GENOVA. Circa trenta nomi. Ecco la lista delle persone che finiranno sulla scrivania del procuratore capo di Genova Francesco Cozzi. Si tratta di alti dirigenti del ministero delle Infrastrutture e responsabili locali, gli amministratori di Autostrade spa e della Spea, controllata del gruppo. Queste sono le persone che secondo la Guardia di Finanza avrebbero dovuto sapere della pericolosità del Viadotto Morandi crollato il 14 agosto uccidendo 43 persone.
Per quanto riguarda Autostrade per l’Italia si tratta di: Fabio Cerchiai (presidente), Giovanni Castellucci (Ad), Paolo Berti (direttore centrale operazioni), Michelle Donferri Mitelli (direttore maintenance e investimenti), Stefano Marigliani (direttore primo tronco). «Al Mit consapevoli dei ritardi» ci sono tre di Spea engineering, controllata da Autostrade che avrebbe dovuto eseguire la ristrutturazione ai tiranti: Antonio Galatà (amministratore delegato), Massimo Bazzarelli (coordinatore attività progettazione ufficio sicurezza), Massimiliano Giacobbi (responsabile progetto «retrofitting» dei tiranti).
Cinque i funzionari pubblici, tre della Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali (Roma): Vincenzo Cinelli (capo), Bruno Santoro (responsabile controlli qualità servizio autostradale), Giovanni Proietti (capo divisione analisi e investimenti).
Infine, il Provveditore alle opere pubbliche di Liguria e Piemonte Roberto Ferrazza e il capo ufficio ispettivo territoriale Carmine Testa. Dallo scambio di comunicazioni tra le due articolazioni del Mit, hanno appurato gli inquirenti, si comprende come pure al Ministero ci fosse certezza che sul Morandi si stava perdendo tempo.
In settimana potrebbero giungere le prime iscrizioni al registro degli indagati con ipotesi di reato che vanno dall’omicidio plurimo colposo al disastro colposo fino all’attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. I nomi forniti dalla Gdf non riguardano ancora la lista degli indagati, questo va precisato.
Sempre oggi Giovanni Toti presidente della Regione e commissario per l’emergenza ha precisato che: «Entro cinque giorni Società Autostrade ci presenterà il piano definitivo per la demolizione del ponte Morandi». «Il piano – ha aggiunto – verrà illustrato alle commissioni tecniche e prima fra tutti alla Procura della Repubblica a cui spetta la decisione di dissequestrare le aree e di arrivare alla verità sulle cause della tragedia».