggiudicatrice, l’amministrazione aggiudicatrice, per il tramite del proprio Ufficio Stampa ha questi compiti tutti onerosi: «Approva l’ideazione e la progettazione del layout grafico; – Individua, predispone e trasmette all’aggiudicatario i contenuti da pubblicare (testi in formato word, immagini in alta definizione in formato jpeg); – Fornisce indicazioni all’aggiudicatario per la revisione delle bozze».

In buona sostanza è l’Ufficio stampa del Comune di Vicenza col suo personale a scrivere e fornire i testi e a procurare le foto per tutte le pagine e tutti gli spazi non occupati da pubblicità di La città di Vicenza (contrattualmente non più di 50 a numero ma vedremo anche questo punto).

Se un giornale, che dovrebbe essere fatto di contenuti, quelli che sottolineava come di valore l’Amministrazione precedente, è, quindi, fatto essenzialmente da testi e foto i costi relativi li paga il cittadino a cui vanno in carico i costi del personale dell’Ufficio stampa aggiuntivi rispetto a quelli precedenti al carico generato dal nuovo lavoro e del Portavoce precedente che abbiamo anche personalmente visto occuparsi,. con spirito di sacrificio, della revisione delle bozze, che, per chi ne sa un po’ di giornali, richiede tempo e risorse notevoli, da sottrarre alle mansioni per cui si è pagati.

“La rivista a costo zero per il cittadino” è inopinabilmente una “bufala”!

Rispetto e controllo della fornitura del servizio relativo a La città di Vicenza: domande e dubbi in attesa di chiarimenti

Ci sono tanti altri punti che zoppicano o fanno venire dei dubbi nella stesura e nella gestione dei contratti, il primo, scaduto il 31 dicembre 2022 con implicita proroga per lo meno per il contestatissimo numero di marzo 2023, che non può rientrare nella nuova assegnazione del servizio, a meno di altre scoperte tra le sue righe, e il secondo, ancora senza attuazione visto che non ha visto la luce alcun numero regolato dallo stesso.

Elenchiamo di seguito i punti di dubbio e perplessità sotto forma di domande (agli amministratori precedenti e attuali e ai dirigenti e funzionari comunali preposti alla gestione dei contratti) e cercheremo di essere brevi per non sfruttare ulteriormente la pazienza di chi ha letto finora pur se non sarà irrilevante, anzi, quello che scriveremo anche relativamente alla struttura di controllo comunale:

  • Chi in Comune ha l’archivio documentale del servizio commissionato visto che il Capo di gabinetto ci ha confermato di non averlo trovato in nessun ufficio?
  • Chi e come ha controllato che fossero stampate e distribuite «minimo 15.000 per ciascuna edizione» al di là del caso esorbitante delle 53.00 copie “elettorali”?. Ci sono copie delle bolle di consegna dello stampatore o cosa di ufficiale c’è in Comune per le necessarie verifiche?
  • Chi e come ha controllato che ci fossero, per altro stampate su «carta patinata opaca bianca minimo 100 grammi massimo 150 grammi» le «minimo 30 massimo 50 facciate autocopertinate nel periodico»?.  I 9 numeri che abbiamo nel nostro archivio completo sono tutti al di sopra delle 56 facciate con tre, inclusa l’uscita “incriminata” di marzo 2023, che ne hanno addirittura 64, con più spazio, quindi, non solo per i testi (pagati dal cittadino) ma anche per gli spazi pubblicitari i cui controvalori sono incassati dal fornitore del servizio.
  • Chi e come ha controllato che ammontassero a 195.000 euro (IVA esclusa) gli «importi massimi introitabili con la raccolta pubblicitaria». Ci sono copie delle fatture o documenti contabili certi presso il Comune appaltante per le necessarie verifiche che quella cifra non sia stata superata? Al di sotto farebbe capo al rischio imprenditoriale, al di sopra genererebbe un utile superiore al prevedibile, non si sa a chi e come destinabile.
  • secondo il Capitolato di appalto, anzi nei due di fatto identici capitolati, «gli spazi pubblicitari non possono occupare più del 40% del notiziario e la riduzione di tale percentuale viene considerata in sede di valutazione dell’offerta tecnica». Chi e come ha verificato che il limite del 40% o quello inferiore eventualmente proposto sia stato rispettato?

Poniamo, al di fuori delle domande tecniche di cui sopra, l’ultima questione, apparentemente marginale, ma non lo è, perché riguarda un onere “qualitativo” in capo alla società privata che si è aggiudicata il servizio, senza verifica alcuna da parte dell’Ente pubblico, e cioè la «l’individuazione del Direttore responsabile».

Vista la delicatezza degli argomenti trattati, sia pure se generati dall’Ufficio stampa comunale, e sottoposti ai lettori/cittadini e la commistione possibile tra interessi degli investitori pubblicitari e le attività comunali, e sicuri della professionalità della collega Eva Dallari, una pubblicista iscritta all’Ordine dei giornalisti del Veneto, ci piacerebbe professionalmente sapere se e come è stata messa in condizioni, operative ed economiche, per assolvere al ruolo di Direttore responsabile di una testata registrata in Tribunale e non di un House Organ, di cui doveva e dovrebbe, se La città di Vicenza continuerà ad esistere,  assicurare i requisiti deontologici di corrisponenza dei contenuti ai fatti e non di funzionare da Ufficio stampa camuffato.

La palla passa all’Amministrazione Possamai

Sarebbe molto importante che l’Amministrazione Possamai chiarisse tutti questi dubbi prima di procedere in un qualunque altro modo ritenesse corretto magari lasciando il compito di informare su tutto e tutti, anche a palazzo Trissino, alla “Stampa” di professione, con tutti i suoi pregi e difetti, ma “Stampa” sottoposta al giudizio dei lettori e non a un mix sicuramente confuso di pubblico e privato, in cui per giunta al lettore arrivano notizie rischiosamente di parte e gli investitore pubblicitari, tra cui quelli rappresentati dalle società partecipate o dagli organizzatori di eventi patrocinati dal Comune, può percepire messaggi commerciali ambigui, visto che gli viene proposto e/o chiesto di acquistare spazi presenti su un mezzo, sulla carta, ma solo sulla carta… scusateci il gioco di parole, del Comune.

Sarebbe un vantaggio, a nostro parere, anche per i colleghi della testata omonima edita direttamente da TviWeb, che non si troverebbero, nella stanza accanto alla loro redazione, quella del Comune di Vicenza.


*L’aggiudicazione del servizio a TviWeb srl, la cui unica concorrente era la Grafì Comunicazione S.N.C di Resana (TV), prevedeva che il servizio fosse «fornito a titolo totalmente gratuito, senza corrispettivo economico» e che non comportasse «oneri economico/finanziari, diretti o indiretti, a carico dell’Amministrazione aggiudicatrice (il Comune di Vicenza, ndr) né dei destinatari» e fissava che «ai fini contrattuali e applicativi della normativa vigente, l’importo stimato del servizio con durata dalla data di stipulazione del contratto sino al 31 dicembre 2022, con possibilità di proroga di sei mesi, è pari al valore presunto di euro 195.000,00= (IVA esclusa), calcolato sugli importi massimi introitabili con la raccolta pubblicitaria».