La segreteria della Filctem Cgil di Belluno ha deliberato l’acquisto di 400 biglietti per sostenere il Cinema Italia, in difficoltà dopo la pandemia.
“Il Cinema Italia è entrato in grande difficoltà con la pandemia, e non è ancora riuscito a risollevarsi. Rischia di perdersi – dichiara Denise Casanova, segretaria generale della categoria provinciale – la consuetudine di andare al cinema. Il nostro vuole essere un piccolo contributo per ripristinarla, come momento di socialità e di condivisione di un’esperienza che solo nelle sale si può verificare, e non nel chiuso delle proprie case. E’ un’iniziativa rivolta ai nostri iscritti, alle lavoratrici e ai lavoratori. Il movimento operaio ha sempre avuto un rapporto privilegiato con l’arte cinematografica, che ha saputo raccontarlo, sostenendo le lotte per rivendicare dignità e diritti, per costruire un Paese più giusto. Anche per questo faremo la nostra parte affinché Belluno non rinunci a un presidio di cultura come il Cinema Italia”.
A stimolare questa inedita iniziativa sindacale è stato anche il racconto – testimonianza dello scrittore Feliciano Casanova De Marco, che ha appena pubblicato “Un prezioso dono” per la casa editrice De Bastiani. Di seguito le sue parole: “Il Cinema Italia di Belluno è in difficoltà. Lo apprendo – in quanto poco avvezzo a frequentare i canali sociali, come direbbe Erri De Luca – dalle pagine dei giornali, e il tono allarmato degli articoli e delle interviste rilasciate da Manuele Sangalli, titolare del Cinema, allarma anche me. Da molti anni risiedo in Comelico, e in qualità di appassionato di cinema soffro, mi auguro dignitosamente, ogniqualvolta passo davanti alle porte – chiuse – del Cinema Piave di Santo Stefano di Cadore. Questa sofferenza aumenta alla vista dell’ex Cinema Eden di Pieve di Cadore e delle sue vetrine impolverate, dalle quali fino a poco tempo fa pendevano, esauste e sconfitte, sbiadite locandine dalle scritte ormai illeggibili, adorne di volti impalliditi, fantasmi di stagioni indimenticabili. Certi film, però, in provincia di Belluno, si potevano – e si possono, e si potranno ancora, se tutti lo vogliamo – vedere solo al Cinema Italia. Molti ricordi, al riguardo. Ricordo, ai tempi dell’università, a Padova, un esame (integrato) particolarmente ostico: Semiotica dei testi audiovisivi e multimediali e Storia e critica del cinema. Il docente era – prima di tutto, e non diversamente dal sottoscritto – un appassionato di film. Ben presto l’esame si era trasformato in un dialogo serrato attorno a visioni cinematografiche recenti e importanti. Visioni che, nel mio caso, avevano preso forma sullo schermo del Cinema Italia. Ricordo, seduta accanto a me nel medesimo Cinema, la donna giusta (e che fosse la donna giusta era comprovato dal fatto che avesse accettato di sedersi accanto a me per assaporare insieme – e discuterne poi – l’ultima fatica di un oscuro autore iraniano, sconosciuto nella sua stessa terra di origine). Ricordo, infine, di aver rischiato la vita affrontando, sempre con la donna giusta, il seguente dialogo: – Ma il tono generale di questo film non ti ha ricordato quella meraviglia di Aki Kaurismäki che abbiamo visto qui, all’Italia, qualche anno fa? – Quale meraviglia? – Ma sì, dai, come fai a… – Forse non eri in mia compagnia quella sera, ci hai pensato? – … Probabilmente aveva ragione lei. Forse c’era stata qualche altra donna giusta, in qualche altra occasione. Di una cosa, tuttavia, sono certo: eravamo al Cinema Italia”
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Fonte: La Filctem Cgil di Belluno a sostegno del Cinema Italia , CGIL Veneto