La lettera non a Babbo Natale ma a un amico: l’attore non si identifichi con la propria parte

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Lettera a un amico
Lettera a un amico

Mi permetto di dirti due parole, caro amico mio. Ti prego prendile per lo spirito con cui voglio mandartele che è di condivisione. Mi hai chiesto come sto: da un lato devo dire che è un periodo difficile, quel che avviene nella propria testa è un psicodramma che ognuno vive a modo suo in cui l’attore molto spesso si identifica con la propria parte ed io non sono sfuggito da questa situazione .
Però sono consapevole anche che è un richiamo a ritornare ad approfondire quel che avevo già in nuce da giovane, prima che la vita ed anche il successo mi facesse pensare che la felicità potesse essere altro.
Ognuno ha la propria via ma mi permetto di suggerirti di approfondire anche altre dimensioni della propria esistenza, più intime, interne per ricavarne non solo un aspetto consolatorio, ma per rompere l’identificazione di noi stessi con i problemi e avversità.
E così, da parte mia, ho ricominciato a leggere libri, fare pratiche che mi fanno progredire su questa via.
Parlo di tecniche di 24 che siano buddiste, induiste o cristiane o altro non importa: il tema è come sviluppare un modo che permetta di diventare osservatore dei problemi invece che esserne parte  Capire la differenza fra l’essere un attore e la parte che si è talvolta costretti a recitare.
Non è facile, spesso la mente si ribella, preferisce tenere il controllo e farmi sbattere contro il muro, ma basta anche un solo barlume di pace interiore di un secondo per capire che si può vivere anche in altro modo ed è proprio questo che la vita ci vuole insegnare per farci arrivare preparati al giorno in cui ci renderemo conto che era tutto un set cinematografico.
Scusami se mi sono permesso, non temo il tuo possibile giudizio di aver preso chissà quale deriva religiosa perché non è di questo che parlo, ma ti ho parlato con il cuore e se mai dovesse interessarti qualcosa ti potrò indicare qualche lettura.

Ma sono anche convinto che, se entrerai in una libreria, anche per caso qualcosa si materializzerà davanti a te. Noi pensiamo di cercare verità in realtà, ci e chiesto solo di attivare la nostra calamita: quel che ci serve arriverà.
Ti abbraccio fraternamente, amico mio.

N.B. La lettera è firmata ed è indirizzata a me. Grazie, amico.

Il direttore