Pietro: “Ecco, ci risiamo, ora Aduc riparte col piangersi addosso… ché loro sono belli e puri e tutti gli altri cattivi e impuri… e poi il regime che li censura mentre loro dicono e scrivono cose interessanti… per non parlare di quei cattivoni della tv di Stato che, in quanto tale, obiettivo primario per gli strali contro libertà d’informazione… loro sì, paladini della libertà d’espressione…”.
L’auto-ironia sul titolo di questo editoriale non guasta mai, dà senso di vita, curiosità, riflessione sul proprio quotidiano, disponibilità a rimettersi sempre in gioco. Tutte tensioni difficili dove l’ultima – “disponibilità” – si deve confrontare con un Paese che, nell’ultimo ballottaggio delle elezioni amministrative, ha visto la partecipazione di poco più del 42% degli aventi diritto… dopo una partecipazione del 20% ai referendum sulla cosiddetta Giustizia Giusta, rendendoli invalidi.
Paolo: “Eccoci, ora Aduc riparte col piagnisteo dell’indifferenza civica al governo delle città e del Paese.. magari qualche ragione ce l’ha, ma che palle… oh, si sa, noi italiani siamo così, prendere o lasciare, lo sanno anche in Europa e ci accettano e considerano tra i tre Paesi più importanti e poi, cazzo, siamo nel G7… del resto se una minoranza si oppone a questa indifferenza e corruttela diffusa e poi diventa maggioranza… beh, finisce come gli altri, anche dissolvendosi.. vedi quelli di Grillo…”.
Ma come hanno ragione Pietro e Paolo… tanta ragione che hanno convinto Aduc a smetterla di lamentarsi e raccontare un po’ di vita vissuta che – ovviamente, il lamento pare sia nel Dna di questa associazione – non può che essere, a suo modo, negativa.
Il consumatore medio che chiede il conforto di Aduc
Bolletta di qualche tipo, condominio, viaggi, multe, banca… insomma una delle tragedie del quotidiano dove, quando ci si rivolge ad Aduc, è quasi sempre ultima spiaggia, e se subito alla vittima gli si dice dice che ha torto… fulmini e saette… “venduti” è il pensiero più gentile verso di noi.
Se il consumatore secondo Aduc non ha torto, spieghiamo come fare da sé per rivalersi e, volendo, il nostro farci carico per loro. E si spiega: siamo volontari, no-profit, senza finanziamenti pubblici per scelta, le informazioni sono gratis e se vuole lasci una donazione.
Primo incontro per esporre la problematica dove, nonostante gli sia stato detto nel dettaglio di portare tutto, manca sempre qualcosa: un’oretta per spiegare e rispiegare.
Capita di avere a che fare col consumatore che “sì, fate tutto voi”. Se vuole che ce ne occupiamo noi – solo questioni extragiudiziali, altrimenti le indichiamo un avvocato di fiducia con cui mettersi d’accordo – occorre essere socio sostenitore (validità un anno) e pagare il servizio su preventivo (mediamente qualche decina di euro). Tutto scritto anche sul web di Aduc. “Sì. Sì”. Scambio di numeri di telefoni (e/o mail) e chiamate al consulente Aduc nei giorni successivi anche nelle ore serali più incredibili e giorni festivi per dovergli ripetere sempre quello che occorre.. si entra anche un po’ in confidenza e, di fatto, il consulente continua ad essere recettore di “confessioni” tra il privato e il pubblico. Ci si vede il giorno x all’ora x, “mi raccomando la puntualità che dopo ho altri appuntamenti”. Il consumatore arriva molto prima e sfora il tempo a disposizione, anche grazie ai racconti delle sue angosce. Carte, ricarte, rispiegazioni, fotocopie, scanner, computer, etc. “Beh, facciamo la tessera… ma come, 45 euro, non sono 15 e non comprende anche l’assistenza per il ricorso extragiudiziale? no ti prego non ho soldi, bla bla”.
Fatti che accadono ogni tanto e che ci lasciano perplessi perché il nostro consumatore non ha la pensione sociale, ma di un ordine professionale e – a suo tempo professionista – forse conosce le dinamiche e i costi di quello che per lui era un cliente e che, per Aduc, è un cittadino da aiutare. Chissà come pensa si mantenga in vita un’associazione come questa….
Ora l’abbiamo menata un po’ per le lunghe con la storia di questo ex-professionista, e forse ci siamo anche beati nel ripeterci quanto siamo bravi, belli, buoni e realisti e quanto possano essere cattivi, brutti e ignoranti i consumatori.
Ma non è questo – al di là del dispiacere per il “caso umano” – che ci interessa. Ci e vi raccontiamo queste vicende – parte di altre con soddisfazioni umane, civiche e politiche di spessore e di speranza – per far partecipare chi legge alla grama ma fiera vita di un’associazione di volontariato senza soldi pubblici per scelta.
Noi in Aduc facciamo questo anche per cambiare il mondo
Talvolta siamo stanchi e distratti e non ne possiamo più, ci viene voglia di mollare e diventare come il nostro ex-professionista ma… capitandoci di
– dover andare a far la fila alle Poste per una raccomandata che il postino, pur essendo noi in casa, ci ha lasciato l’avviso in cassetta;
– o andare all’agenzia delle Entrate per pagare una cartella e prendere atto della cialtroneria degli impiegati che accumulano errori su errori;
– o dover rispondere al telefono per rifiutare offerte commerciali nonostante abbiamo firmato in contratto che non volevamo essere sollecitati;
– o leggere che contro la siccità occorre fare danze della pioggia;
– o che ai partiti oggi in Parlamento non gli interessa quanti vanno a votare ma che la minoranza che vota si esprima per loro;
– o che una causa per danni dura decenni e i giudici a stento si leggono le memorie e spesso si genuflettono al potere esecutivo in cambio di “distrazione” per l’abuso e il cattivo uso che fanno del loro potere;
– o che i soldi pubblici, in spregio alle nostre povertà, sono usati per la soddisfare pruriti tipo ItsArt di ministeri pericolosi per le nostre libertà;
– o che i carburanti tornano a costare più di 2 euro al litro nonostante i bonus del governo e questo perché benzinai e petrolieri (in un’apparente inusuale alleanza) credono di risolvere la loro minore ricchezza col sangue dei consumatori;
– etc etc.
Insomma, siamo ricaduti nel piangerci addosso, nel lamentarci… suvvia… ne siamo consapevoli e ci prendiamo anche in giro. Ridiamo anche del nostro ridere. Sembra faccia vivere più a lungo…. Questo, sia chiaro… non stiamo pensando di dire “lunga vita ad Aduc”… Aiutiamoci a dirlo e dircelo. Grazie a chi lo farà (3).
Ah… grazie per aver letto fin qui, anche a quelli che che sanno già tutto e “che ci sono i miei cazzi più importanti nella vita”.
l’associazione non percepisce ed è contraria ai finanziamenti pubblici (anche il 5 per mille)
La sua forza economica sono iscrizioni e contributi donati da chi la ritiene utile
DONA ORA
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Fonte: La grama ma fiera vita di un’associazione di volontariato senza soldi pubblici per scelta