Piccoli tesori di cultura sono talvolta poco noti e spesso non conosciuti; eppure essi rivestono grande importanza per il loro contenuto e sono anche la proposta di riflessione. La conoscenza, infatti, è il più importante veicolo dell’incontro tra gli uomini, i quali, dato che la terra è tonda, come diceva I. Kant, non possono non incontrarsi. È quindi importante che si abbia una relazione che sia prima di tutto disponibilità a “sapere dell’altro” ed è autentica tolleranza quella che non si limita, quando va bene, “a sopportare” i pensieri altrui, ma si pone nella dinamica: “forse ha ragione lui”.Certo non è facile, certo ciò implica la non assolutizzazione delle proprie idee, dei propri modi di agire, ma senza questo non vi è nemmeno un parlare insieme, che, quando è autentico, apre le porte al dialogo. Questo parte dalla reciproca conoscenza dei contenuti che sono oggetto del colloquio. Questo non si fonda certo “sul sentito dire” sull’approssimazione o le frasi stereotipate già belle e confezionate che ci risparmiano, in apparenza, la fatica di sapere.
Un’occasione ci è offerta da un saggio di Mohammad Ali Shomali, Maria, Gesù e il cristianesimo nella visione islamica, Rimini, Il Cerchio 2013. Un’edizione di qualche tempo fa, ma che desta e può destare l’occasione di conoscenza. L’Autore è Direttore dell’Istituto Internazionale di studi islamici di Qum (Iran) e redattore capo di “Message of Thaqualayn”, ed è molto attivo proprio nel illustrare i contenuti della sua religione. L’Islam ha una storia lunga ed importante, il suo Libro Sacro, il Corano, è il dettato di Allah e in esso si rintracciano contenuti anche di due altre religioni, l’ebraismo e il cristianesimo, i cui contenuti sono conosciuti dal Profeta Maometto che li ricorda e li illustra. Il principale merito del saggio è proprio questo, proporci come Maria, la Madre di Gesù sia “l’unica donna citata per nome nel Corano. Un intero capitolo del Corano è intitolato “Maryam”. In tutto il libro sacro dell’Islam Maria è menzionata ben 34 volte, molte di più che nella Bibbia (cfr. p.20). Di Colei che è venerata in modo particolare nel cristianesimo (iperdulia), il Corano narra la nascita, l’educazione e “Ella stessa cercò di acquisire purezza e pietà servendo Iddio con tutto il cuore”. Le sue virtù: Castità, Obbedienza, Veridicità, Essere stata purificata da Iddio, essere stata prescelta da Iddio tra tutte le donne; Gli angeli le parlarono, Aver ricevuto d cibo da Dio, L’annunciazione della nascita di Gesù, le hanno consentito di essere subito dopo il rango dei profeti. Ma soprattutto viene sottolineato il suo “viaggio spirituale” che è purificazione del Sé. Quella disponibilità a Dio che è tanto cara a coloro che seguono anche la fede cristiana.
Il figlio di Maria, Gesù, è menzionato nel Corano più di novanta volte e vi sono molti scritti islamici sulla sua figura, che fu proba e capace di predicazione e di miracoli e fu protetto da Dio stesso: che Gli dice: “O Gesù figlio di Maria, ricorda la Mia grazia su di te e su tua madre! Quando ti rafforzai con lo Spirito Santo tanto che parlasti agli uomini dalla culla e in età matura. E quando vi insegnai il Libro e la Saggezza e la Legge e il Vangelo”. (Corano 5: 110)
Una conoscenza del cristianesimo tanto che nel Corano (3:45) è scritto: “Gli angeli dissero: «O Maria! Iddio ti annuncia la lieta novella di una Parola da Lui, proveniente, il suo nome è il messia, Gesù figlio di Maria, eminente in questo mondo e nell’al di là, uno dei ravvicinati a Dio.»” Una grandissima considerazione e pur non riconoscendo l’Islam la divinità di Gesù, tuttavia Egli occupa un posto di rilievo. Tale considerazione di Gesù e di sua Madre porta la religione islamica ad avere rispetto per gli ebrei e soprattutto per i cristiani, quando anch’essi cercano l’umiltà e l’amore per il prossimo: “troverai che i più prossimi di loro all’amore per coloro che hanno prestato fede, sono coloro che dicono: «In verità noi siamo cristiani», ciò perché tra loro ci sono invero preti e monaci ed essi, in verità, non sono arroganti. E quando sentono quello che è stato fatto discendere sul Messaggero, vedrai i loro occhi versare lacrime per ciò che hanno riconosciuto della Verità”. (Corano, 5_82-83).
