Il giardino di Villa La Rotonda, patrimonio Unesco dal 1984, edificio copiato in tutto il mondo e icona indiscussa delle ville palladiane, da giovedì prossimo 27 giugno sarà teatro di un progetto innovativo pensato in particolare per la persone più fragili. Lo scopo dell’iniziativa è proprio rendere il giardino della villa vicentina un luogo a disposizione di tutte e tutti, senza ostacoli per nessuno.
Più precisamente, lo spazio verde che circonda la Rotonda ospiterà cinque cene, organizzate per cinque giovedì di fila, a partire appunto dal 27 giugno e fino al 25 luglio, dove si confronteranno tra loro alcune tra le realtà più attive del territorio in ambito sociale, culturale e artistico. In particolare saranno protagoniste le cooperative sociali che lavorano in carcere o si occupano di disabilità, integrazione, immigrazione ma anche di prevenzione e sostegno verso forme di fragilità derivanti da disagio o dipendenze.
Faranno parte del processo creativo anche realtà che operano significativamente negli ambiti della produzione e valorizzazione dei prodotti del territorio. Un confronto allargato rivolto quindi anche alle associazioni culturali, gallerie d’arte, compagnie teatrali, orchestre e gruppi musicali.
Scopo di ogni cena, dove saranno serviti rigorosamente prodotti del territorio, è quello di far sedere una pluralità di voci attorno ad un tavolo, in un contesto molto informale e conviviale, affinché dal dialogo e dal confronto nascano idee, collaborazioni, proposte e progetti che possano essere condivisi con la proprietà (Valmarana) con la quale affinare l’organizzazione finale di eventi da ospitare nel Giardino de La Rotonda nel 2025.
Spiega Nicolò Valmarana, proprietario di Villa Almerico Capra detta La Rotonda: “Il piano nazionale di ripresa e resilienza, nel suo programma per valorizzare l’identità dei parchi e dei giardini storici, permette al giardino della Rotonda come villa di riappropriarsi del suo lato più romantico. L’investimento contribuisce a migliorare la qualità della vita, promuovendo, in particolare, un’ampia azione di rigenerazione dei parchi e giardini storici come poli di “bellezza pubblica” e luoghi identitari per le comunità urbane e come fattori chiave nei processi di rigenerazione urbana. Sono felice di poter coinvolgere la cittadinanza locale in questo progetto. A partire da chi opera attivamente per la cultura e la resilienza delle persone, perché luogo e persona sono strettamente legati in un processo di riscrittura ambientale che guardi seriamente alle generazioni future. Modalità culturali come inclusione o proattività connettono l’uomo all’ambiente per traghettarli in un processo di cambiamento sociale che non può più essere disatteso. I cinque giovedì che abbiamo organizzato ospiteranno una pluralità di voci”.