La Grande Chambre boccia “ergastolo ostativo”, prof. avv.Rodolfo Bettiol: “nulla osta” a decisioni dei giudici sui singoli casi

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Anche per l’avv. Rodolfo Bettiol, già docente di procedura penale all’Università di Padova si è fatto un gran parlare nei giorni scorsi della decisione definitiva della Grande Chambre che, confermando la sentenza della Cedu, ha stabilito che è contro i diritti umani l’ergastolo ostativo, la pena, cioè, che impedisce un qualunque tipo di “concessione” (tipo permessi e quant’altro) a chi è afflitto da questa condanna piuttosto che dall’ergastolo “ordinario” .

Chiariamo, intanto che la Grande Chambre non ha a che vedere con la Corte di giustizia dell’Unione europea, compente sui trattati, essendo un organismo giurisdizionale internazionale addirittura superiore in quanto ultimo grado della Corte europea dei diritti dell’uomo (abbreviata in CEDU) che è un organo giurisdizionale internazionale a cui aderiscono tutti i 47 membri del Consiglio d’Europa e che fu istituita nel 1959 dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU) del 1950, per assicurarne l’applicazione e il rispetto.

L’ergastolo ostativo, aggiungiamo poi, viene comminatoper l’omicidio volontario, aggravato con l’associazione mafiosa, in assenza di collaborazione con la giustizia (spesso in regime previsto dall’articolo 41 bis)… sulla base della legge n. 356/1992, norma di tipo “eccezionale”. Questa pena è applicata solo per i delitti di associazione di tipo mafioso (art. 416 bis c.p.), sequestro di persona a scopo di estorsione (art. 630 c. p.) e associazione finalizzata al traffico di droga (art. 74 D.P.R. n. 309/1990), sempreché non siano stati acquisiti elementi tali da escludere l’attualità di collegamenti con la criminalità organizzata o eversiva…“.

Detto ciò la polemica scaturita dalla decisione della Grande Chambre ha seguito la moda comunicativa attuale, che fa proprio l’ultimo argomento suggerito e lanciato dalle agenzie, non lo approfondisce perché venga adeguatamente sviscerato, spara bordate a favore o contro a secondo delle convenienze del momento (nel caso specifico gli europeisti tipicamente a favore pur se con qualche prudenza dettata dal tema, gli anti Ue contro senza condizioni, pur non essendoci coincidenza degli organismi europei della UE con quelli dei 47 membri del Consiglio d’Europa) e, dopo qualche giorno di talk, sotto col nuovo argomento!

Abbiamo, quindi, sentito al riguardo l’avv. Rodolfo Bettiol, già docente di procedura penale all’Università di Padova molto noto ultimamente anche per aver dato un grande contributo tecnico allo sviluppo della legge sul Fondo Indennizzo Risparmiatori.

Ne sottoponiamo, quindi, in video le chiare osservazioni sostanzialmente sintetizzabili così: la Grande Chambre non ha aperto indiscriminatamente le porte delle carceri a chi è stato condannato all’ergastolo ostativo e “non si pente” collaborando ma impone che le decisioni restrittive o meno siano prese dai giudici caso per caso e che la legge sia modificata di conseguenza.

E, aggiunge, il prof. Bettiol, se i giudici non riscontreranno caso per caso le condizioni per concedere “permessi umanitari”, basati proprio sulla valutazione dell’evoluzione della personalità e dei comportamenti del detenuto, nulla verrà concesso agli ergastolani che, quindi, sentiranno invariato il carico della pressione a collaborare con la giustizia.