Con continui riferimento l’autore del saggio ci porta a conoscere quanto nell’Islam vi è di Cristianesimo e quale sia il rispetto dovuto a Maria e Gesù. Non si tratta, qui, valutare quale delle due fedi sia la “vera”, ma la conoscenza di una vicinanza, aiuta a i fedeli di ambedue a quel rispetto fraterno perché in ambedue, quando la fede è sincera, vi può essere reciprocità nella vita. Certo non è facile, ma purtroppo ciò da ambedue le parti. Se ne rendeva conto il grande umanista, vescovo di Bressanone e cardinale di San Pietro in Vincoli a Roma, dove è sepolto, Niccolò Cusano, che in diverse opere mostra una conoscenza precisa del Corano e ne scrive nell’opera Cribratio Alchorani Cusano da una parte rileva i punti di acuta divergenza della fede islamica dalla dottrina cristiana riguardo alla divinità di Cristo e ai misteri connessi, ma dall’altro mostra conoscenza e rispetto, come nell’altra opera De pace fidei. In quest’opera dedicata alla pace in un momento particolare, la conquista di Bisanzio da parte dei Turchi, 1453, il pensatore che aveva particolare culto per Maria (cfr. Tota pulchra es amica mea (Vicenza, Editrice Veneta, 2012) sottolinea come è necessario riconoscere che l’uomo ha per natura propensione a Dio e la esprime in diversi riti (una fides in varietate rituum) e questa comunanza deve essere base di buone relazioni. Certo il vescovo Cusano riconosce che la vera religione è il Cristianesimo, ma non per questo nega valore all’Islam che lui considera appartenere alla visione monofisita/nestoriana del Cristianesimo come afferma anche Erasmo da Rotterdam, tanto che viene detto “semicristiano”.
Tra coloro che conoscevano la religione islamica e il suo libro sacro e le citazioni relative a Maria, vi è Antonio Rosmini che in un Ragionamento del 1845, letto all’Accademia di religione Cattolica dal cardinale Castruccio Castracane degli Antelminelli mostra attenzione, rispetto e conoscenza per la religione islamica. Il pensatore di Rovereto non solo ricorda le lodi attribuite nel Corano a Maria, ma vuole sottolineare come anche nel VII secolo dopo Cristo era vivissima l’ “immutabile tradizione cristiana intorno alla Vergine” e questo studio, reperibile nel Bollettino “Charitas”, 75(2001) n.11 e 122, dopo puntuale disamina del Corano e delle citazioni mariane, si chiude con l’affermazione che presso tutte le genti Maria sarebbe stata chiamata “beata” e questo a maggior venerazione dello stesso nome di Maria.
Sono queste brevi note, partendo dal saggio di Mohammad Ali Shomali, che rafforzano la prospettiva che quando si cerca ciò che unisce, ciò che è buono più facile è l’incontro che non significa né sintesi, né confusione, ma conoscenza che dà luogo a rispetto reciproco che è necessario in tutte le relazioni, quando si vuole vivere in pace e costruirla, come ben disse papa Giovanni paolo II Ai Leader cristiani, ebrei e mussulmani a Gerusalemme il 23 marzo 2000:” Questo dialogo non è un tentativo di imporre agli altri la nostra visione. Esso esige che tutti noi, fedeli a ciò in cui crediamo, ascoltiamo con rispetto l’altro, cerchiamo di discernere quanto c’è di buono e di santo nel suo insegnamento e cooperiamo nel sostenere tutto ciò che promuove la pace e la comprensione reciproca.”
La pace, infatti, non è un risultato, ma un “a priori” che informa le azioni di ogni uomo dedito a questo Bene.
Coordinatore de “La voce del Sileno” Italo Francesco Baldo
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