Mentre si starebbe profilando un “passo indietro” di Sergio Mattarella leggo all’art.1 della Costituzione della Repubblica Italiana (nella foto il presidente giura il suo rispetto, ndr) che la sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Quindi non una sovranità assoluta, ma sub lege. Tutti i cittadini qualsiasi sia la loro condizione, fosse anche quella di Presidente della Repubblica sottostanno alla legge ed in particolare a quella che è la legge fondamentale, ossia la Costituzione. Inoltre tutti i cittadini sono pari in dignità sociale e sono uguali davanti alla legge senza distinzione si sesso razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.Tanto che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione, tranne il caso di violazione di norme o di spettacoli contrari al buon costume. Infatti, l’arte e la scienza sono libere e non soggette a limitazioni o restrizioni anche per ricoprire incarichi pubblici, come quello di Ministro della repubblica Italiana. Ci si chiede allora quale sia stata l’indegnità del prof. Paolo Savona per subire la non-nomina a ministro da parte del Presidente della Repubblica Italiana. Egli, il presidente, ha dichiarato che le posizioni scientifiche e culturali non sono “gradite” a Lui per nominarlo. La Costituzione all’art. 92 non fa alcun cenno a casi di possibile rifiuto alla nomina. E’ generico e per capire bisogna allora riferirsi agli articoli della Costituzione citati. Inoltre l’art. 95 ben chiarisce che la politica generale dello Stato Italiano è diretta dal Presidente del Consiglio, che mantiene l’unità di indirizzo politico ed amministrativo, promuovendo e coordinando l’attività die ministri. Ne consegue che il Presidente della Repubblica non ha alcuna possibilità di intervento nella politica dello Stato e non dovrebbe mai pronunciarsi su di essa, ma solo su quanto previsto dagli artt. 86, 87, 88. dove mai si parla di intervento o giudizio sulla politica del governo. Certo in casi gravissimi egli può indirizzare la sua parola alle Camere quando intravveda problemi relativi all’unità della nazione ma mai giudicare un cittadino magari chiamato a ricoprire un incarico ministeriale. Si può ammettere un richiamo se vi sia grave problema di dignità politica e morale? Forse, ma in realtà solo il Parlamento può intervenire per reati commessi nell’esercizio delle funzioni, altrimenti la Magistratura ordinaria. La Costituzione della Repubblica Italiana è legata per l’interpretazione alla lettera della lingua italiana, non alle visioni ideologiche, politiche o di altra natura.
Questo comprendo, leggendo la Costituzione, se qualcuno, magari con conoscenze più precise di diritto costituzionale, può aiutarmi e comprendere che bene ha fatto il Presidente della Repubblica, allora attendo, ma sempre e soltanto sulla base della Costituzione, delle leggi evitando in tutti i modi qualsiasi “distrazione” ideologica di parte, la quale, sebbene legittima, non costituisce legge dello Stato. Non buttiamola in politicante politica, ma nella serena accettazione della legge, anche quando ci è sfavorevole o favorevole.