La Giunta ricorre al Tar contro il vincolo culturale posto dal Mibac su Canal Grande, Bacino e Canale di San Marco e Canale della Giudecca

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Comune di Venezia
Comune di Venezia

La Giunta comunale, riunitasi oggi a Ca’ Farsetti, ha approvato, su proposta dell’assessore Paolo Romor, la delibera per dare mandato all’Avvocatura Civica di ricorrere al TAR contro i tre provvedimenti del Ministero per i Beni e le Attività culturali che istituiscono l’interesse culturale ex art. 10, comma 1 e 12, e art. 12 d.lgs 42/2004, relativamente al Canal Grande, al Bacino e Canale di San Marco e al Canale della Giudecca.

“La Giunta – ha commentato Romor – ha infatti ritenuto che i provvedimenti adottati dal Mibac rappresentino una pesante e peraltro inutile ed inefficace invasione nelle competenze che altrimenti, e di regola, sarebbero attribuite al Comune per la tutela degli interessi dei residenti. In particolare l’istituzione del vincolo culturale, così come sostenuta dal Ministero, consentirà, ai fini della tutela anche indiretta dei beni ad esso assoggettati, possibili interventi dell’autorità statale su tematiche così strettamente legate alla vita della Città che sembra assurdo escluderne il coinvolgimento. E’ un dato di fatto – continua Romor – che le decisioni più importanti sul futuro di Venezia, come le scelte legate al traffico acqueo, all’organizzazione di approdi, pontili e pontoni, e al passaggio delle grandi navi, non possono che essere concordate con il Comune, dato che sono materie che è opportuno che rimangano agli amministratori, eletti dai cittadini veneziani e vicini alle loro esigenze. Le delibere impugnate appaiono inoltre viziate, – conclude Romor riportando l’indirizzo dell’avvocatura dell’Ente – per una serie di ulteriori ragioni tecniche che vanno dal mancato coinvolgimento degli altri enti territoriali interessati (Città Metropolitana e Regione), alla mancata indizione di una conferenza dei servizi degli Enti con interessi coinvolti, fino alla mancata previsione, nelle normativa in materia, degli spazi acquei come possibile oggetto di vincolo”.