Secondo Giovanna Vitale su Repubblica.it, una circolare del nuovo amministratore delegato Gianpaolo Rossi potrebbe segnare un duro colpo all’autonomia di Report, il programma d’inchiesta di Sigfrido Ranucci.
Potrebbe essere l’inizio della fine per la “libera repubblica di Report”, la trasmissione d’inchiesta che da anni rappresenta un baluardo del giornalismo investigativo italiano. Una nuova disposizione firmata dal meloniano Gianpaolo Rossi, amministratore delegato della Rai da ottobre, impone un controllo esterno su tutti i programmi della rete, incluso il celebre format condotto da Sigfrido Ranucci. Una decisione che il sindacato Usigrai e alcuni esponenti politici interpretano come un attacco diretto all’autonomia giornalistica.
La circolare di Rossi: un cambio di paradigma
L’intervento prende origine da una ricognizione richiesta dalla direzione Internal Audit, con l’obiettivo di verificare la cosiddetta “segregazione dei poteri” all’interno dei programmi Rai. Secondo il principio delineato nella circolare inviata venerdì, ogni programma dovrà essere supervisionato da una struttura editoriale esterna alla produzione, per garantire coerenza con i canoni del servizio pubblico. In altre parole, la gestione editoriale non potrà più essere affidata al conduttore, come avveniva finora per Report, dove Ranucci ricopre il duplice ruolo di vicedirettore degli Approfondimenti e di conduttore.
A Viale Mazzini la decisione viene presentata come una riorganizzazione di sistema. Tuttavia, per molti osservatori, appare come una mossa mirata contro Report, un programma già bersaglio di critiche da parte dell’attuale maggioranza. L’Usigrai, il sindacato interno della Rai, non usa mezzi termini: “Nella Rai senza presidente arrivano i commissari sui programmi giornalistici. Perché proprio ora? È un attacco alla professione giornalistica e un tentativo di mettere sotto controllo l’informazione pubblica.”
Reazioni e accuse di censura
La circolare ha sollevato un’ondata di critiche. Tra i primi a intervenire ci sono stati i leader di Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, che hanno sottolineato come la decisione sembri colpire direttamente Report: “Questo provvedimento appare come un attacco alla libertà d’informazione e all’autonomia dei giornalisti. La Rai dovrebbe ringraziare Report, che con le sue inchieste, come quella recente sulla società Visibilia della ministra Santanchè, contribuisce a far luce su questioni di interesse pubblico.”
Secondo Bonelli, l’intervento di Rossi rappresenta un tentativo di silenziare una delle poche voci critiche rimaste all’interno del servizio pubblico. Una posizione condivisa dal sindacato, che denuncia il rischio di un’informazione sempre più appiattita sui desideri della politica. “Questo non è un semplice adeguamento organizzativo, ma un chiaro segnale: il controllo editoriale si trasforma in una forma di censura,” ribadisce l’Usigrai.
Il futuro di Report
Per il momento, né Rossi né Sigfrido Ranucci hanno rilasciato commenti ufficiali. Tuttavia, l’attenzione sul caso resta alta, con la possibilità che la questione venga presto discussa in Commissione di Vigilanza Rai. Intanto, la circolare sembra destinata a modificare profondamente l’approccio produttivo di uno dei programmi più iconici della televisione italiana, sollevando interrogativi su quanto margine di manovra rimarrà ai giornalisti di inchiesta.
La partita che si gioca intorno a Report non riguarda solo il futuro di una trasmissione, ma anche il principio di un’informazione libera e indipendente, che molti temono possa diventare sempre più rara nel panorama italiano.