La Moldavia, a confine con l’Ucraina, torna a temere l’influenza russa

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Moldavia
Moldavia, manifestazione

In Moldavia c’è una piccola regione a confine con l’Ucraina che si chiama Transinistria e la sua particolarità è che lì il tempo sembra essersi fermato all’Unione Sovietica: ci sono i carri armati dell’epoca per le strade, gli edifici sono squadrati e la popolazione parla russo.

Quando la guerra è scoppiata a febbraio scorso, quella regione ha fatto molta paura ai cittadini che temevano che le truppe russe di stanza nell’enclave – lì dai primi anni Novanta – potessero seguire gli ordini di Putin e riposizionarsi per aprire un altro fronte del conflitto contro l’Ucraina.

A distanza di un anno, la presidente della Moldavia Maia Sandu sostiene che la Russia ha pianificato di rovesciare il governo filo-occidentale del Paese, fomentando la violenza attraverso attori stranieri e gruppi criminali interni.

Secondo Sandu, il tentativo di complotto di cui si parla a Chisinau, capitale moldava, muove dalle dimissioni della prima ministra dal 2021 Natalia Gavrilita. Funzionari e analisti hanno affermato che la sua decisione non riporterà l’ex repubblica sovietica nell’orbita di Mosca né cambierà le sue aspirazioni di aderire all’Unione europea, si tratta solo di un rimpasto del governo si legge sul New York Times dalle parole del ministro degli Esteri Nicu Popescu.

Inoltre, poco prima che Gavrilita annunciasse le sue dimissioni, un missile russo lanciato dal Mar Nero ha sorvolato la Moldavia diretto in Ucraina, l’ultima di una serie di violazioni dello spazio aereo moldavo.

Fonte: The Vision