A più di 30 anni dalla caduta della cortina di ferro, la Finlandia sta progettando una barriera di filo spinato al confine con la Russia.
Helsinki ha annunciato ampio sostegno parlamentare per sostituire le recinzioni in legno che finora servivano per impedire al bestiame di vagare attraverso il confine di 1300 km e costruire al loro posto una barriera più robusta, che servirà a evitare che Mosca sfrutti i grandi flussi di migranti per insidiare il Paese.
La Russia è sempre stata un vicino ingombrante per Helsinki e il rapporto fra i due Paesi è storicamente attraversato da un susseguirsi di resistenze, conflitti e trattati. Fu la Russia a tracciare i confini dello stato finlandese quando, nel 1809, creò un granducato autonomo dall’ex territorio svedese per poi riconoscerne l’indipendenza nel 1917.
Presto Mosca avrebbe provato a minare la sicurezza del Paese confinante, attaccando la Finlandia nel 1939 e costringendola a cedere il 10% del proprio territorio. Durante la Seconda guerra mondiale, il destino della Finlandia fu simile a quello dell’Italia.
Una volta conclusa una pace separata con gli Alleati prima della disfatta tedesca, gli interlocutori di Helsinki non furono però gli angloamericani, bensì i sovietici, che nei trattati di Parigi del 1947 imposero dure condizioni alla Finlandia, strappandole ulteriori territori e obbligandola a pagare pesanti imposte.
Mosca avrebbe continuato ad avere un’enorme influenza sulla politica internazionale finlandese, costringendo il Paese a una neutralità forzata che si interruppe soltanto dopo il crollo dell’Urss. Le preoccupazioni dei finlandesi ad oggi riguardano gli arrivi di migranti dalla Russia, intensificatisi con l’inizio della guerra e poi con la mobilitazione parziale annunciata da Vladimir Putin; oltre che ai tanti droni sorpresi al confine diventato politicamente caldo dopo le minacce del Cremlino che ha tentato fino all’ultimo di evitare l’adesione di Svezia e Finlandia alla Nato.
La guardia di frontiera finlandese afferma che sarà necessario costruire tra i 130 e i 260 chilometri di barriere nelle aree critiche, in particolare nel sud-est del Paese, dove si svolge la maggior parte del traffico di confine.
Fonte: The Vision