La crisi in Venezuela e i “nascosti” aiuti umanitari da Russia, Cina e Cuba

318

Si parla e si scrive molto degli “aiuti umanitari” che gli Stati Uniti e altri vorrebbero consegnare al popolo venezuelano tramite il presidente autoproclamato Guaidó. Sono “aiuti” per circa 20 milioni di dollari, e già questo dovrebbe risultare ridicolo (se non fosse tragico) in quanto gli stessi USA e il Regno Unito (con la complicità di altri governi “democratici” europei) hanno bloccato ricchezze statali venezuelane per circa 30 miliardi di dollari.

Si parla e si scrive della “crudele dittatura” del legittimo governo bolivariano che impedirebbe l’ingresso nel paese di aiuti per la popolazione. Ebbene, siamo sicuri che quest’ultima affermazione sia vera? O, forse, non dipende da chi e per quali scopi vengono inviati tali aiuti?
Vediamo … è vero che Maduro e il legittimo governo venezuelano impediscano l’ingresso di aiuti dei paesi che hanno riconosciuto il golpista Guaidó come presidente (e, questa, mi sembra una cosa logica e comprensibile) ma è altrettanto vero che aiuti da paesi terzi stanno entrando in Venezuela. Si tratta di alimenti e medicine provenienti da Russia, Cina e Cuba per circa 23 milioni di dollari pagati dal legittimo governo bolivariano. C’è un però … questa notizia non appare nei grandi mezzi di informazione occidentali. Bisogna cercarla. Ma è assolutamente vera.

“Una fornitura di 933 tonnellate di medicine ed alimenti sono arrivati dalla Russia, dalla Cina e da Cuba, come aiuti per il Venezuela il 14 di Febbraio. L’annuncio è stato dato dal presidente Maduro durante un atto pubblico realizzato nell’Estado Bolivar e “questi aiuti sono stati pagati con il nostro denaro perchè non siamo mendicanti di nessuno”, ha detto. (Da controinformazione.info, 17 febbraio 2019)

C’è anche la notizia di europarlamentari del PPE ai quali è stato negato l’ingresso in Venezuela … e ci mancherebbe altro. Come si può pretendere che un paese, un legittimo governo, che è sotto attacco da parte di paesi ostili (tra i quali USA e paesi europei che hanno lanciato ultimatum del tipo “o fate quello che vogliamo noi, oppure …”), apra le porte e, magari, faccia anche la riverenza a esponenti di quei paesi?

Articolo precedenteBlutec non monta i motori elettrici contesi tra Cicero e Micro-Vett: a spasso lavoratori Termini Imerese
Articolo successivoSmog a Vicenza, Arpav: “livello arancione”. Il Comune decide nuovo blocco auto in città
Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.