La scarsa partecipazione al voto per Rucco presidente della provincia di Vicenza è un boomerang per il Pd provinciale

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Nella corposa e robusta, politicamente si intende, dichiarazione formale rilasciata dai consiglieri comunali di opposizione del Comune di Vicenza, e precisamente Otello Dalla Rosa del PD, Ciro Asproso di Coalizione Civica, Raffaele Colombara, detto “il prof”, di Quartieri al Centro,  Giovanni Selmo del gruppo “Da adesso in poi” ed Ennio Tosetto di Vinòva, che mi pare doveva rappresentare l’anima civica di Dalla Rosa, ritrovo una frase sulla elezione di Francesco Rucco a presidente della provincia di Vicenza che in buona parte, con un paio di osservazioni, è molto interessante e, da un certo angolo di lettura, comprensibile. 

La frase è questa “La convergenza sull’unico candidato Rucco, calata dall’alto, evidentemente non ha convinto gli amministratori del territorio. Un amministratore su due ha detto no a questa logica, un dato molto pesante e significativo. È evidente che ogni amministratore si è sentito libero nel prendere una decisione, dando un messaggio così ai condizionamenti di tutti i partiti.“.

Fatta la tara per il brutto tempo della scorsa settimana, rammentiamoci che non è stato un brutto tempo “normale” ma piuttosto impegnativo per molti comuni della nostra provincia, tenuto conto che il mercoledì, giorno delle votazioni, non è giornata di vacanza ed è sempre possibile che una parte, pur modesta, di consiglieri comunali siano stati occupati con il loro lavoro, e magari mettiamoci anche qualche distratto, in ogni caso il numero dei “dissidenti” è notevole.

Rammentiamoci anche che solitamente un candidato unico genera due possibili risposte: o un voto “bulgaro” (prima o poi bisognerà inventarsi un termine nuovo) oppure una spinta alla rinuncia all’espressione del voto perché privo della spinta che deriva dalla competizione. Ma la considerazione che va fatta è proprio conseguente a questi numeri e a questa situazione. Se vi è stato qualcosa di “calato dall’alto” questo è avvenuto all’interno del PD e i signori sopra citati l’hanno confermato prima del voto. Questo malumore, del tutto comprensibile in persone che ritenevano di avere la vittoria in tasca alle amministrative di Vicenza ben prima del 10 giugno u.s., è stato, a mio avviso, sparso a quattro mani all’interno dell’area di sinistra e il risultato si è visto.

Ma tutto questo porta a un’altra considerazione. Cioè che una parte del PD, più o meno sostanziosa, non ha rispettato le indicazioni provenienti della sua segreteria provinciale che è stata il soggetto ritenuto responsabile di aver “calato dall’alto” la candidatura Rucco. Direi che la faccenda non è per niente elegante ma solo nei confronti della loro parte politica, non dell’intero corpo elettorale. In altre parole qualcuno ha fatto si che la dirigenza del PD, suo malgrado, non potesse rispettare in pieno l’impegno assunto nei confronti degli interlocutori, e ciò torna a danno della credibilità dei “disimpegnati”.

I cinque eroici signori promotori di questo giochino in pratica hanno messo in piedi una azione che si è ritorta contro loro stessi e la loro area politica. Un bel colpo di boomerang.