Per tagliare un po’ l’aria…
Esteri – Oggi, sabato 4 luglio 2020, per quanto riguarda il panorama europeo, ritroviamo il dibattito sul Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, che ormai si ripropone come una lunga litania da quando se ne è proposta in epoca Covid una tranche “senza condizionalità” che non siano quelle del suo utilizzo per spese nella sanità. Come sappiamo, è osteggiato dalle opposizioni (Lega e FdI) e M5S che temono che nasconda un “tranello” per imporre controlli esterni, ma sacrosanto per Pd, FI, Più Europa, Azione di Carlo Calenda più sensibili alle esigenze attuali e più fiduciosi nella bontà del meccanismo. Ora qualche scettico sta iniziando a rivalutare il cosiddetto Fondo Salva-Stati, associato per molti anni alla troika, alle politiche di austerità e al suo infelice intervento (politico – economico) in Grecia per la crisi del 2011.
Sul Sole 24 Ore appare un articolo firmato dall’ex ministro all’Economia Giovanni Tria dal titolo: “Perchè il Mes serve e non è una trappola”. E continua: “Credo che non ci siano dubbi che questa crisi economica sia dovuta alla pandemia. E in particolare al blocco delle attività produttive necessario per combatterla e che non si tratti di un complotto – probabile frecciatina veniale alla più celebre “congiura delle banche” di berlusconiana memoria – . (…) Credo, quindi, che la linea di credito “anti-Covid” decisa nell’ambito del Mes risponda a questo scopo e non a quello di creare una trappola per l’Italia. Non pretendo di convincere tutti su questo punto, mi accontenterei però di convincere tutti che la spesa che questa linea di credito si propone di finanziare debba essere in ogni caso effettuata, Mes o non Mes, e che debba essere effettuata subito per i motivi sopra richiamati.”
Locale – Il Veneto torna a tremare dopo che un dirigente d’azienda vicentino, risultato positivo al coronavirus dopo essere tornato da un viaggio in Bosnia, è entrato in contatto con oltre 89 persone che ora sono in isolamento. Il Corriere del Veneto apre in prima pagina – ma lo fanno anche altri quotidiani nazionali come ad esempio Il Sole 24 Ore – : “Virus, è allarme. I giorni folli del paziente zero”. Nel caso zero vicentino, infatti, erano già presenti tutti i sintomi del Covid al rientro in Italia, ma – scrive il Mattino di Padova riprendendo le parole del governatore Zaia nella conferenza stampa di ieri – “il giorno dopo ha avuto un sacco di contatti, una festa privata, contatti di lavoro e un funerale. Solo tre giorni dopo, il 28, è andato in ospedale e gli hanno proposto il ricovero”. Inizialmente, infatti, l’uomo si era rifiutato di essere ricoverato. Questo ovviamente ha fatto infuriare il presidente del Veneto che sbotta: “Rifiutato? Il ricovero dev’essere coatto, lo dico a Roma”.
Il fattore Rt, l’indice di contagio, in questi giorni è passato da 0,43 a 1,63 e sono attese nuove ordinanze restrittive da lunedì. Il vice ministro alla Salute Pier Paolo Sileri ieri a Padova ha però bollato eventuali restrizioni come “inutili”, sostenendo che non si può colpevolizzare tutti per una persona che non rispetta l’isolamento: i dati tendono a fluttuare sempre ogni giorno. E il virologo Andrea Crisanti, intervistato a radio Capital, ironizza sulle nuove prese di posizione di Zaia: «Aveva detto che il virus non c’era più». Inoltre segnaliamo che anche Il Fatto Quotidiano, nell’articolo di Giuseppe Pietrobelli a pagina 15, cita il caso vicentino con tanto di foto di Piazza dei Signori, titolando: “Zaia contro l’”untore” veneto. «Qui serve il ricovero coatto»”.
Infine, sempre il Mattino di Padova comunica le nuove direttive che la Regione darà per la riapertura delle scuole. Nel quotidiano troviamo: “Sì alle mascherine, no alle palestre: ecco il piano Donazzan-Palumbo nel dettaglio. Protezioni solo nei laboratori. In aule di 60 metri quadri solo 17 studenti”.
Economia – Il Sole 24 Ore apre in prima pagina: “Super bonus 110%, ecco tutti gli sconti”. Andando a scrivere poco più sotto: “Con il via libera della commissione Bilancio si assesta il superbonus del 110% per i lavori in casa. Tra le novità dell’ultima ora, l’estensione dell’agevolazione ai comuni montani. Nuovi massimali di spesa nei condomini per cappotto termico e introduzione di caldaie a pompa di calore. Novità anche sulla platea dei destinatari: il 110% di detrazione Irpef sarà spendibile su due unità immobiliari”.
Sempre sul Sole 24 Ore troviamo un articolo sui BTp Futura che saranno collocati sul mercato a partire da lunedì. Il quotidiano intitola: “Il Mef fissa tassi crescenti fino all’1,45%”. E spiega: “I rendimenti annunciati ieri sono in linea con quelli dei titoli decennali già sul mercato. La novità è il meccanismo progressivo. I tassi cedolari minimi garantiti e crescenti vanno infatti dall’1,15% per i primi quattro anni, all’1,30% dal quinto al settimo, per arrivare all’1,45% negli ultimi tre anni”.
Un’altra notizia che arriva dall’Arena, invece, per quanto riguarda il settore agricolo, registra i dati pubblicati dal report annuale di Veneto Agricoltura, Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario. Il quotidiano veronese scrive: “Agricoltura: nel 2019 in Veneto il valore del fatturato è sceso del 7,6% rispetto all’anno precedente. (…) La variazione negativa registrata nel 2019, si legge nel report, è dipesa dalla diminuzione delle quantità prodotte, mentre i prezzi hanno inciso in maniera più ridotta”.
Per quanto riguarda le banche invece, sempre il Sole 24 Ore pubblica la notizia del rifiuto da parte del cda di Ubi Banca della fusione con Banca Intesa. Il quotidiano scrive: “Tutto come previsto. Il consiglio di amministrazione di Ubi Banca ha bocciato l’offerta pubblica di scambio di Intesa Sanpaolo, ritenendola «non conveniente» per i suoi azionisti”. E continuando così: “La lista delle critiche contenute nel comunicato dell’emittente, approvato all’unanimità dal consiglio di amministrazione, parte dalla valorizzazione di Ubi da parte di Intesa, che «non riflette» il «reale valore» della banca guidata da Victor Massiah, che dice: «Se rimarremo una banca indipendente, andremo a cercare nuove opportunità»”.
Politica – Continua la polemica sui nastri dell’ex giudice Amedeo Franco che “assolverebbero” Silvio Berlusconi dalla condanna per frode fiscale del 2013. Il Fatto Quotidiano pubblica in prima pagina di oggi: “B. al giudice: «Voglio la grazia. Deve parlarne a Napolitano»”. La frase sarebbe un altro pezzo del famoso audio pubblicato il 29 giugno scorso dal Riformista. “Agganciare direttamente Giorgio Napolitano – tramite un consigliere giuridico del Colle – per affrontare il tema della grazia. È una delle strategie che, il 6 febbraio 2014, Silvio Berlusconi pensa di mettere in campo dopo la batosta della condanna in Cassazione del 2013”, scrive il quotidiano di Marco Travaglio. Continuando con l’articolo, però, si scopre che Napolitano già nel 2013 aveva fatto sapere che non ci sarebbero state le condizioni per la grazia, e il tentativo non andò in porto.