La lettera a un amico depresso che avrei voluto scrivere io

La "rabbia" di non poterla firmare mi spinge a continuare a fare di... più, per immaginarne una migliore

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La depressione... dolce
La depressione... dolce

Non so se può servire ma mi sento di scrivertelo. Io, come forse avrai capito, convivo con la depressione che mi accompagna da quasi 5 decenni. Qualche volta, ti assicuro, mi sembra di sprofondare in un vortice talmente buio che non riesco a vederne la fine né spaziale né temporale.
Sono i momenti nei quali vorrei che il tempo passasse talmente veloce da farmi dimenticare di dover vivere  Come diceva un poeta peruviano questi momenti “sono pochi ma sono”.
Allora, per qualche giorno, anche il fisico sembra collassare. Ansia e cattivi pensieri vanno insieme alla stanchezza. Una stanchezza che esclude il sonno.
Poi qualcosa scatta e tutto si trasforma in una malinconica tenerezza. In ricordi piacevoli di una vita che non è poi così da buttare.
Sono pause lunghe quasi di serenità nelle quali, non lo nego, sono persino felice.
Questa è la mia vita. La sofferenza delle fasi cupe la curo con il “dovere” di essere presente a me stesso e agli altri. Una battaglia dalla quale, fino ad adesso, sono riuscito ad uscirne indenne (o quasi). Soprattutto scrivendo quello che provo e ho provato. Pensieri e sogni, incubi più che il racconto di un’esistenza. Frammenti, insomma. Questo mi aiuta a capire.
Un abbraccio.
Un tuo amico